Pensioni, nuovi aumenti dall’INPS da 55 a 127€ al mese: ecco a chi spettano

Nuovi aumenti dall’INPS da 55 a 127 euro al mese sulle pensioni per il prossimo anno. Andiamo a vedere a chi spettano.

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Conclusa la prima metà dell’anno, si potranno iniziare a fare le prime previsioni sulla prossima rivalutazione, in particolare in relazione al successivo adeguamento delle pensioni in base al costo della vita.

È importante notare che all’inizio di ogni anno, il valore delle pensioni e delle altre forme di assistenza sociale, come l’assegno sociale o la pensione di invalidità, viene adeguato per riflettere il tasso di inflazione osservato nei 12 mesi precedenti.

Questo meccanismo di adeguamento è stato istituito per contrastare l’erosione annuale dei benefici causata dall’aumento del costo della vita.

In pratica, l’adeguamento iniziale delle pensioni considera un tasso temporaneo di rivalutazione.

L’aliquota finale, tuttavia, viene applicata solo nell’anno successivo. In caso di discrepanza tra i due valori, verrà effettuato un ulteriore aggiustamento.

Ciò comporta il ricalcolo della pensione a partire dal gennaio dell’anno precedente, con conseguente pagamento retroattivo di quanto eventualmente dovuto.

Ad esempio, questa è la logica alla base dell’adeguamento pensionistico anticipato nel gennaio 2024.

Comporterà il riconoscimento della differenza dello 0,80% tra l’aliquota provvisoria del 7,3% utilizzata nell’ultima rivalutazione e l’aliquota effettiva dell’8,1% registrata.

Per il calcolo dell’incremento di rivalutazione 2024 si deve tener conto del tasso medio di inflazione osservato nell’anno in corso.

Vale la pena notare che l’inflazione rimane relativamente elevata, sebbene inferiore al tasso dell’8,1% dell’anno precedente.

Rivalutazione pensioni nel 2024 in base all’andamento dell’inflazione

Attualmente il tasso di inflazione sta rallentando. Dopo una robusta impennata alla fine dell’anno precedente e un modesto aumento in aprile, c’è stata una diminuzione sostenuta durante i mesi di maggio e giugno. Nell’arco di sei mesi, il tasso di inflazione è sceso dal 10% al 6,4%.

Nuovi aumenti dall'INPS
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In tale contesto, si riportano di seguito i valori di inflazione ufficialmente certificati forniti dall’Istat per i primi sei mesi del 2023 su base annua:

  • 10% su base annua a gennaio 2023;
  • 9,1% su base annua a febbraio 2023;
  • 7,6% su base annua a marzo 2023;
  • 8,2% su base annua ad aprile 2023;
  • 7,6% su base annua a maggio 2023;
  • 6,4% su base annua a giugno 2023.

Ad oggi, il tasso medio di inflazione si attesta all’8,15%, un tasso simile a quello osservato lo scorso anno.

Tuttavia, la tendenza al ribasso indica che entro la fine dell’anno questo tasso dovrebbe diminuire.

Secondo il Documento di economia e finanza si prevede un valore del 5,4%. Tuttavia, è molto probabile che questo valore venga adeguato, potenzialmente aumentando, con l’imminente nota di aggiornamento DEF in attesa di approvazione entro la fine di settembre.

In termini di previsione, si può affermare che il tasso medio di inflazione previsto oscillerà tra il 5,5% e il 6%.

Questa proiezione garantisce un aumento sostanziale delle prestazioni pensionistiche, sulla base del notevole aumento osservato all’inizio del 2023.

Nuovi aumenti dall’INPS da 55 a 127 euro al mese

È importante notare che per la rivalutazione degli assegni nel 2024 continuerà ad essere in vigore il “sistema Meloni”.

Di conseguenza, l’aliquota piena sarà applicata solo alle pensioni inferiori a quattro volte il valore minimo di trattamento (circa 2.100 euro sulla base dei dati correnti). Eventuali pensioni superiori a tale soglia riceveranno una rivalutazione parziale:

  • tasso di rivalutazione dell’85% per le prestazioni pensionistiche tra le 4/5 volte il trattamento minimo;
  • tasso di rivalutazione del 53% per le prestazioni pensionistiche tra le 5/6 volte il trattamento minimo;
  • tasso di rivalutazione del 47% per le prestazioni pensionistiche tra le 6/8 volte il trattamento minimo;
  • tasso di rivalutazione del 37% per le prestazioni pensionistiche tra le 8/10 volte il trattamento minimo;
  • tasso di rivalutazione del 32% per le prestazioni pensionistiche oltre 10 volte il trattamento minimo.

Pertanto, nel caso in cui si verificasse una rivalutazione compresa tra il 5,5% e il 6%, una pensione valutata 1.000 euro subirebbe un incremento compreso tra 55 e 60 euro.

Cedolino pensione
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Al contrario, se si considera un assegno di importo pari a 1.500 euro, l’incremento rientrerebbe nella fascia da 82 a 90 euro.

Viceversa, una pensione di 2.000 euro subirebbe un aumento a tre cifre, passando da 110 a 120 euro.

A seguire si procederà ad una rivalutazione parziale, con un range di percentuali che varia dall’85% al ​​32%, come illustrato nei dati citati.

Per fare un esempio, per una pensione di importo pari a 2.500 euro, la rivalutazione comporterebbe un aumento compreso tra il 4,67% e il 5,1%, con un conseguente guadagno monetario da 116 a 127 euro.

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