Finalmente il 26 giugno l’INPS inizierà a pagare un sussidio che in tanti stavano aspettando. Vediamo di cosa si tratta.
L’INPS pagherà l’assegno unico universale a partire dal 26 giugno. Se la domanda per tale indennità è stata presentata nei tempi previsti, il pagamento verrà effettuato di conseguenza.
Se invece la domanda è stata presentata dopo, il pagamento verrà effettuato entro la fine del mese successivo.
I soggetti già beneficiari del Reddito di Cittadinanza non sono tenuti a presentare alcuna domanda per percepire l’assegno unico universale nell’anno 2023.
Per garantire la continuità dei pagamenti, è necessario che tutti i beneficiari del nuovo contributo INPS forniscano quanto prima il modello ISEE 2023, purché non lo abbiano già fatto.
Il mancato rispetto di tale obbligo può comportare ritardi nella ricezione dell’intero importo in un unico pagamento.
A partire dal 1° gennaio 2023, le famiglie con figli di età inferiore a tre anni e con tre o più figli, oltre a un ISEE fino a 40.000 euro, hanno avuto un aumento del 50% dell’assegno unico.
Anche le famiglie con quattro o più figli hanno ricevuto un aumento del 50% dell’assegno unico. Rimarranno permanenti e invariate, inoltre, le maggiorazioni dell’assegno unico per ogni figlio a carico con disabilità, indipendentemente dall’età.
In data 17 febbraio 2023 l’Istituto ha diffuso il messaggio numerato 724 per informare gli utenti di una novità nell’erogazione dell’assegno unico e universale per i figli a carico nelle situazioni in cui il nucleo familiare è capofamiglia vedovo.
Per favorire l’occupazione femminile, la legge prevede che le coppie con entrambi i genitori che lavorano riceveranno un supplemento di 30 euro al mese per ogni figlio.
L’intero importo è concesso per i nuclei familiari con un ISEE pari o inferiore a 15.000 euro. Tuttavia, per le famiglie con ISEE più elevato, l’importo diminuisce progressivamente fino a diventare zero per quelle con ISEE superiore a 40.000.
Se la domanda è presentata per un nucleo composto da un solo genitore lavoratore, allora non è possibile richiedere tale aumento.
Nonostante ciò, a causa dell’accresciuta vulnerabilità dei nuclei familiari con capofamiglia vedova, il ministero del Lavoro ha precisato che tali nuclei percepiranno automaticamente il bonus.
Si applica se il secondo genitore lavoratore è venuto a mancare nell’anno in cui è stato concesso l’assegno, senza necessità di istanza separata.
A partire dal 1° gennaio 2022 le domande di contributo saranno soggette ad un aumento fino a febbraio 2023. Tale aumento non sarà più applicabile dopo la rata del contributo di marzo 2023.
Secondo l’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio Statistico INPS sull’Assegno Unico Universale (Auu), tra marzo 2022 e gennaio 2023 le famiglie hanno percepito complessivamente 14,3 miliardi di euro di assegni.
Di questi, 13 miliardi sono stati destinati all’anno 2022 e 1,3 miliardi di euro per il primo mese del 2023.
I fondi sono stati distribuiti a oltre 9,6 milioni di bambini, inclusi 27.000 nuovi beneficiari aggiunti a gennaio.
L’INPS rileva che nel 2023 l’importo base dell’assegno per ogni figlio minorenne andrà da un minimo di 54,10 euro a un massimo di 189,20 euro, a seconda dell’ISEE del nucleo familiare.
L’Istituto segnala inoltre che l’importo medio per figlio, comprensivo degli aumenti applicabili, varia da poco meno di 50 euro per chi è sprovvisto di ISEE o supera la soglia massima di 43.240 euro, a 198 euro per la classe minima di ISEE di 16.215 euro.