Dove ci sono meno banche in Italia? È un problema diffuso, ma in una regione in particolare la situazione è drammatica.
Le deliberazioni in corso all’interno dell’amministrazione Meloni ruotano attorno alla possibile rimozione dell’obbligo per gli esercenti dell’accettazione dei pagamenti elettronici, che è iniziata da giugno.
È ampiamente riconosciuto che gli italiani prediligono le operazioni in contanti, anche se questa propensione va via via diminuendo.
Inoltre, durante una recente conferenza stampa, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha espresso la sua personale predilezione per il prelievo di denaro dagli sportelli automatici.
Secondo Salvini, utilizzare una carta di credito per pagare un misero importo di due euro per una tazza di caffè può essere piuttosto fastidioso.
L’Italia sembra adottare un approccio diverso rispetto ad altri paesi europei per quanto riguarda l’uso del contante.
Mentre il resto d’Europa si concentra sull’incoraggiamento dei pagamenti elettronici, l’Italia sembra promuovere l’uso del contante.
Tuttavia, il sistema bancario in Italia si sta ancora allineando alle tendenze internazionali spostandosi verso l’operatività online e riducendo il numero di filiali fisiche.
Di conseguenza, si registra una diminuzione della disponibilità di sportelli automatici per il prelievo di contante.
Se la società italiana non si adegua a fare meno affidamento sui contanti, questo potrebbe potenzialmente diventare un problema nel prossimo futuro.
Attualmente mancano informazioni disponibili sulla quantità esatta di sportelli nella regione dove è possibile prelevare denaro contante.
È importante notare che questo comprende non solo gli sportelli bancari tradizionali, ma anche la presenza di dispositivi “ATM”, diffusi soprattutto nelle località turistiche.
Purtroppo per questi ultimi manca un monitoraggio completo, mentre per gli sportelli bancari esistono dati precisi.
Di conseguenza, procederemo assumendo che il numero di sportelli automatici sia allineato con il numero di filiali bancarie, poiché la disparità tra i due è probabilmente insignificante.
Una recente indagine condotta dalla FABI, Federazione Autonoma dei Banchieri Italiani, rivela che oltre 4 milioni di individui in Italia non hanno accesso diretto ai servizi bancari, pari a circa il 7 per cento dell’intera popolazione.
Questi soggetti risiedono nei 3.062 comuni dove hanno cessato di esistere gli sportelli bancari, pari al 38 per cento del totale dei comuni in Italia.
La mancanza di filiali bancarie varia in modo significativo tra le diverse regioni geografiche. Nella parte settentrionale del paese, circa il 6% della popolazione è interessata da questo problema.
Nella regione centrale la percentuale scende al 3,2 per cento. Tuttavia, nella parte meridionale e nelle isole, il problema è molto più evidente.
In queste aree, il 10,7 per cento dei residenti non ha più accesso a uno sportello vicino o deve percorrere una distanza considerevole per raggiungerlo.
La Calabria si distingue tra le regioni più grandi per avere la più bassa presenza bancaria, in quanto il 28,8 per cento della sua popolazione risiede in aree senza accesso agli sportelli bancari.
Seguono a ruota il Piemonte (13,8 per cento), l’Abruzzo (12,6 per cento) e la Campania (12,5 per cento).
Tra le regioni più piccole, le condizioni più gravi si registrano in Molise, dove il 37,3 per cento della popolazione non dispone di una sede locale, e in Valle D’Aosta, dove il 33,4 per cento affronta lo stesso problema.
Emilia-Romagna e Toscana si distinguono invece come le regioni che vantano la maggiore concentrazione di sportelli bancari.
In queste regioni solo una piccola percentuale della popolazione, rispettivamente l’1,2 e l’1,5 per cento, risiede in comuni sprovvisti di servizi bancari.
Secondo il Rapporto annuale sui reclami della clientela della Banca d’Italia, che raccoglie le principali lamentele vissute dai soggetti che utilizzano il sistema bancario, nel 2021 è pervenuto un numero significativo di segnalazioni da parte di cittadini, associazioni dei consumatori e rappresentanti delle istituzioni locali.
Tali segnalazioni riguardavano i disagi incontrati dalla clientela a causa della chiusura degli sportelli bancari.
La rilevanza della questione diventa chiara se si guarda ai numeri dei comuni senza sportelli bancari rispetto al numero totale dei comuni in Italia, piuttosto che alla sola popolazione interessata.
