È arrivato il momento di dire addio al bonus Renzi, soprattutto per quelle fasce di reddito costrette a restituire i soldi.
I soggetti che hanno ricevuto nel 2022 il trattamento integrativo noto come bonus Renzi potrebbero trovarsi di fronte alla possibilità di restituzione dopo il deposito del modello 730/2023.
Procediamo però in modo organizzato ed esaminiamo anzitutto come si è evoluta la normativa in materia di diritto alle cure integrative.
Questo beneficio prevede l’opportunità di ulteriori 100 euro al mese da inserire nella propria busta paga.
Nel 2022 il trattamento integrativo ha subito significative modifiche. Ora i bonus sono riconosciuti integralmente solo a chi ha un reddito non superiore a 15.000 euro.
I soggetti con reddito compreso tra 15.000 e 28.000 euro, invece, possono accedere al trattamento integrativo solo se le detrazioni riconosciute superano l’importo dell’imposta dovuta.
Un numero considerevole di dipendenti che avevano l’impressione di avere diritto a un certo bonus lo ha ricevuto nell’anno 2022.
Tuttavia, potrebbero trovarsi in una situazione preoccupante in cui devono restituire questo bonus durante il riadeguamento della dichiarazione dei redditi se è hanno scoperto che non ne avevano diritto in primo luogo. Esploriamo le circostanze in cui potrebbe verificarsi questo scenario.
Modello 730/2023, iniziati gli invii
I contribuenti hanno accesso al modello 730/2023 da maggio e dall’11 maggio possono apportare correzioni, integrazioni e presentare la dichiarazione all’Agenzia delle Entrate.
La scadenza per l’invio della dichiarazione dei redditi con questo modulo è il 2 ottobre 2023.
I dipendenti che hanno percepito il bonus ex Renzi corrono un rischio maggiore di avere un debito del 730 per vari motivi.
Uno dei motivi principali è l’obbligo di rimborso del compenso di 1.200 euro ricevuto nel 2022. Questo rischio riguarda soprattutto chi ha un reddito fino a 15.000 euro, ma è suscettibile di tale responsabilità anche chi guadagna tra 15.000 e 28.000 euro.
Il motivo della difficoltà ad ottenere prestazioni aggiuntive per i soggetti con reddito superiore a 15.000 euro è l’elevata probabilità di dover rimborsare eventuali eccedenze percepite per criteri di ammissibilità.
Chi è tenuto alla restituzione del trattamento integrativo?
Secondo la legge, qualsiasi reddito superiore alla somma di 15.000 euro ha diritto al trattamento integrativo, che è limitato a un massimo di 1200 euro.
Tale importo viene calcolato trovando la differenza tra la somma totale delle detrazioni e l’imposta lorda.
Nel caso in cui le trattenute complessive non superino l’imposta lorda, dovrà essere rimborsato l’intero bonus.
Rimane comunque la possibilità di un rimborso parziale per coloro le cui detrazioni superano l’imposta.
Se la differenza tra le trattenute dovute e l’importo lordo è inferiore a 1.200 euro, il bonus ammonterà solo alla differenza in questione. L’eventuale eccedenza ricevuta verrà restituita.
Riassumendo, i soggetti che devono restituire il bonus IRPEF sono coloro che soddisfano i seguenti criteri:
- i contribuenti privi della necessaria che rientrano nella soglia di reddito annuo lordo di 8.174 euro, denominata no tax area;
- i soggetti con reddito fino a 28.000 euro e i contribuenti il cui reddito annuo lordo supera i 15.000 euro;
- i soggetti che hanno un reddito superiore a 28.000 euro e hanno percepito in busta paga, anche se immeritatamente, il bonus IRPEF sono tenuti alla restituzione di tale bonus. Tuttavia, è importante notare che queste persone possono ancora beneficiare di altre detrazioni.
- individui che hanno riscontrato inesattezze durante la compilazione del modulo 730 standard o precompilato.
Per comprendere quali sono i contribuenti obbligati a restituire il bonus IRPEF, è necessario tenere conto delle fasce di reddito e delle soglie specificate.