Arrivano importanti notizie dall’INPS e riguardano le persone che hanno superato i 75 anni di età. Vediamo quali sono le decisioni prese.
Secondo la Legge di Bilancio 2023, in vigore dal 1° gennaio, le pensioni minime subiranno un aumento a circa 600 euro.
L’INPS, nel mese di giugno, ha emanato una circolare che delineava le linee guida operative per tale cambiamento.
La circolare ha confermato che il cedolino di luglio rifletterà l’aumento e includerà anche eventuali arretrati.
Per gli anni 2023 e 2024 si assisterà ad un notevole incremento del 6,4% delle prestazioni per i soggetti di età superiore ai 75 anni, indipendentemente dall’età.
Di conseguenza, chi ha più di 75 anni può aspettarsi di ricevere un assegno di circa 600 euro, mentre la pensione minima per tutti gli individui sarà fissata a 572,20 euro (rispetto all’importo dello scorso anno di 525,38 euro).
Questa guida completa fornisce una panoramica dettagliata e concisa degli aggiornamenti e delle modifiche alle pensioni minime per l’anno 2023.
Approfondiremo la definizione precisa e la funzionalità delle pensioni minime, nonché il loro valore monetario specifico.
Come da normativa dettata dal decreto legge 12 settembre 1983, n. 463, le pensioni minime si riferiscono all’importo minimo garantito delle pensioni per legge.
Queste pensioni minime servono come base di riferimento che il governo deve fornire ai suoi cittadini per garantire un tenore di vita dignitoso.
È un mezzo per integrare l’importo della pensione sulla base dei contributi versati durante i propri anni di lavoro.
Questo è comunemente indicato come “integrazione minima“. Le prestazioni pensionistiche maggiorate, dette pensioni integrate, vengono attuate quando l’importo pensionistico calcolato scende al di sotto della soglia minima richiesta per il sostentamento.
Il minimo di sussistenza è determinato annualmente sulla base della rivalutazione ISTAT del costo della vita.
Nel 2023 è aumentato del 7,3%. Pertanto, il minimo, calcolato utilizzando il conguaglio 2023, è appunto di 563,74 euro (ovvero 7.328,62 euro annui), come ribadito dalla Circolare INPS n. 135 del 22-12-2022.
L’INPS riconosce l’integrazione di tutte le prestazioni previdenziali dirette e indirette, entro determinate soglie di reddito.
Come chiarito nella Circolare INPS n. 35 del 04/03/2023, dal 1 gennaio 2023, fino al 31 dicembre 2024, le pensioni minime subiranno un ulteriore aumento oltre l’adeguamento ordinario.
È però la circolare INPS del 22 giugno 2023 a fornire le indicazioni su come calcolare e rispettare i rispettivi limiti.
L’aggiornamento delle procedure e l’aumento retroattivo a partire dal luglio 2023 sono stati successivamente confermati con avviso INPS pubblicato il 26 giugno 2023.
Una delle novità di rilievo della Legge di Bilancio 2023 è l’aumento a circa 600 euro per le persone di età pari o superiore a 75 anni, che integra gli aumenti annuali corrispondenti all’adeguamento dei prezzi al consumo.
Tuttavia, la Legge di Bilancio introduce anche una rivalutazione eccezionale nel 2023, pari all’1,5%, per tutti i percettori del beneficio minimo, indipendentemente dalla loro età.
In sintesi, le modifiche che entreranno in vigore solo nell’anno 2023 sono le seguenti:
Per poter beneficiare dell’integrazione minima è importante rispettare specifici limiti di reddito individuale, soggetti a variazione a seconda che il pensionato sia coniugato o meno.
La Circolare INPS n. 35 del 04/03/2023 fornisce informazioni dettagliate su tali limiti e delinea diversi scenari.
Successivamente, l’Istituto ha emesso il messaggio n. 2329 del 22-06-2023, che offre le istruzioni per il pagamento e le procedure necessarie.
Inoltre, una nota INPS pubblicata il 26 giugno 2023 conferma l’aumento, in vigore da luglio 2023, comprensivo di eventuali arretrati.