Chi riceverà i 6 mesi di arretrati sul cedolino di luglio? Andiamo ad analizzare nei dettagli questa lieta notizia.
Riconosciamo il diffuso impulso a criticare il governo e persino a sfruttare il disordine dei partiti dell’opposizione per un tornaconto politico.
Tuttavia, prima o poi Maurizio Landini dovrà fare i conti con il fatto che un sindacato non può partecipare a scioperi contro aumenti salariali e pensionistici, soprattutto se a beneficio delle fasce più deboli della società.
Certo, queste somme possono essere insufficienti e inadeguate per combattere le pressioni inflazionistiche, e forse troppo esigue per offrire un vero sollievo a chi è in gravi difficoltà.
Tuttavia, mentre il leader della Cgil si ostina a lanciare minacce infuocate e ad accusare il governo di inezia, gli stipendi sotto i 35.000 euro sono addirittura aumentati, grazie alle riduzioni della pressione fiscale, di importi che possono arrivare fino a 100 euro al mese.
Adesso tocca a discutere di pensioni, anche se non di quelle cospicue e generose tipiche dei sindacalisti anziani come lui.
Ci riferiamo invece alle pensioni minime che, fino allo scorso dicembre, erano fissate in miseri 525 euro.
Il primo impulso è già stato attuato attraverso il consueto conguaglio legato all’inflazione, che ha portato l’importo a 563 euro.
A partire dal 1° luglio, come confermato ieri dall’INPS, entreranno in vigore anche gli ulteriori incrementi previsti dall’ultima manovra finanziaria.
Questa decisione è stata presa dal governo, che è stato accusato di trascurare i bisogni dei poveri.
Per quest’anno (e in parte per il prossimo), le indennità più basse non saranno adeguate al 100% del costo della vita, bensì al 101,5%, che sale al 106,4% per gli over 75.
Tuttavia, entro 2024, l’adeguamento sarà del 102,7% per tutti, indipendentemente dall’età.
6 mesi di arretrati sul cedolino
I prossimi adeguamenti, temporaneamente sospesi per vincoli tecnici, riguarderanno tutte le pensioni minime, che attualmente ammontano a circa 2 milioni.
Per i soggetti classificati come pensionati “più giovani”, l’indennità mensile vedrà un aumento a 572,20 euro.
Per i maggiori di 75 anni l’importo salirà a 599,82 euro. Sebbene questa cifra sia inferiore all’obiettivo originario di Silvio Berlusconi di 1.000 euro, è comunque un traguardo significativo che è stato calorosamente accolto dal defunto leader di Forza Italia.
A livello di riaccertamento ordinario, tale incremento ammonta a 37 euro e, rispetto al precedente versamento di dicembre, corrisponde ad un incremento di circa 75 euro.
I pensionati saranno senza dubbio piacevolmente sorpresi di vedere il proprio cedolino INPS.
Con la liquidazione di luglio, l’istituto previdenziale ha chiarito che non solo verranno effettuati i pagamenti regolari, ma anche eventuali arretrati scaduti dal 1° gennaio 2023, o dall’inizio della pensione, se successiva, saranno inclusi e chiaramente visualizzati come un elemento separato sul cedolino.
In sostanza, l’attesa si è tradotta in un piccolo bonus, con gli aventi diritto alla rivalutazione più generosa che hanno ricevuto circa 300 euro.
Altri riceveranno circa 70 euro. Diverso il discorso per chi ha già ricevuto tutti gli aumenti previsti. La Legge di Bilancio 2023 prevede sette fasce di rivalutazione per il biennio 2023-2024, in base all’importo della pensione.
La perequazione
Si osserva un approccio più generoso, il quale presente un indice di perequazione pari al 100% del tasso inflazionistico provvisorio, fissato al 7,3%.
Questo approccio si applica ai trattamenti che rientrano nella fascia da una a quattro volte l’importo minimo, ossia fino a 2.101,52 euro.
Tuttavia, con il progredire della scala, il livello di aggiustamento diminuisce. Per le mensilità fino a 2.626,90 euro il conguaglio è fissato all’85%.
Tale percentuale scende poi al 53% per pagamenti fino a 3.152,28 euro e al 47% per pagamenti fino a 4.203,04 euro.
Si arriva infine alla categoria delle pensioni che vanno dalle otto alle dieci volte l’importo minimo, arrivando fino a 5.253,80 euro, la cui rivalutazione è stata del 37%.
Per le pensioni che superano tale soglia e garantiscono un reddito mensile consistente, l’adeguamento è limitato al 32%.
Per illustrare questo, si consideri una pensione lorda di 3.000 euro al mese, che è stata aumentata di 116 euro al mese. Allo stesso modo, una pensione di 6.000 euro al mese è stata aumentata di 140 euro.
Un ulteriore scatto
L’obiettivo ora è determinare se ci saranno risorse sufficienti per l’imminente manovra per soddisfare quanto richiesto dal Cavaliere.
Il ministro del Lavoro, Elvira Calderone, sta attualmente esaminando la questione. È ampiamente riconosciuto che la quantità di denaro disponibile è limitata.
Inoltre, le spese sostenute continuano ad accumularsi. Il solo mantenimento della riduzione del cuneo fiscale dell’anno in corso richiederà circa 10 miliardi.
In modo da far fronte alle richieste che il Cavaliere ha avanzato lo scorso autunno, e adesso portate avanti da Forza Italia, sarebbero necessari circa 20 miliardi.
Tuttavia, c’è anche chi sostiene un importo maggiore. Di conseguenza, sembra che questa ipotesi sia improbabile.
Ciò non implica che non verrà effettuato un tentativo di superamento della soglia attuale. Limitando il pubblico agli over 75, come è stato fatto quest’anno, e fermando l’aumento dell’assegno a 700 euro, la spesa complessiva potrebbe essere gestibile.
Alcune stime propongono una cifra che non andrebbe oltre il miliardo. Questa somma non è irraggiungibile.