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Economia e Finanza

INPS, brutta notizia per questi percettori: addio alla pensione per diversi anni

Le pensioni in Italia: una questione che suscita da sempre grandi preoccupazioni e dibattiti. La riforma delle pensioni promossa da Elsa Fornero nel 2011 ha segnato un punto di svolta, introducendo importanti cambiamenti nel sistema previdenziale del Paese. E ora, dal 2024, ci sono brutte notizie per alcuni percettori. L’addio alla pensione potrebbe diventare una realtà per diversi anni. Scopriamo insieme chi sarà colpito da questa nuova misura.

Addio pensione – oipamagazine.it

Le pensioni, un argomento che coinvolge direttamente ogni lavoratore italiano. La prospettiva di poter godere di una meritata pensione è ciò su cui molti contano per assicurarsi una vecchiaia serena e tranquilla. Tuttavia, l’implementazione della riforma delle pensioni nel 2011 ha portato significativi cambiamenti al sistema previdenziale del nostro Paese.

La figura centrale in questa trasformazione è stata Elsa Fornero, allora Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. La sua proposta aveva lo scopo di affrontare il crescente deficit del sistema pensionistico italiano, ma ha anche suscitato molte polemiche e preoccupazioni tra i cittadini.

Ma la notizia peggiore sembra essere arrivata solo recentemente, dal 2024 alcuni percettori rischiano addirittura l’addio alla pensione per diversi anni. Sembra incredibile pensare che coloro nati nel 1962 potrebbero perdere fino a due anni di diritto alla pensione rispetto ai loro coetanei nati nel 1961.

La Quota 103 rappresentava un timido tentativo di mitigare questo effetto negativo, consentendo agli individui con almeno 63 anni d’età e con almeno 38 anni di contributi versati la possibilità di accedere alla pensione. Tuttavia, con il passare del tempo, questa opzione è diventata sempre più restrittiva e, al momento, è disponibile solo per una fascia di persone.

La riforma di Elsa Fornero, addio alla pensione

La riforma delle pensioni di Elsa Fornero ha rappresentato un importante cambiamento nel sistema previdenziale italiano. Introdotta nel 2011, questa riforma mirava a rendere più sostenibile il sistema pensionistico e ad affrontare la sfida dell’invecchiamento della popolazione.

Pensione – oipamagazine.it

Una delle principali misure introdotte da questa riforma è stata l’aumento dell’età pensionabile. Con il passare degli anni, infatti, sempre più lavoratori dovranno aspettare fino ai 67 anni per poter accedere alla pensione. Questo significa che molti italiani dovranno prolungare la loro attività lavorativa e rimandare i progetti di vita post-lavoro.

Il prossimo anno, il 2024, potrebbe iniziare senza grandi cambiamenti nella materia previdenziale. La tanto attesa riforma delle pensioni, che il Governo sembra aver rimandato al 2026, potrebbe non essere attuata. In assenza di interventi significativi da parte dei legislatori, è probabile che si ritorni al regime previdenziale introdotto dal Governo Monti nel 2011 con l’allora Ministra del Lavoro Elsa Fornero.

È importante sottolineare che a partire dal 2024 potrebbero essere applicate nuove misure che riducono i benefici pensionistici. Quindi fondamentale, specialmente se le tre iniziative che scadono il 31 dicembre 2023 non verranno estese, che riparliamo della Quota 103, dell’Opzione donna e dell’APE sociale. Dobbiamo considerare il rischio che i lavoratori affrontino le conseguenze dello scalone.

Ecco chi dirà addio alla pensione dal 2024

Come abbiamo visto, la riforma delle pensioni di Elsa Fornero ha portato a numerosi cambiamenti nel sistema previdenziale italiano. La recente notizia della stangata sulla pensione dal 2024 ha sollevato un allarme tra i sindacati e coloro che si avvicinano all’età della pensione.

Quando nel 2012 fu introdotta per la prima volta la riforma pensionistica di Elsa Fornero, si verificò un effetto drammatico che portò alla formazione dei cosiddetti “esodati”. Questi erano individui che avevano già pianificato il loro ritiro lavorativo e avevano lasciato il loro impiego. A causa delle restrizioni imposte dalla riforma, si trovarono improvvisamente senza lavoro e senza una pensione. Di conseguenza, furono necessari diversi interventi di protezione negli anni successivi per affrontare questa situazione.

Nel 2024 potrebbe verificarsi una situazione simile a quella descritta, sebbene non sarà così grave come nel passato. Ad esempio, coloro che sono nati nel 1962 corrono il rischio di perdere circa 2 anni di pensione rispetto a coloro nati nel 1961, se non viene estesa l’opzione della Quota 103. Attualmente, la Quota 103 consente di accedere alla pensione a 62 anni di età con almeno 41 anni di contributi versati.

Pensione – oipamagazine.it

Inoltre, coloro che raggiungeranno i requisiti necessari nel 2024 (ossia avere 62 anni di età e 41 anni di contributi) dovranno continuare a lavorare per ulteriori due anni e raggiungere i 42,10 anni di contributi richiesti per la pensione anticipata ordinaria, qualora la Quota 103 venga eliminata. Inoltre, nel caso in cui si perda il lavoro, sarà necessario trovare un nuovo impiego o attendere il 2029 quando si raggiungeranno i 67 anni di età per accedere alla pensione di vecchiaia.

Opzione donna, APE sociale

Un argomento simile può essere affrontato in relazione all‘APE sociale e all’Opzione donna, anche se limitato a determinate categorie di lavoratori. Attualmente, coloro che sono nati nel 1960 possono usufruire dell’APE e lasciare il lavoro. Questa misura consente di andare in pensione a 63 anni con una carriera lavorativa di almeno 30 anni.

Se si è invalidi, caregiver o disoccupati, di 32 anni per edili e ceramisti, o di 36 anni per altre attività gravose. Tuttavia, coloro che sono nati nel 1961 e raggiungeranno i 63 anni nel 2024 potrebbero non avere la stessa opportunità concessa agli individui nati nel 1960. Pertanto, dovrebbero attendere fino all’età di 67 anni per accedere alla pensione di vecchiaia nel 2028.

Non c’è nulla da fare, inoltre, senza ottenere la conferma dell’Opzione donna per le donne che raggiungono i 60 anni nel 2023 e hanno già accumulato almeno 35 anni di contributi. È importante notare che la combinazione tra l’età e il numero dei contributi dovrebbe essere completata l’anno precedente a quello del pensionamento. In caso contrario, si rischia di perdere ben 7 anni di pensione. È opportuno ricordare che l’Opzione donna può essere attivata a partire dal momento in cui si compiono 60 anni (58 o 59 a seconda delle categorie e del numero di figli avuti).