Qual è la banca più ricca d’Italia? Stando a questa classifica il primo posto è suo

In questo articolo sveleremo qual è la banca più ricca d’Italia, ma parleremo anche di tutte le altre banche leader nel nostro Paese.

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Nella classifica che misura la patrimonializzazione delle banche italiane, la competizione è in primis tra due grandi player: Intesa San Paolo e Unicredit.

Intesa San Paolo, che ha sede a Torino, detiene la prima posizione poiché ha una capitalizzazione pari a 38,86 miliardi; Unicredit, invece, che ha sede a Milano, segue a ruota con 22,93 miliardi.

Tutte le altre banche si trovano molto indietro in questa classifica. L’indicatore specifico preso in esame in questo caso è la capitalizzazione di mercato, la quale rappresenta il valore di mercato di una società.

Questo valore è determinato con la moltiplicazione del numero di azioni con il rispettivo prezzo in un dato momento.

Per esempio, nel caso di Intesa San Paolo, ci sono 19.430.463.305 azioni, ognuna valutata 1,98 euro circa. Da questo calcolo risulta una capitalizzazione complessiva di 38,86 miliardi di euro.

Qual è la banca più ricca d’Italia? Ecco la classifica

Non è difficile immaginare che il valore di una banca oppure di una società possa fluttuare frequentemente, a volte anche drasticamente, a causa di eventi positivi o negativi come improvvise impennate o crolli del mercato.

Tuttavia, l’esame della sua capitalizzazione è considerato molto vantaggioso per le persone incaricate di fare scelte di investimento.

Intesa Sanpaolo banca più ricca d'Italia
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Infatti, è considerato più prezioso del prezzo di ognuna delle azioni, poiché fornisce un’indicazione piuttosto precisa delle dimensioni dell’azienda e, in una certa misura, anche della sua stabilità.

possibile che l’azione di una società che è quotata in borsa abbia un valore inferiore rispetto a un’altra, tuttavia quest’ultima può possedere una capitalizzazione di mercato maggiore a causa dell’emissione di un numero maggiore di azioni.

Mediobanca è al terzo posto

La domanda sorge spontanea: chi sono le prime banche italiane per capitalizzazione? Se il primo e il secondo posto sono incontrastabili, la terza posizione è detenuta da Mediobanca.

Questa istituzione, fondata da Enrico Cuccia, si occupa principalmente di asset management Corporate e Investment Banking.

Il suo valore complessivo è di 8,05 miliardi, 2,8 volte meno di Unicredit, attualmente al secondo posto.

Segue da vicino in quarta posizione Fineco Bank, già appartenente a Unicredit ma ora entità indipendente dal 2019.

È rinomata come istituzione leader in Italia per il trading online ed è considerata un pioniere nel regno dei servizi Internet. Per quanto riguarda la capitalizzazione di mercato, questa è pari a 7,7 miliardi di euro.

A seguire un’altra realtà non convenzionale, Banca Mediolanum, specializzata nella fornitura di servizi di consulenza finanziaria e gestione del risparmio.

La stimata istituzione della famiglia Doris vanta un patrimonio che ammonta a 5,28 miliardi di euro. Banco Bpm, ad esempio, detiene una capitalizzazione di mercato pari a 4,82 miliardi, mentre Banca Generali, simile a Mediolanum nel focus primario sul Private Banking, si attesta a 3,65 miliardi.

All’ottavo, nono e decimo posto si collocano rispettivamente Bper Banca, valutata 2,61 miliardi, Credito Emiliano, 2,09 miliardi, e Monte dei Paschi di Siena, 0,75 miliardi.

Quale la classifica senza la pandemia?

Se una graduatoria fosse stata formulata qualche anno prima dell’avvento della pandemia di Covid, avrebbe prodotto un risultato simile, pur con alcune posizioni e, in particolare, una maggioranza dei valori distinti.

