Una nuova svolta è in arrivo e riguarda specificatamente le pensioni INPS. Il Governo promette che la riforma si farà.
L’imminente scadenza di Quota 103, una misura attuata dall’amministrazione Draghi per affrontare la riforma delle pensioni in Italia, richiede un’azione rapida.
Il ministro Calderone ha avanzato diverse proposte, tra cui l’introduzione di un regime pensionistico contributivo per i giovani e le donne, nonché un singolare strumento per favorire l’esodo volontario.
Di conseguenza, il programma deve essere finalizzato prima dell’attuazione della legge di bilancio per un’efficacia ottimale.
Se le circostanze fossero diverse, si ritornerebbe alla legge Fornero, che prevede che le persone fisiche debbano aver compiuto 67 anni e avere un minimo di 20 anni di contributi, ovvero 42 anni e 10 mesi di contributi indipendentemente dall’età, per poter accedere al proprio fondo pensione.
Nello scenario attuale, ci riferiamo a Quota 41, che viene propagandata come la riforma pensionistica ottimale per il nostro Paese. Tuttavia, ciò che resta da determinare è l’esito prima dell’introduzione della nuova legge di bilancio.
Il Governo Meloni sta attualmente valutando un’alternativa alla proroga di Quota 103 per tutto il 2024. Quota 103 è un provvedimento che consente a chi ha raggiunto l’età minima di 62 anni di andare in pensione con 41 anni di contributi.
Parallelamente, all’interno del Ministero del Lavoro sono in corso discussioni sulla possibilità di attuare Quota 41. Ecco una breve panoramica di questa misura proposta.
Pensioni INPS: nuova svolta da parte del Governo
Con l’attuazione di Quota 41, il raggiungimento dei benefici pensionistici per i lavoratori non sarebbe più vincolato alla sola età anagrafica.
Invece, l’importo della pensione sarebbe determinato esclusivamente sulla base dei loro contributi al sistema, a partire da un minimo di 41 anni.
Nel corso dell’incontro tra enti, sindacati e il ministro del Lavoro, Marina Calderone, è stata presentata una traccia programmatica.
Il ministro ha fornito un elenco degli interventi che il governo intende attuare in merito alla riforma delle pensioni.
Tuttavia, le specifiche tecniche e la copertura finanziaria non sono state discusse in questo momento. La prossima nota di aggiornamento al Def, prevista per l’autunno, fornirà ulteriori chiarimenti sulle risorse disponibili per la riforma delle pensioni.
Nel corso delle trattative tra il governo e le parti sociali sono stati discussi diversi argomenti. Tra questi il tema della flessibilità in uscita, l’ampliamento del perimetro dell’Ape sociale, la deducibilità degli interventi assistenziali, la pensione contributiva per i giovani e le donne.
Calderone ha presentato alle parti sociali un metodo per presidiare la cassa integrazione incentivata. Il punto focale, ancora una volta, è la responsabilità del governo in questa vicenda.
Attualmente, tra le modalità utilizzate per consentire alle persone di uscire anticipatamente dal lavoro, con l’intenzione di fornire benefici economici allo Stato, ci sono l’apertura settennale per le aziende in difficoltà, contratti di espansione e controlli concordati durante il confronto diretto tra il dipendente e il fornitore.
Che fine farà Opzione Donna?
Nel frattempo va diminuendo la possibilità di ripristinare l’Opzione Donna secondo le restrizioni proposte dall’ultima Legge di Bilancio.
Il governo sta attualmente esplorando un approccio alternativo che consentirebbe alle donne di andare in pensione anticipatamente senza richiedere una riduzione della loro indennità.
A conclusione della riunione di governo del 26 giugno, i sindacati hanno rilasciato le loro dichiarazioni in sequenza casuale.
Maurizio Landini, capogruppo della CGIL, ha giudicato “inefficace” l’incontro. Pierpaolo Bombardieri, segretario della Uil, ha affermato che “le chiacchiere ei simboli non hanno alcun valore”.
Luigi Sbarra, segretario della Cisl, considera invece il dialogo sulla riforma delle pensioni con il governo come uno “sviluppo promettente”.
Secondo il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, il governo assicura che l’attuazione di Quota 41 sarà portata a termine, sia quest’anno che il prossimo.
Ad oggi Quota 103 ha già portato al pensionamento anticipato di 17.000 persone e numerose sono le altre domande attualmente in lavorazione.
Pertanto, si prevede che entro la fine dell’anno il numero totale di persone che lasceranno il lavoro raggiungerà circa 40.000-50.000.
Mentre il governo delibera con le varie parti interessate, si aspettano con impazienza le decisioni imminenti che emergeranno da queste discussioni.
Nel frattempo, è opportuno segnalare che l’INPS ha ufficialmente annunciato il prossimo aumento delle pensioni minime, che è entrato in vigore dal 1° luglio.