Si può andare in pensione con 30 anni di contributi? È la domanda che molti lavoratori si pongono: facciamo chiarezza.
Molti lavoratori si chiedono se esiste la possibilità di ottenere la pensione con 30 anni di contributi. In questo articolo vi spiegheremo tutto ciò che c’è da sapere sui limiti e i requisiti per accedere alle diverse tipologie di pensione anticipata.
Vi illustreremo, inoltre, le novità dell’Ape Sociale, come funziona e quali sono i suoi vantaggi rispetto ad altre opzioni disponibili.
Vi parleremo anche delle categorie di lavoratori svantaggiati che possono usufruire della Quota 41, ma soprattutto vi forniremo tutte le informazioni necessarie per capire quale sia la soluzione più adatta alle vostre esigenze specifiche.
Pensione con meno di 30 anni di contributi: la prima opzione disponibile
La pensione di vecchiaia a 67 anni è la forma tradizionale di previdenza sociale in Italia. Per accedervi, i lavoratori devono aver maturato almeno 20 anni di contributi versati all’INPS e aver raggiunto l’età anagrafica prevista dalla legge, qualora si è sotto la soglia dei 30 anni di contribuzione.
In base alla riforma Fornero del 2011, l’età minima per andare in pensione è stata gradualmente aumentata nel corso degli anni. Attualmente, si può richiedere la pensione con una età minima di 67 anni.
Tuttavia, il sistema previdenziale italiano offre anche altre opzioni per coloro che non riescono ad accumulare i requisiti necessari per accedere alla pensione tradizionale.
La pensione con meno di 30 anni di contributi è una possibilità offerta ai lavoratori che non riescono ad accumulare abbastanza contributi per accedere alla pensione classica di vecchiaia. Tuttavia, questa opzione prevede alcuni limiti e requisiti da rispettare, soprattutto per i cosiddetti lavoratori contributivi puri.
Se si è un lavoratore, che rientra nel sistema contributivo puro e hai iniziato a lavorare dopo il 1996, si può andare in pensione a 64 anni.
Bisogna tener presente che – affinché la pensione non sia inferiore a 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale. È importante sottolineare che raggiungere questo obiettivo può risultare difficile, senza aver accumulato 30 anni di contribuzione.
Ape Sociale
L’Ape Sociale è un’opzione pensionistica che consente di andare in pensione prima dei 67 anni, anche con meno di 30 anni di contributi. Tuttavia, questa opzione non è disponibile per tutti i lavoratori.
Innanzitutto, l’Ape Sociale è riservata esclusivamente ai lavoratori dipendenti e autonomi iscritti alla Gestione separata dell’INPS. Solo alcune categorie di lavoratori possono accedere a questa forma pensionistica agevolata che permette di andare in pensione a partire dai 63 anni di età.
In tal caso, inoltre, per le donne fino a 28 anni di età con figli è previsto uno sconto sul requisito contributivo.
Inclusi anche i disoccupati, le donne con figli minori o disabili a carico e coloro che svolgono attività gravose o usuranti, come gli addetti alle pulizie industriali o i minatori, caregiver e gli invalidi con una invalidità di almeno il 74%.
Per accedere all’Ape Sociale è necessario presentare apposita domanda all’INPS: se la richiesta è approvata, si può beneficiare del pagamento anticipato della propria pensione.
Per richiedere l’Ape Sociale è necessario presentare una richiesta di riconoscimento dei requisiti all’INPS entro il 31 marzo presso l’ufficio di residenza. Tuttavia, la richiesta può essere effettuata anche in seguito.
L’INPS valuta i requisiti presentati e comunica al richiedente se le condizioni sono state riconosciute, se l’anticipo è differito per insufficiente copertura finanziaria o se la domanda viene respinta. Si consiglia di attendere la risposta prima di presentare la domanda di accesso all’Ape Sociale.
Categorie di lavoratori svantaggiati
La pensione con meno di 30 anni di contributi è una preoccupazione per molti lavoratori che, per varie ragioni, non hanno potuto accumulare un numero sufficiente di anni lavorativi. Questo vale, in particolare, per alcune categorie di lavoratori svantaggiati.
In primo luogo ci sono le donne: spesso penalizzate nel mercato del lavoro, molte hanno difficoltà a raggiungere i 30 anni necessari per la pensione.
Anche se il governo ha introdotto alcune misure volte ad agevolare le donne, c’è ancora molto da fare.
Anche i giovani sono tra le categorie più colpite dalla mancanza di garanzie previdenziali: con contratti precari e retribuzioni basse, possono trovarsi in difficoltà nell’accumulare abbastanza anni utili alla pensione.
Il sistema dell’Ape Sociale può rappresentare – come abbiamo visto – una soluzione temporanea, ma non risolve il problema strutturale.
Infine, bisogna considerare anche gli immigrati: spesso costretti a svolgere lavori stagionali o occasionali e privati delle tutele sindacali previste dai contratti nazionali del lavoro.