Alla chiusura del 2019 la capitalizzazione di mercato di Unicredit si attestava a 29,18 miliardi di euro, un margine leggermente inferiore a quello di Intesa, che aveva raggiunto la cifra di 41,27 miliardi di euro.

Durante l’inizio della fase pandemica, la banca di Milano ha registrato il calo maggiore, con un crollo del valore del cinquanta per cento nella primavera del 2020.

Prima dello scoppio, Banca Mediolanum aveva appena superato Fineco Bank in termini di capitalizzazione di mercato, con valori rispettivamente pari a 6,59 miliardi e 6,54 miliardi. Tuttavia, oggi Fineco Bank supera Banca Mediolanum di ben 2,42 miliardi.

Nell’ultimo biennio le quotazioni di Fineco hanno assunto una traiettoria notevolmente favorevole, superando anche le performance dei principali attori del settore.

Già a giugno 2020 si erano ripresi con successo dalle battute d’arresto causate dalla pandemia di Covid e attualmente, nonostante la recente flessione dovuta al conflitto in Ucraina, continuano a mantenere un livello che supera i picchi pre-pandemia.

Contrariamente, il valore del titolo Intesa in Borsa ha registrato un calo del 20% in confronto al valore di febbraio 2020.

Monte Paschi di Siena: valore dimezzato in poco più di due anni e mezzo

Le classifiche delle banche italiane per capitalizzazione sono rimaste invariate dalla fine del 2019. Tuttavia, la capitalizzazione di mercato di tutte le altre banche è aumentata da allora, ad eccezione del Monte dei Paschi di Siena.

All’epoca il suo valore totale era di 1,59 miliardi, ma da allora è diminuito del 50%. È importante notare che questo calo non è attribuito esclusivamente a Covid-19.

Il calo delle quotazioni azionarie della banca toscana era già iniziato prima della pandemia, a seguito di ben note sfide che l’hanno messa a rischio fallimento e alla fine ne hanno portato l’acquisizione da parte del governo.

Intesa San Paolo al terzo posto per valore

Tra le grandi multinazionali in Italia spicca Intesa San Paolo, la banca del nostro Paese con la più alta capitalizzazione.

Detiene una posizione di rilievo nel mercato, essendo una delle più grandi aziende del paese. La sua capitalizzazione di borsa si trova al terzo posto in Italia, dopo Enel (62,42 miliardi di euro) ed Eni (50,38 miliardi di euro).

Intesa Sanpaolo
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Supera altre aziende importanti come Ferrari (34,33 miliardi di euro) e Generali (27,4 miliardi di euro). A queste aziende segue Unicredit, che prende il posto di altre grandi multinazionali come Snam, Atlantia e Terna.

Su scala globale, le entità che percepiamo come giganti in Italia impallidiscono rispetto all’immenso potere delle multinazionali.

In parole povere, la società a più alta capitalizzazione, Saudi Aramco, un conglomerato petrolifero, vanta un valore sbalorditivo di 2.250 miliardi di euro, che è circa 36 volte superiore a quello di Enel.

Inoltre, anche aziende come Microsoft, Apple e Alphabet (la società madre di Google) superano i 1.000 miliardi in termini di capitalizzazione.

Intesa solo 401esima a livello internazionale

JP Morgan Chase, la banca con la più alta capitalizzazione di mercato su scala mondiale, vale 347,58 miliardi di euro, 9 volte maggiore di Intesa.

In termini di istituzioni bancarie globali, Intesa si colloca appena al 52esimo posto e, tra tutte le aziende, si trova al 401esimo, appena superato da marchi riconoscibili come Volvo e Uber, ma anche da numerose aziende sconosciute al grande pubblico italiano.

La questione della bassa capitalizzazione tra le società italiane è un problema persistente e intrinseco, che colpisce in particolare le imprese più piccole.

Ciò le ha storicamente portate a fare maggiore affidamento sul credito e sulla leva finanziaria rispetto alle società di altri paesi. Tuttavia, anche le più grandi aziende italiane non sono esenti da questa sfida.

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