A cosa si fa riferimento nel momento in cui si parla di lavoro intermittente? Come viene gestito nel mondo aziendale? E’ questo argomento che tratteremo nel testo che segue.
Il lavoro intermittente potrebbe portare molti benefici a livello aziendale. Ma vediamo come questo è in grado di rendere più efficiente un’azienda che scegli di utilizzarlo.
In cosa consiste il lavoro intermittente
Il lavoro intermittente altro non è che in impiego che si tiene un solo giorno a settimana.
Si tratta di un tipo di lavoro conosciuto anche come “lavoro a chiamata” un contratto dove il lavoratore è disponibile a lavorare discontinuamente. E’ una professione descritta all’interno del Decreto Legislativo 276/2003.
In poche parole, il lavoro intermittente vede un lavoratore che non è legato ad un orario continuo o fisso, ma che è disponibile per periodi di tempo che non sono sempre gli stessi e che quindi si riferiscono alle esigenze di un’azienda.
Per esempio, il lavoro del barista potrebbe essere definito un lavoro intermittente in quanto si tratta di una professione la cui presenza viene richiesta nel corso delle ore di punta o nei fine settimana.
E’ necessario sapere che però il lavoratore intermittente possiede ogni diritto che prevede il contratto collettivo di riferimento tra cui malattie, ferie, maternità e ogni altro tipo di tutela.
Prima di capire in quale caso è previsto un contratto di lavoro intermittente, è necessario fare la distinzione tra ambito oggettivo e ambito soggettivo.
Quando si fa riferimento ad un ambito oggettivo, ci si concentra in quelle attività lavorative che sono proprio, per definizione, discontinue e quindi hanno necessita che il lavoratore sia intermittente.
Stiamo facendo riferimento a lavori come:
- guardiani notturni;
- camerieri;
- custodi.
Invece, nell’ambito soggettivo, troviamo le caratteristiche specifiche di un lavoratore per il quale si ha intenzione di stipulare un contratto di lavoro.
Secondo la legge è possibile affermare che il contratto di lavoro intermittente è previsto in queste situazioni:
- nel momento in cui i lavoratori non hanno compiuto 24 anni di età e che le prestazioni vengano concluse prima che abbiano compiuto 25 anni;
- con persone che hanno un’età maggiore di 55 anni.
Inoltre, la legge afferma anche che il contratto a chiamata non può superare le 400 giornate di lavoro nel corso di tre anni solari.
Inoltre il lavoro intermittente non si può verificare nei casi che stiamo per descrivervi, ossia:
- nel momento in cui si ha intenzione di sostituire dei lavoratori che stanno scioperando;
- all’interno di unità produttive in cui durante i sei mesi precedenti sono stati fatti e licenziamenti di massa;
- in unità produttive in cui è presente una sospensione o una riduzione del lavoro;
- nel caso in cui il datore di lavoro non ha valutato attentamente i rischi.
In quali caso si ricorre al lavoro intermittente
Tre sono le situazioni in cui è possibile trovare utilità nell’utilizzare il lavoro intermittente, ossia:
- quando si sostituisce un lavoratore assente il quale manca da lavoro per maternità, malattia o altri motivi;
- quando si ci si trova a vivere dei periodi di attività molto intensi;
- quando si ha bisogno di competenze specifiche soltanto per periodi limitati.
Come funzionano i permessi e le ferie con il lavoro intermittente
Anche se si tratta di un tipo di lavoro discontinuo, i lavoratori intermittenti possono comunque avvalersi di alcuni diritti tra cui ferie e permessi.
La prima cosa da sapere è che è necessario affermare che i lavoratori intermittenti hanno diritto sia al trattamento normativo che economico il quale è previsto dal contratto collettivo a cui si fa riferimento.
Tutto ciò vuol dire che anche i lavoratori a chiamata possono sfruttare permessi e ferie. In particolar modo, le ferie di ogni lavoratore intermittente si calcolano in base alle ore di lavoro.
Anche per quanto riguarda i permessi, il principio che si applica è lo stesso.
E’ importante aggiungere che i lavoratori intermittenti possiedono diritto anche a congedi retribuiti a causa di situazioni familiari o personali proprio come prevede la legge italiana.
Il lavoro intermittente: on-boarding e off-boarding
Un elemento fondamentale per gestire i lavoratori intermittenti è il processo di on boarding è quello di off-boarding.
Un ottimo on boarding dà la possibilità ad un lavoratore intermittente di iniziare il proprio lavoro avendo a disposizione ogni strumento e di informazione. Uno off-boarding invece permette che si chiuda positivamente un rapporto di lavoro.
In che modo usare queste fasi per gestire i lavoratori a chiamata? Come prima cosa importante sapere che il processo di on boarding ha il compito di dare ai lavoratori ogni informazione in pochissimo tempo.
Al suo interno infatti, potrebbe esserci una presentazione dell’azienda oltre che ad una spiegazione di quale sarà il suo compito e cosa dovrà fare.
Si tratta di una fase molto importante che deve essere quanto più chiara possibile così che il nuovo lavoratore possa lavorare nel migliore dei modi.
In particolar modo, è bene tenere a mente che all’interno del lavoro intermittente devono esserci tutte queste caratteristiche ossia:
- luogo e modalità di ogni disponibilità;
- durata;
- tempi e modalità per il pagamento;
- modalità per quanto riguarda l’esecuzione delle prestazioni;
- ogni misura di sicurezza utile per svolgere il lavoro.
Invece, se si fa riferimento all’off boarding, è importante che venga garantita una chiusura positiva di ogni rapporto lavorativo.
Questo potrebbe addirittura includere anche un incontro finale con il dipendente così che si possa discutere dell’esperienza vissuta e ottenere un feedback costruttivo sull’operato svolto fino ad allora.
E’ importante anche essere certi che il lavoratore dia indietro ogni bene che ha utilizzato nell’azienda. Un ottimo processo di off boarding permette di ottenere una chiusura positiva del rapporto di lavoro oltre alla possibilità anche di restare in ottimi rapporti così che possa essere chiamato a lavorare in quell’azienda anche in futuro.
Inoltre il lavoratore che ha avuto un’ottima esperienza con quell’impresa, potrebbe essere anche raccomandata da amici o altri lavoratori così da fare in modo che la reputazione migliori.
In che modo ottimizzare la gestione di ogni lavoratore intermittente
Di sicuro potrebbe essere un compito molto difficile gestire i lavoratori intermittenti anche se, utilizzando una buona organizzazione, si possono portare molti vantaggi all’azienda.
Ecco quindi alcuni consigli che devono essere seguiti per fare in modo che possa essere migliore la gestione di ogni lavoratore intermittente:
- Utilizzare una programmazione;
- Prevedere con anticipo le necessità di ogni azienda;
- Utilizzare una comunicazione costante e chiara, avvalendosi di un canale di comunicazione come potrebbe essere un gruppo WhatsApp aziendale utile per il lavoratore intermittente e per capire ogni dettaglio sul nuovo impiego che sta per svolgere;
- Seguire una giusta formazione, come potrebbe essere la partecipazione ad un corso breve;
- Valorizzare il lavoratore e quindi conoscere ogni suo valore così da aumentare la produttività.
- Condurre un follow up e dare un feedback, due elementi molto importanti che devono essere fatti alla fine di un rapporto lavorativo.
- Avere un contratto stabile, anche se sappiamo bene che un contratto di lavoro intermittente comprende anche dei periodi di inattività.