Si può vendere una casa anche se uno degli eredi non è favorevole? La verità

È possibile vendere una casa se uno degli eredi non è favorevole? Per rispondere in modo univoco a questa domanda, è necessario riferirsi alla legge vigente in materia.

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Quando un genitore muore, i suoi figli hanno l’opportunità di ereditare la sua casa. Questo evento è indubbiamente doloroso e angoscioso, ma porta con sé anche alcune conseguenze legali che derivano dalla morte.

In alcuni casi, potrebbe esserci uno scenario in cui determinati beneficiari si trovano in una posizione in cui desiderano vendere la proprietà che hanno ereditato sotto forma di casa.

Nel caso in cui uno di questi beneficiari scelga di contestare la decisione, le implicazioni per un individuo che cerca di vendere un immobile possono essere piuttosto significative.

Quali opzioni sono disponibili per gli eredi se uno di loro non è disposto ad andare avanti? Esploriamo le potenziali soluzioni che sono a loro disposizione.

La comunione ereditaria per vendere una casa anche se uno degli eredi non è favorevole

All’atto dell’accettazione di un bene ereditato, si costituisce immediatamente una comunione ereditaria tra gli eredi.

La comunione ereditaria si riferisce a una forma comune di comunione in cui esiste la comproprietà del patrimonio ereditato.

Il codice civile, in particolare l’articolo 1100, stabilisce che quando un bene è in comproprietà di più persone, deve rispettare le norme che regolano la proprietà comune.

Se si presenta uno scenario in cui alcuni beneficiari hanno l’intenzione di vendere una residenza familiare mentre altri non hanno tale inclinazione, esistono quattro potenziali risoluzioni per affrontare la questione:

  • accordo fra eredi;
  • retratto successorio;
  • divisione per testamento;
  • divisione giudiziale.

Accordo tra eredi

Per avviare la vendita di un immobile, il primo passo è stabilire un consenso tra gli eredi che formano un collettivo. Questo approccio è comunemente noto come metodo conciliativo.

È ipotizzabile giungere a un’intesa reciproca tra le parti coinvolte e procedere alla vendita del bene senza il coinvolgimento di professionisti legali. Ciò può essere ottenuto dividendo il bene in base alle rispettive quote di proprietà.

Una volta raggiunto un accordo tra gli eredi, il passo successivo sarà quello di procedere alla vendita dell’immobile.

Se scegli di lavorare con un’agenzia immobiliare convenzionata, probabilmente bisogna pagare delle commissioni sulla vendita.

Utilizzando l’ampia pubblicità su importanti piattaforme online e supervisionando in modo efficiente l’intero processo di transazione, diventa possibile accelerare la vendita della proprietà e concludere con successo il processo di divisione dell’eredità.

Dopo che la casa è stata venduta e tutti i beni comuni sono stati regolati, si può procedere allo scioglimento della comproprietà.

Retratto successorio

Quando la successione viene ritirata, si crea una situazione in cui un erede desidera vendere la propria parte della proprietà ereditata.

Ai sensi dell’articolo 732 del codice civile, è previsto che gli eredi abbiano la prerogativa di avere la possibilità di acquisire la quota dell’altro erede prima che questa sia venduta a un soggetto esterno.

Se un erede sceglie di vendere la propria quota a un’altra parte, è tenuto a informare i restanti eredi del prezzo di vendita proposto.

Ciò consente agli altri eredi di esercitare il diritto di prelazione. Il diritto di prelazione deve essere esercitato entro il termine di 60 giorni per la restante quota.

Se in prelazione non riceveranno la notifica, avranno la possibilità di reclamare la loro quota o dall’acquirente o dall’eventuale futuro proprietario, purché la comunione ereditaria sia ancora attiva sui beni in questione.

Divisione per testamento

Nel caso in cui il testatore abbia disposto la distribuzione dei beni mediante testamento, potrebbe non essere necessario coinvolgere un giudice.

In tali situazioni, se il testatore ha assegnato le quote equamente, diventa fattibile distribuire i beni anche prima della morte del testatore.

Divisione giudiziale

Se non è possibile raggiungere il consenso, l’unica linea d’azione rimanente è cercare una soluzione attraverso un processo giudiziario. Non esiste un termine prescritto entro il quale deve avvenire la partizione di un bene.

Una potenziale restrizione che può insorgere è legata all’età dei beneficiari. Se tutti i beneficiari sono minorenni, non è possibile procedere all’assegnazione del patrimonio finché il beneficiario più giovane non raggiunge un’età minima di 19 anni.

C’è una restrizione secondaria che deve essere presa in considerazione quando si divide il patrimonio, che è imposta dal testatore, la persona fisica che possedeva la proprietà.

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Secondo tale vincolo, la divisione non può avvenire se sono trascorsi più di 5 anni dalla data del decesso. Tuttavia, il giudice ha l’autorità di procedere alla divisione in caso di circostanze attenuanti.

Se si sceglie di andare avanti con il processo di divisione giudiziale, bisogna rispettare i seguenti passaggi:

  • individuazione dei beni che sono oggetto dell’eredità;
  • liquidazione dei beni in modo proporzionale alle quote di ciascun erede;
  • attribuzione per sorteggio delle quote nel caso abbiano percentuali uguali.

Nel caso in cui le percentuali sono diverse, vengono attribuite direttamente dal giudice.

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