Uno strano avviso è stato diramato dall’INPS e che recita semplicemente “Non prenderà la pensione”. Cosa vorrà dire? Scopriamolo.
Per alcuni lavoratori, la prospettiva di raggiungere l’età in cui il pensionamento è legalmente obbligatorio ma non essere in grado di andare effettivamente in pensione è una realtà terrificante.
Unica nel suo genere, la legislazione previdenziale in Italia è ampiamente accettata da sindacati e cittadini.
Tuttavia, la realtà può spesso superare ciò che l’immaginazione evoca. Ci sono alcuni aspetti della legislazione che sono davvero straordinari.
Nello specifico, se un cittadino non percepisce uno stipendio mensile di 754 euro, allora non potrà riscuotere la pensione.
È opinione comune che un individuo possa andare in pensione con indennità pensionistica completa dopo 20 anni di contributi all’età di 67 anni.
Tuttavia, spesso non è così, in quanto più si attende per andare in pensione, più l’anomalia del sistema si accentua.
Questa anomalia colpisce alcuni soggetti, anche quelli che hanno compiuto i 67 anni e hanno versato 20 anni di contributi, lasciandoli vedere la pensione con il binocolo, come si suole dire. Di seguito esamineremo questa anomalia e i suoi effetti sulle persone colpite.
I soggetti che non soddisfano un ulteriore criterio per l’accesso alla pensione di vecchiaia non percepiscono le prestazioni pensionistiche.
Tali soggetti sono considerati contribuenti puri, ricadenti interamente nel regime contributivo senza aver versato contributi prima del 1996.
Sono soggetti ad un’anomalia che impone il possesso di un terzo requisito, oltre ai dati anagrafici e contributivi.
Questi lavoratori devono aver pagato i premi assicurativi per oltre 20 anni ed avere più di 67 anni per poter beneficiare di una pensione specifica.
Anche la quantità di trattamento è una preoccupazione significativa. Se non percepiscono una pensione minima di 754,50 euro al mese, per loro abbandonare il mondo del lavoro è un sogno impossibile.
La pensione deve essere pari o superiore a 1,5 volte l’assegno sociale, che attualmente è di 503 euro al mese per il 2023.
Sta diventando sempre più evidente che ogni anno, a partire dalla fine di dicembre 1995, il numero di persone senza rapporto di lavoro a tempo indeterminato è in aumento.
Inoltre, le persone che hanno versato contributi alcuni anni prima dell’entrata in vigore del sistema cesseranno di essere impiegate.
Di conseguenza, sempre più persone dovranno avere un certo livello di contributi per poter beneficiare di una pensione all’età di 67 anni. Ciò è dovuto alla difficoltà di ottenere una rata mensile di 754 euro con soli 20 anni di contributi.
La situazione diventa ancora più difficile se si considerano i lavoratori che hanno un impiego discontinuo, le donne che privilegiano la cura della famiglia rispetto al lavoro e quelle che lavorano a tempo parziale.
Coloro che rientrano in queste categorie e non vanno in pensione all’età standard di 67 anni dovranno ora attendere fino a 71 anni per andare in pensione senza alcuna limitazione sull’importo percepito.
A 71 anni la pensione è garantita anche con soli cinque anni di contributi, ma è difficile immaginare che individui con lavori fisicamente faticosi e impegnativi continuerebbero volentieri a lavorare fino a quell’età.