Arriva una notizia che non farà piacere a nessuno: niente pensione anticipata per coloro che sono nati in specifici anni.
Il recente annuncio secondo cui l’Amministrazione Meloni sembra considerare di ritardare l’attuazione di Quota 41 per tutti i privati fino al termine della legislatura, che è nel 2025, e di porre l’accento su Quota 103 per un altro anno, abilitando in particolare la pensione con 41 anni di contributi solo per chi ha già compiuto i 62 anni, ha suscitato un ampio dibattito.
In effetti, le persone che iniziano a lavorare in tenera età affrontano svantaggi intrinseci. Devono soddisfare il requisito contributivo obbligatorio di 41 anni prima di compiere 62 anni.
Di conseguenza, non potranno andare in pensione fino a quando non supereranno tale soglia o soddisferanno i requisiti per il pensionamento anticipato.
Inevitabilmente, incontreremo uno scenario in cui il requisito di 41 anni di lavoro è sufficiente per la pensione, ma solo se si supera una certa età.
Questa considerazione, tuttavia, prescinde dall’arduità del lavoro svolto. Il governo cerca di affrontare questa disparità attuando una Quota 41 universale, che consentirebbe la pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età.
Tuttavia, sembra che al momento manchino le risorse necessarie per tale riforma, per cui si prevede che l’attuazione di tale riforma avvenga solo verso la fine della legislatura.
I soggetti che risentiranno negativamente della scelta di ottenere la conferma per Quota 103 invece che per Quota 41 sono i nati dopo il 1962.
Si precisa che pur avendo accumulato i necessari 41 anni di contributi non avranno la possibilità di andare in pensione anticipata a meno che non rientrino in una delle specifiche categorie già ammissibili per Quota 41.
Quota 103 rimarrà nel 2024?
Sulla base delle più recenti speculazioni sulla riforma delle pensioni, sembra che il governo sia propenso a estendere l’attuazione della Quota 103 per un ulteriore anno.
Ciò significa che gli individui avranno ancora la possibilità di andare in pensione nel 2024 una volta raggiunti i 62 anni, purché abbiano accumulato contemporaneamente 41 anni di contributi.
A differenza della Quota 41, che consente il pensionamento anticipato a qualsiasi età a parità di contributi, esiste una misura che si applica a una fascia demografica relativamente ristretta.
Vale la pena notare che finora sono state presentate solo 17.000 domande, rispetto ai 41.000 pensionamenti previsti.
Tuttavia, è proprio a causa di questo fattore che è considerato finanziariamente più sostenibile ed è quindi una considerazione primaria per l’imminente riforma pensionistica pianificata dal governo per il 2024, quando si prevede che le risorse disponibili saranno notevolmente limitate.
Niente pensione anticipata per i nati dopo questi anni
Attualmente, per avere diritto al pensionamento a qualsiasi età, è necessario soddisfare i criteri per quello che viene comunemente definito pensionamento anticipato.
Per gli uomini ciò comporta aver versato contributi per un totale di 42 anni e 10 mesi, mentre per le donne richiede 41 anni e 10 mesi di contributi.
Inoltre, esiste un’opzione alternativa in cui le persone possono andare in pensione con soli 41 anni di contributi, anche se questo è limitato a specifiche categorie di lavoratori anticipati.
Con l’entrata in vigore della Quota 103 nel 2024, saranno ridotti i criteri per il pensionamento anticipato, in particolare per i nati prima del 1962, ovvero coloro che raggiungeranno i 62 anni entro la fine dell’anno successivo.
Tale categoria avrà la possibilità di andare in pensione dopo soli 41 anni di contribuzione, nel rispetto dei limiti previsti dalla Quota 103.
Tra questi limiti, il divieto di percepire contemporaneamente sia il reddito di lavoro dipendente che quello di pensione (almeno fino al raggiungimento dei requisiti per la vecchiaia). età o pensione anticipata), nonché il requisito che la pensione percepita non superi 5 volte l’importo minimo della prestazione.
L’eventuale saldo residuo verrà erogato una volta soddisfatte le condizioni per la pensione ordinaria.
Si consideri il caso di soggetti nati dopo il 1962 che hanno già accumulato 41 anni di esperienza lavorativa, o addirittura l’hanno superata.
Prendiamo, ad esempio, qualcuno nato nel 1964 che è stato impiegato stabilmente dall’età di 19 anni. Questo individuo non ha diritto al pensionamento anticipato ai sensi della Quota 41, in quanto non soddisfa i criteri per essere un lavoratore anticipato.
Entro l’anno 2024, questa persona avrà completato 41 anni di contributi, ma dovrà ancora attendere un ulteriore anno e 10 mesi per qualificarsi per il pensionamento anticipato.