Il governo Meloni ha alzato la soglia dei fringe benefit fino a 3.000 euro: scopriamo cosa sono queste retribuzioni ‘speciali’.
Lo scorso 1 maggio il governo guidato da Giorgia Meloni ha introdotto alcune novità importanti che vale la pena approfondire nel dettaglio. In particolare, l’esecutivo di centrodestra ha innalzato la soglia dei fringe benefit, portandola fino a 3.000 euro. Ma cosa sono esattamente i fringe benefit? Si tratta sostanzialmente di compensi garantiti dall’azienda al lavoratore sotto forma di beni e servizi. Queste cosiddette ‘retribuzioni in natura’ possono essere previste nel contratto oppure erogate volontariamente dal datore di lavoro. I fringe benefit concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente.
Fringe benefit, tutto sulle retribuzioni in natura: cosa sono
Quali possono essere le tipologie di queste retribuzioni? I fringe benefit non vengono dunque erogati in denaro ma sotto forma di beni e servizi. Tanto per fare un esempio, nei fringe benefit rientrano le auto aziendali, ma anche dispositivi tecnologici come smartphone, tablet e PC, fino ad arrivare alla possibilità di utilizzare altri servizi riservati dall’azienda al lavoratore.
Come detto in precedenza, il governo Meloni ha deciso di innalzare la soglia di questi compensi non monetari, portandola fino a 3.000 euro. Tuttavia questa mossa da parte dell’esecutivo di centrodestra ha sollevato diverse polemiche per via di una disparità tra lavoratori.
Per farla breve, i dipendenti con figli a carico possono godere di questo innalzamento fino a 3.000 euro, mentre coloro che non hanno figli a carico dovranno accontentarsi dell’esenzione per beni e servizi accordati dal datore di lavoro, con una soglia massima di 258,23 euro all’anno (nella somma non sono comprese le bollette).
Va tuttavia precisato un aspetto molto importante sui fringe benefit, che molto spesso porta a incomprensioni. Il datore di lavoro non è assolutamente obbligato ad erogarli, pertanto la decisione sul garantire queste retribuzioni o meno ai lavoratori spetta solo ed esclusivamente all’azienda.
Tuttavia, molto spesso le aziende scelgono di garantire i fringe benefit ai dipendenti perché questa azione ha un ritorno molto positivo per le imprese stesse. I lavoratori che ricevono queste retribuzioni (che sono oltretutto detassate dalle aziende, ndr) sono ovviamente molto più stimolati e subiscono un minore carico di stress.
Il rischio è il caos applicativo: l’intervento dell’AIWA
Detto ciò, tornando all’innalzamento voluto dal governo Meloni e alla discriminazione tra lavoratori, il rischio è anche quello di andare incontro ad un vero e proprio caos dal punto di vista applicativo.
È quanto fa emergere l’AIWA, l’Associazione Italiana Welfare Aziendale, che ha già avanzato la proposta di portare la soglia a 600 euro strutturali per tutti così da non alzare ulteriori polveroni e non creare intasamenti nell’erogazione dei compensi non monetari in questione.
In attesa di capire se si arriverà a qualche modifica per tutelare i dipendenti senza figli, le aziende chiamate ad erogare queste importanti retribuzioni non dovranno svolgere alcun controllo sui lavoratori che dichiarano di avere figli a carico.
Tuttavia, i dipendenti dovranno compilare una dichiarazione per avere accesso alla misura. Nella dichiarazione bisognerà riportare di avere tutti i requisiti necessari, inserendo anche il codice fiscale dei figli.