Questa prospettiva fornisce una migliore comprensione della situazione. Il Piemonte ha il maggior numero di comuni senza sportelli, con 713 sul totale, pari al 60 per cento dei comuni della regione.
Segue la Lombardia con 483 comuni, un terzo del totale regionale. In Calabria non ci sono sportelli bancari in 280 comuni, che costituiscono il 70 per cento della regione.
La Campania conta 280 comuni senza sportelli, esattamente la metà del totale. Il Lazio ha 179 enti locali senza sportelli, che rappresentano il 47 per cento, e l’Abruzzo ha 173 enti locali senza sportelli, che rappresentano il 56 per cento.
I numeri associati a questo problema sono piuttosto consistenti, anche se riguardano principalmente i comuni più piccoli.
Questi comuni hanno raggiunto un punto in cui non è più possibile per il settore bancario nel suo complesso sostenere una filiale e coprire le relative spese di affitto e personale.
Infatti, secondo i dati della Banca d’Italia del 2010, ben il 27 per cento di tutti i comuni non disponeva di uno sportello bancario. Questo problema non è uno sviluppo recente, ma piuttosto è stato riconosciuto da tempo.
La riduzione del numero degli sportelli bancari è una diretta conseguenza della graduale chiusura attuata dalle istituzioni finanziarie.
Nel 2012 c’erano un totale di 32.881 sportelli, ma alla fine del 2021 questo numero si era notevolmente ridotto a 21.650.
Ciò rappresenta una riduzione di circa un terzo nell’arco di quasi dieci anni. Di conseguenza, i residenti hanno subito una perdita di 11.000 filiali all’interno delle loro comunità.
In Italia, analogamente ad altre nazioni europee, si è registrato un calo della quantità di sportelli bancari all’interno della regione.
Questa riduzione può essere principalmente attribuita a una rivalutazione globale dei modelli di business e delle strategie del settore bancario.
Ci sono essenzialmente tre ragioni principali per questo fenomeno. Il motivo iniziale è legato al crescente consolidamento all’interno del settore bancario, dove le banche più grandi stanno acquisendo quelle più piccole, in particolare quelle con una forte presenza locale.
Una volta effettuate queste acquisizioni, i gruppi bancari più grandi si sforzano di razionalizzare le loro operazioni per una maggiore efficienza e, purtroppo, questo spesso si traduce nella chiusura di filiali che non generano profitti significativi.
Questo ci porta alla seconda motivazione. Fino allo scorso anno, la Banca centrale europea ha mantenuto una deliberata strategia volta a mantenere tassi di interesse eccezionalmente bassi.
Ciò è stato fatto con l’intenzione di incoraggiare le persone a ottenere prestiti per vari scopi come l’acquisto di proprietà, l’avvio di attività imprenditoriali e la realizzazione di investimenti, il tutto nel tentativo di rinvigorire l’economia.
È importante notare che i tassi di interesse influiscono anche sui profitti guadagnati dalle banche quando concedono prestiti.
Di conseguenza, negli ultimi anni, le banche hanno registrato una minore redditività a causa dei summenzionati bassi tassi di interesse.
Proprio per questo motivo l’intero settore ha intrapreso una rivisitazione complessiva dei propri modelli di business, con l’obiettivo primario di ridurre i costi e quindi aumentare i guadagni.
Uno dei motivi principali è legato ai progressi della tecnologia. L’emergere e l’uso diffuso dei moderni metodi di pagamento hanno notevolmente semplificato la necessità di contanti fisici.
In particolare, questi progressi hanno consentito ai clienti di effettuare numerose transazioni online, come bonifici e pagamenti di bollette, rendendo superflua la presenza fisica degli sportelli bancari.
A causa di questi vari fattori, una parte significativa della popolazione, circa 4 milioni di individui, non ha un comodo accesso agli sportelli bancari fisici per i prelievi di contanti.
Questo problema, pur essendo in qualche modo mitigato dalla presenza di uffici postali su tutto il territorio nazionale, che spesso dispongono di bancomat, non garantisce a questi soggetti la libertà di scegliere il metodo di pagamento preferito.
In realtà, non sono in grado di accedere liberamente al contante. Questa mancanza di accesso sarà esacerbata se verrà rimosso l’obbligo per i commercianti di accettare pagamenti elettronici.