È da tempo che si parla di un ricco aumento sullo stipendio mensile. Finalmente, pare che il momento sia arrivato. Ma per chi?
È un evento comune in Italia che sia gli uomini che le donne che lavorano regolarmente corrono il rischio di scendere al di sotto della soglia di povertà.
Ciò include coloro che lavorano come personale scolastico precario, in particolare coloro che fungono da sostituti a breve termine.
Almeno un lavoratore su dieci si trova a vivere al di sopra o al di sotto della soglia di povertà, con donne e giovani colpiti in modo sproporzionato.
Queste persone sono spesso impiegate in posizioni part-time o a tempo determinato ritenute instabili o ingiuste. Si pone la domanda: chi costituisce esattamente i lavoratori poveri in Italia?
Lavoro povero: cos’è?
Lo status di “lavoro povero” indica una condizione in cui il semplice lavoro non è sufficiente a garantire la sopravvivenza, principalmente a causa di salari insufficienti.
In Italia una parte significativa della forza lavoro guadagna meno di 10-12mila euro annui, una cifra insufficiente per una vita indipendente.
Questo problema di lunga data ha portato a numeri di libro paga più sfavorevoli d’Europa. I fattori che contribuiscono a questo fenomeno includono l’inflazione, i bassi salari fissi e la precarietà della sicurezza del lavoro.
Il governo italiano è alle prese con come avviare un dialogo costruttivo sulla riforma del mercato del lavoro, gli aumenti del salario minimo e l’accorciamento della settimana lavorativa.
Di conseguenza, molti lavoratori sono costretti a lavorare esclusivamente per la sopravvivenza piuttosto che per guadagnare un salario dignitoso.
Inoltre, lo stato attuale della situazione finanziaria dell’Italia è aggravato da diversi fattori. In primo luogo, il paese sta ancora vivendo una grave recessione economica.
In secondo luogo, sebbene i tassi di inflazione siano leggermente diminuiti a causa dei minori costi dell’elettricità, rimangono a un livello allarmante del 7,6%.
Questa cifra è motivo di preoccupazione, in particolare per coloro che non sono economicamente privilegiati.
Molte famiglie ripongono le loro speranze nei bonus statali e negli incentivi INPS come mezzo di sopravvivenza.
Per chi avverrà l’aumento dello stipendio?
Per fortuna, una moltitudine di individui è in grado di raccogliere i frutti di questi benefici. I bonus più richiesti per gli acquisti di prima necessità sono la Carta Acquisti e la Carta Risparmio, entrambe attive solo a luglio.
Queste carte consentono l’acquisizione di oggetti essenziali. La carta Acquisti viene ricaricata ogni due mesi con una cifra indicativa di 80 euro, mentre la Carta Risparmio Spesa viene ricaricata con quasi 400 euro, ma una sola volta.
È evidente che non tutti i soggetti possono accedere a questi vantaggi, in quanto il prerequisito primario è il possesso dei requisiti ISEE.
Coloro che non soddisfano questi requisiti devono impiegare varie tecniche e approcci per risparmiare sia nelle loro famiglie che per quanto riguarda i loro pasti.
Tuttavia, ci sono notizie promettenti di un imminente aumento dello stipendio, con buste paga che saranno più consistenti a partire dal mese di luglio. Andiamo a esplorare le specificità di questa grossa novità.
Ecco coloro che avranno più soldi
Per fortuna, lo stato offre una miriade di bonus durante i mesi da luglio a settembre, in particolare per le persone che soddisfano i criteri di reddito.
L’obiettivo del governo è ridurre il costo del lavoro aumentando contemporaneamente l’occupazione. È evidente che i tassi di occupazione sono aumentati durante la ripresa economica successiva alla pandemia.
Un tasso di inflazione del 7,6% si traduce in un aumento annuo di 2257 euro, con 915 euro destinati all’aumento dei costi delle bevande.
Le famiglie con tre o più figli, in particolare, ne risentono gravemente, registrando un aumento di 2540 euro, di cui 1093 euro spesi solo per cibo e bevande.
Tuttavia, a partire da luglio, alcuni dipendenti riceveranno un aumento di stipendio grazie agli sgravi fiscali concessi dai loro datori di lavoro.
Si prevede che le famiglie con un figlio unico a carico avranno un aumento totale stimato di 2069 euro all’anno, con 826 euro stanziati per cibo e bevande.
Tipicamente, queste famiglie vanno incontro anche spese supplementari per 1727 euro, di cui 671 euro destinati sia al cibo che alle bevande analcoliche.
Gli individui che guadagnano uno stipendio lordo di 2962 euro o meno hanno diritto a una riduzione del 4%.
Viceversa, se l’importo lordo è di 1923 euro, subiranno una diminuzione del 4%, portando ad un aumento di 65 euro per i guadagni più alti.
All’aumentare della busta paga aumenta anche il reddito imponibile che è soggetto al calcolo dell’Irpef.