Uno dei problemi più difficili che si devono gestire nel momento in cui si parla di risorse umane, è proprio lo stress. Ed è per questo che oggi andremo a parlare di Hardiness.
Cadendo in errore, spesso si crede che ogni posto di lavoro sia composto da processi, performance e risultati che si raggiungono, andando però a dimenticare che ogni cosa appena citata viene fatta da persone.
Sappiamo infatti quanto sia importante la resilienza psicologica di ogni manager e indipendente. E’ proprio come vengono gestiti tutti i fallimenti e gli errori che si hanno degli impatti su quelli che sono i risultati a lungo termine oltre che sulle prestazioni.
Il termine Hardiness, il quale viene definito anche come resistenza cognitiva o resistenza psicologica, non è altro che uno stile di personalità che consente ad ogni soggetto di trovare la forza e impegnarsi durante quel processo in cui ci si adatta ad una trasformazione, un elemento fondamentale in situazioni molto stressanti.
Era il 1979 l’anno in cui fu utilizzato la parola Hardiness per la prima volta da parte della psicologa Suzanne C. Kobasa.
Tre sono i fattori che caratterizzano l’Hardiness, ossia:
Ognuno di questi componenti, va ad implementarsi a vicenda così che il soggetto riesca a trasformare delle situazioni stressanti in opportunità stimolanti.
Infatti, se questa parte di personalità va a svilupparsi, si riesce ad ottenere un buon percorso di crescita.
In base a ciò che affermano alcuni studi, sembra che un livello alto di Hardiness sia in grado di fornire prestazioni migliori nel caso in cui questi vengono sottoposti a condizioni di forte stress.
Molti sono gli studi sull’Hardiness che sono stati condotti nel territorio americano tra cui una ricerca interessante fatta dal professor Sheldon Hanton.
Quest’ultimo si è impegnato ad esaminare tutti i livelli di Hardiness sia di studenti che di atleti, scoprendo che i soggetti che avevano i livelli più alti di Hardiness presentavano però livelli inferiori di ansia somatica e cognitiva.
In base a questa scoperta, è possibile affermare che quando i soggetti che hanno livelli maggiori di Hardiness vengono messi dinanzi a situazioni molto difficili, sono in grado di rispondere positivamente.
In base alle ipotesi della psicologa che ha parlato per la prima volta di Hardiness, le persone al cui interno è presente un livello molto alto di Hardiness, tendono ad inserire ogni circostanza stressante all’interno di una prospettiva positiva, così che la valutazione non sia pessimista.
In questo modo, ogni evento stressante, ha un impatto ridotto e sono più basse le anche le probabilità che ogni evento possa influenzare in maniera negativa.
Molto spesso capita che lo stile di coping venga affiancato all’Hardiness.
Sappiamo infatti che il coping trasformazionale altro non è che un modo di cercare di superare ogni avversità, mettendole sotto un aspetto ottimistico così che ogni evento stressante non sia troppo negativo.
Per quanto riguarda un livello di pensiero, tutto ciò fa in modo che l’evento negativo venga inserita in una prospettiva molto più ampia, dove le cose non sembrano così difficili come apparivano all’inizio.
Per quanto riguarda l’azione, si pensa che coloro che hanno un livello molto alto di Hardiness, riescono a reagire ad ogni evento stressante e andando ad aumentare la propria interazione con questi ultimi così da cambiargli prospettiva e trasformarli in vantaggio.
Numerosi sono stati gli studi che hanno sostenuto questa affermazione e che hanno dimostrato quanto siano importanti gli effetti dell’Hardiness anche su sintomi di malattie che spesso vengono influenzati dal modo di reagire positivo a differenza di una reazione negativa che potrebbe provocare anche degli stili di coping dannosi.
E’ possibile estendere il concetto di coping trasformazionale anche per descrivere un comportamento o l’utilizzo delle risorse sociali in modo adeguato.
In base ad uno studio si è scoperto che, basandosi sullo stress in un luogo di lavoro, la presenza di un sostegno da parte di un superiore può apportare il beneficio per quanto riguarda la salute dei dirigenti che hanno un livello molto alto di Hardiness.
Nel caso in cui invece i dirigenti hanno un livello basso di Hardiness, il sostegno dato da parte del capo non detiene nessun tipo di effetto.
Non mancano poi delle indagini che sono state in grado di rivelare che l’esercizio fisico e l’Hardiness hanno una certa correlazione.
Tra i numerosi studi fatti sull’argomento, è stata rilevata anche un collegamento tra l’Hardiness e l’uso di droghe e alcool.
Sembra inoltre che l’Hardiness sia collegato anche alle differenze presenti nell’eccitazione fisiologica.
In base a ciò che si è scoperto, pare che l’Hardiness sia in grado di diminuire ogni capacità di eventi stressanti così da dar vita, all’interno del sistema nervoso simpatico, ad una sorta di eccitazione.
Altri studi invece hanno appurato come l’efficacia della funzionalità di ogni cellula immunitaria, è stata in grado di ottenere un punteggio sia alto che basso di Hardiness.
In uno studio sono stati esaminati la proliferazione in vitro dei linfociti che rispondono ai microrganismi invasori, un evento che si creda possa imitare quegli eventi presenti nel corpo nel momento in cui ci si trova di fronte ad una sola simulazione provocata dai microrganismi invasori.
I risultati ottenuti, hanno evidenziato che i partecipanti che hanno un livello più alto di Hardiness sono stati in grado di dare delle risposte proliferative provocate da mitogeni e antigeni.
E’ molto importante cercare di fare in modo che il proprio team rafforzi la capacità di adattamento.
Per ogni manager è questo un qualcosa che si può fare nel momento in cui si inizia a lavorare sulla propria Hardiness.
Ecco quindi quattro modi che i leader possono sfruttare per cercare di migliorare la propria Hardiness oltre a quella del team.
Gestire lo stress potrebbe essere un qualcosa di molto prezioso, in quanto è proprio questo elemento che riesce a fornire opportunità in cui riuscire a crescere.
In situazioni di sfida o di crisi, è importante proiettare verso il team un approccio calmo.
Bisogna quindi valutare attentamente la situazione, mettere in piedi un piano d’azione e mostrare interesse per apprendere quante più cose possibili attraverso l’esperienza vissuta.
Tutti i leader che danno vita alla propria resistenza andando a fissare degli standard elevati, devono affrontare ogni fallimento e errore come se fossero delle opportunità da cui riuscire a imparare qualcosa e a migliorare.
Gran parte di questa influenza positiva proviene dalle interazioni normali quotidiane.
Inoltre, ogni qualvolta le cose vanno per il verso giusto, è molto importante festeggiare i successi dando premi, riconoscimenti oltre che ad offrire opportunità di riflessione sui risultati che si sono ottenuti positivamente.
Nel momento in cui è possibile, è importante dare dei feedback ai dipendenti così da dar loro la possibilità di apprendere e crescere.
Nel momento in cui si vanno a stabilire dei obiettivi e dei target abbastanza ragionevoli, il team che di sicuro si sentirà molto appagato in quanto riuscirà a raggiungere molto più facilmente degli obiettivi.
E’ molto importante che un leader si impegni al lavoro, in modo tale che l’azienda possa mettere a disposizione alcune aree confortevoli in cui i dipendenti hanno la possibilità di incontrarsi.
Si tratta di zone da utilizzare sia per le pause che per il pranzo. Una buona idea potrebbe anche essere quella di organizzare dei team building esterni come potrebbero essere delle attività sportive o delle scene.
Ognuna di queste attività è perfetta per consolidare il rapporto con i dipendenti.