Quando si tratta di TARI è importante prestare molto attenzione, poiché la cifra da pagare non è sempre quella giusta.
La TARI funge da imposta territoriale commisurata alla produzione di rifiuti. È a carico dei cittadini in base al possesso di un diritto immobiliare o all’uso di beni immobili.
Lo scopo di questa tassa è quello di fornire un sostegno finanziario al servizio territoriale che sovrintende allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
Si tratta, in sostanza, di una forma di tassazione comunale che viene stabilita dal singolo comune su base annuale.
La tassa che viene imposta ai cittadini per i rifiuti urbani è basata sulla proprietà in cui i rifiuti sono prodotti.
Questa proprietà può essere di proprietà o in affitto, oppure può essere una struttura utilizzata per la produzione di tali rifiuti da una determinata azienda o attività.
Dal calcolo della TARI è esclusa solo l’area che non produce rifiuti e quindi è inagibile o non usufruisce dei servizi pubblici urbani.
È importante notare che la TARI va pagata anche se l’immobile in questione è un giardino, mentre non è richiesto per un posto auto esterno.
L’imposta in questione è intrinsecamente legata alla produzione di rifiuti. L’amministrazione comunale ha creato una tariffa che si basa sulla quantità di rifiuti che ogni individuo produce, e questa tariffa è applicabile a tutti i cittadini.
Per determinare il calcolo della TARI specifica per il tuo immobile, bisogna considerare diversi fattori, come ad esempio la superficie dell’immobile. L’imposta è pagata su base annuale in conformità con le leggi e i regolamenti locali.
È bene verificare la correttezza dei calcoli dell’ufficio comunale prima di effettuare qualsiasi pagamento della TARI, soprattutto per le abitazioni successive.
Questo perché la lettera inviata al cittadino potrebbe non riflettere l’effettiva quantità di rifiuti prodotti in alcuni casi.
In termini di prassi abituale, una seconda residenza genererà inevitabilmente meno rifiuti di quella iniziale.
Pertanto, per abitazioni identiche, la quantità di rifiuti prodotti dovrebbe essere costantemente inferiore per la seconda casa.
Nel calcolo della tassa sui rifiuti urbani si tiene conto di diversi fattori, tra cui le dimensioni dell’edificio, la quantità di occupanti dichiarati residenti nello stesso luogo e le diverse aliquote applicate dai diversi comuni.
Quando si tratta di pagare la tassa sui rifiuti per la seconda casa, è fondamentale che i cittadini siano vigili sull’importo addebitato.
Questo perché ci si aspetta che i non residenti paghino meno dei residenti, in quanto i primi generano meno rifiuti dei secondi.
Sulla vicenda è intervenuta la Commissione Regionale della Toscana, come evidenziato dalla sentenza 26/2022.
Nel corso di tale intervento, la Commissione ha ritenuto che il comune che non provveda al calcolo proporzionale della TARI sulle residenze secondarie commette un illecito.
In effetti, questa svista è ingiusta in quanto si tradurrebbe in una situazione iniqua per coloro che non occupano l’immobile per l’intero anno, equiparandoli ai residenti permanenti.
Secondo la legge, l’imposta sulla residenza deve comunque essere pagata anche se la casa è attualmente disabitata.
Tuttavia, questo pagamento dovrebbe essere richiesto solo per coprire le spese connesse ai servizi forniti dall’amministrazione comunale, senza gravare indebitamente su coloro che generano meno rifiuti rispetto al residente tipo.
Nei casi in cui un privato possiede un immobile secondario in un comune diverso, si considera illecito il mancato rispetto del principio di proporzionalità da parte di detto comune. In questo caso, il cittadino ha il diritto di impugnare l’azione intrapresa dal comune.
L’ordinamento giuridico offre uno strumento di impugnazione degli avvisi di pagamento attraverso il meccanismo dell’autodifesa.
Per avviare questo processo in realtà, basta rivolgersi agli uffici delle imposte del proprio luogo di residenza e chiedere un ricalcolo dell’imposta.
Nel caso in cui un ufficio rifiuti o si opponga al riesame delle imposte, il soggetto ha facoltà di impugnare la decisione presentando ricorso alla commissione tributaria provinciale.
È importante notare che la normativa fiscale vigente prevede l’esenzione dalla TARI per chi possiede una seconda casa disabitata o inagibile.
Questa esenzione è applicabile in tutti i casi in cui non si generano rifiuti. È fondamentale tenere presente questa possibilità considerando la normativa fiscale in vigore.