Bonus 660 euro a queste mamme, ma solo se rispettano un requisito: quale

Per queste mamme è in arrivo un bonus 660 euro, a patto che rispettino un determinato requisito. Andiamo a vedere quale.

Bonus mamme
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Da gennaio 2022 è previsto un unico beneficio per i figli, che è andato a sostituire vari tipi di assistenza familiare.

Tra queste, l’eliminazione delle detrazioni Irpef pendenti sui familiari, degli assegni familiari, del bonus bebè, del bonus mamma e dell’assegno per il terzo figlio.

Secondo quanto previsto dalla Legge di Bilancio, l’attuazione dell’assegno unico e onnicomprensivo per i figli è stata effettuata parallelamente al conto famiglia.

Tale disegno di legge è entrato in vigore dal 1° luglio 2021. Le famiglie che rientrano nei parametri specificati potranno beneficiare di un importo massimo mensile di 250 euro per ogni figlio a carico.

Tale assegno si applica ai figli dal settimo mese di gravidanza fino al compimento del diciottesimo anno di età.

Il termine “universale” è usato per descrivere questa particolare indennità perché è accessibile a tutti gli individui, indipendentemente dal loro stato lavorativo.

Sono compresi i lavoratori autonomi, i dipendenti, i disoccupati, i pensionati con figli disabili, i percettori di reddito minimo e i beneficiari di altre iniziative sociali.

Assegno unico 2023: chi ne ha diritto

L’assegno per figlio unico in Italia è destinato a una vasta gamma di individui. Sono compresi i domiciliati o residenti in Italia, i soggetti che pagano le tasse nel nostro Paese, i cittadini stranieri attualmente occupati in Italia da almeno 6 mesi o coloro che sono titolari di un permesso di soggiorno per ricerca da almeno 6 mesi.

Assegno Unico INPS
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Si applica, inoltre, agli stranieri che risiedono in Italia da almeno due anni, anche se la residenza non è stata continuativa, e che hanno figli a carico dal settimo mese di gravidanza fino all’età di 21 anni.

Entrambi i genitori hanno diritto a ricevere l’assegno, che viene diviso equamente tra loro o distribuito a coloro che condividono la responsabilità genitoriale se i genitori sono assenti.

In caso di separazione o divorzio l’assegno spetta al genitore affidatario e, in caso di affidamento condiviso, l’assegno viene ripartito tra i due genitori.

Come richiederlo

Per percepire l’assegno universale, il genitore o il titolare della patria potestà deve presentare domanda attraverso il portale INPS.

Per accedere è necessario il requisito minimo di uno SPID di livello 2, di una Carta d’Identità Elettronica 3.0 (CIE) o di una Carta Nazionale dei Servizi (CNS).

Il riferimento ISEE utilizzato è dell’anno precedente. È anche possibile scegliere di non comunicare il proprio ISEE, in tal caso si riceverà un importo minimo di 50 euro a figlio.

Si ricorda che a partire dal 1° marzo 2023 i soggetti che hanno precedentemente presentato domanda di assegno unico e universale (AUU) per figli a carico tra gennaio 2022 e febbraio 2023 riceveranno automaticamente l’erogazione ufficiale del beneficio all’INPS senza necessità di ripresentare domanda.

Resta comunque necessario rinnovare l’ISEE per percepire l’intero importo dell’assegno.

Avranno invece la possibilità di presentare la domanda i soggetti che non hanno ancora usufruito dell’Assegno Unico o coloro che hanno presentato in precedenza domanda respinta o scaduta prima del 28 febbraio 2023.

A partire da marzo 2023, l’erogazione dell’assegno avverrà con cadenza mensile, direttamente dall’INPS, per le domande presentate entro il 30 giugno 2023. L’erogazione avverrà tramite bonifico bancario.

Assegno unico 2023: le quote

Ogni figlio minore a carico e il neonato a partire dal settimo mese di gravidanza hanno diritto a un assegno unico.

Ulteriori aumenti dell’assegno sono previsti per le famiglie con un terzo figlio e oltre, in particolare se il figlio è portatore di handicap.

Tale aumento è composto da una quota variabile e da una quota fissa, che sarà determinata in base a quanti figli sono presenti nel nucleo familiare e alla loro età.

Per le famiglie con un massimo di due figli, la somma mensile varia da un minimo di 50 euro a un massimo di 175 euro, purché l’ISEE sia inferiore a 15mila euro.

Per i soggetti il ​​cui ISEE supera i 40mila euro, il versamento mensile va dai 50 ai 55 euro.

A partire dal terzo figlio si registra un aumento progressivo dell’importo che va dai 15 agli 85 euro, e tale aumento è determinato dall’ISEE.

Se una famiglia ha quattro o più figli, verrà aggiunto un importo aggiuntivo di 100 euro al mese.

Per l’anno in corso l’importo che viene erogato è stato incrementato in questo modo:

  • +50% nel corso del primo anno di vita del bambino
  • +50% a favore dei figli che hanno compiuto 3 anni;
  • +50% per i nuclei familiari che hanno almeno 3 figli e con ISEE che arriva fino a 40mila euro.

I richiedenti devono assicurarsi che eventuali modifiche alle informazioni fornite nella domanda iniziale di assegno unico presentata all’INPS siano tempestivamente comunicate entro il 28 febbraio 2023.

Tali modifiche possono comprendere, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, nascita di figli, modifiche o integrazioni dello stato di invalidità, separazioni, modifiche dell’IBAN, raggiungimento della maggiore età dei figli.

È essenziale integrare tempestivamente tali modifiche nella domanda precedentemente presentata.

Tutti i beneficiari sono tenuti a presentare la DSU aggiornata per il 2023 e rinnovare l’ISEE ai fini della quantificazione del beneficio individuale.

ISEE
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In mancanza di una DSU valida e correttamente certificata, il calcolo del beneficio individuale si baserà sugli importi minimi previsti a partire da marzo 2023.

Il pagamento in questione può essere percepito sia come credito d’imposta sia come versamento mensile in contanti.

Ha il potenziale per essere utilizzato in combinazione sia con il reddito di base che con la pensione di base e, se necessario, può essere ricevuto insieme a questi benefici.

Inoltre, tale assegno è cumulabile con eventuali altri programmi di assistenza monetaria finalizzati al sostegno dei figli a carico, offerti dalle Regioni, dalle Province autonome e dagli enti locali.

Ogni anno gli importi dell’assegno e le relative soglie ISEE sono soggetti ad adeguamento in base all’oscillazione dell’indice del costo della vita.

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