Ossessione da lavoro? Ecco le conseguenze e come rimediare

Cosa accade quando si lavora più di 16 ore nell’arco di una giornata e, nel momento in cui si fa altro, si continua a pensare a quel lavoro che ancora non si è portato a termine? In questo caso si parla di ossessione da lavoro. Ma quali sono le conseguenze e le soluzioni da applicare in questo caso?

Ossessione dal lavoro
Ossessione dal lavoro- Oipamagazine.it

Spesso capita di sentirsi ansiosi, nervosi e trascurare la famiglia oltre che gli amici. È questo ciò che accade nel momento in cui si è ossessionati dal lavoro. E’ importante però mettere dei paletti e fare in modo che un lavoro sia visto solo come tale e non come una vera e propria ossessione.

Il rapporto tra ossessione e ansia per il lavoro

Per alcuni il lavoro è talmente tanto importante al punto da essere diventato come un’ossessione.

Ma come riuscire a trovare una soluzione? Questo fenomeno prende il nome di workaholism.

Si tratta dell’incapacità di separarsi dal lavoro e di trascorrere tutto il proprio tempo a tenere alla larga la vita normale.

Coloro che ne soffrono, sono totalmente ossessionati dal lavoro. Si fa riferimento ad una dipendenza come potrebbe essere quella dei social network, dei giochi oppure di internet.

Un vero e proprio disturbo ossessivo-compulsivo, un comportamento definito patologico.

Coloro che ne soffrono non pensano altro che al lavoro al punto da non riuscire a staccarsene oppure da dedicare ogni attimo del proprio tempo a questo impiego.

Ciò che ne consegue è che la vita privata e quella familiare viene messa all’ultimo posto.

I sintomi di coloro che sono ossessionati dal lavoro

Colui che soffre di workaholism mette al primo posto il lavoro.

Dedicano a questo, un numero molto elevato di ore, un impiego che non termina nemmeno nel momento in cui esce dall’ufficio.

Workaholism
Workaholism- Oipamagazine.it

Si trovano a vivere in un perenne stato di ansia e allerta inerente al lavoro e si sentono spesso con l’acqua alla gola al punto da avere difficoltà a dormire.

Il soggetto in questione rischia anche di trascurare la famiglia insieme alle amicizie e alle altre relazioni personali, evitando attività di intrattenimento o svago.

Nel momento in cui questo viene costretto ad allontanarsi dal lavoro, diventa nervoso e  irritabile al punto da avere anche degli scatti di rabbia e ad iniziare a litigare con amici, colleghi, parenti e figli.

Visto che per queste persone il lavoro risulta essere tutto, nel momento in cui si trovano di fronte ad un fallimento in questo settore e, si va a distruggere totalmente la loro autostima portandoli alla depressione.

Il nesso tra ossessione per il lavoro e ansia

Quali sono gli elementi che spingono un soggetto ad essere ossessionato dal lavoro?

Ormai è abbastanza consolidata la relazione tra disturbi come depressione ansia e ossessione per il lavoro.

Inoltre potrebbe anche accadere che siano la depressione e l’ansia a fare in modo che il lavoro si trasformi in un’ossessione.

Il lavoro viene visto quindi come una sorta di valvola di sfogo che, per coloro che soffrono di ansia, viene usata per alleggerire i sintomi di un malessere.

Questo ciò che è stato sostenuto all’interno di un articolo reso pubblico The Atlantic, in progetto realizzato da Arthur C. Brooks, un giornalista e docente di management alla Harvard Business School.

Secondo ciò che possiamo leggere, sembra che l’ossessione per il lavoro, proprio come ogni altro tipo di dipendenza altro non è che la conseguenza di un malessere a livello mentale che già esisteva da tempo.

Chi premia l’ossessione sul lavoro

A sostenere l’ipotesi di Arthur C. Brooks è uno studio reso pubblico nel 2018 all’interno della rivista Depression and Anxiety, in cui si afferma che il 24% dei soggetti che soffrono di ansia vanno alla ricerca di un sollievo attraverso l’uso di droghe e alcol.

In poche parole, il rischio che si corre è quello di cadere in una qualsiasi forma di dipendenza, proprio come il workaholism.

Inoltre, in uno studio pubblicato nel 2016 all’interno della rivista scientifica PLOS One, è stato dimostrato che l’ossessione per il lavoro nasce per cercare di diminuire tutti quei sintomi, per nulla piacevoli, di depressione e ansia.

In ogni caso però è importante affermare che il workaholism risulta essere una dipendenza abbastanza subdola in quanto non sempre facile da riconoscere.

Infatti, nella maggior parte dei casi, coloro che ne soffrono negano il problema.

Inoltre, anche chi è vicino a questi soggetti, tende spesso a minimizzare il tutto.

Potrebbe poi anche capitare che lavorare 16 ore o anche di più al giorno, porti il soggetto ad ottenere una promozione. E quindi, come riuscire a trovare una soluzione a questa problematica?

Come uscire dall’ossessione sul lavoro

In questi casi, la prima cosa da fare sarebbe quella di chiedere aiuto ad una terapista.

Ossessione per il lavoro
Ossessione per il lavoro- Oipamagazine.it

Infatti, coloro che vedono nel lavoro una vera e propria ossessione, si devono concentrare su come utilizzare il tempo, cercando di conservare un registro delle attività principali.

Sarebbe sufficiente che, per pochi giorni, si scriva la quantità di tempo che si dedica al lavoro e quando invece ne viene utilizzato per il tempo libero.

Accanto ad ogni voce sarà poi necessario aggiungere il sentimento provato.

Così facendo, si potrà capire effettivamente quanto tempo si passa lavorando e quali sono le attività che portano maggiormente beneficio nella propria persona.

Dopo aver capito il problema, il passaggio successivo potrebbe essere quello di pianificare dei momenti liberi nel corso della giornata.

È molto importante però cercare di rispettarli, utilizzando la stessa determinazione che si presenta nel momento in cui si deve portare a termine un compito al lavoro.

Sarà necessario programmare, molto attentamente tutto il tempo libero, evitando di trascorrerlo sul divano a guardare la TV.

Infine è importante evitare di dimenticare che il workaholism può trovare cura anche avvalendosi dell’aiuto di una psicoterapista, il cui compito è quello di capire cosa c’è alla base di questo problema.

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