In tanti stanno apprezzando il cambiamento in atto riguardo le bollette telefoniche. Vi spieghiamo, di seguito, di cosa si tratta.
Sei un cliente di telefonia mobile e hai notato che la tua bolletta arriva ogni 28 giorni, invece di ogni mese? Se sì, allora sei tra i tanti consumatori della rete telefonica italiana a cui è stato applicato tale sistema che fa discutere e non poco. Questo metodo di fatturazione ha sollevato molte preoccupazioni e critiche da parte dei clienti. In questo articolo, scopriremo insieme cosa significa realmente avere una bolletta a 28 giorni, le decisioni prese dall’Unione Europea in materia e come richiedere un rimborso se necessario.
Bollette a 28 giorni: come funzionano
Le bollette telefoniche a 28 giorni sono diventate oggetto di discussione in Italia negli ultimi tempi. Molte persone, infatti, si chiedono come funzioni realmente questo specifico metodo di fatturazione. In passato, le compagnie telefoniche emettevano la bolletta una volta al mese: ora, invece, il ciclo di fatturazione è stato ridotto a 28 giorni.
Ciò significa che i clienti devono pagare un’ulteriore mensilità ogni anno. Ad esempio, se una persona ha un contratto annuale con un costo mensile fisso di €30, dovrà pagare €360 per 12 mesi, anziché €360 per 12 mesi e mezzo come avverrebbe con il vecchio sistema.
La cosiddetta “tredicesima telefonica” è un vero e proprio svantaggio per i consumatori, poiché consente agli operatori di guadagnare un extra del 8,6% all’anno a spese dei loro clienti. Ciò, facendo un rapido calcolo, equivale ad un totale di 13 miliardi di euro, un’ingente somma che ha portato molti a definire, ironicamente, questa pratica con tale termine.
Questa modifica può sembrare insignificante, ma – nel tempo – diventa significativa. Gli abbonati hanno criticato questa pratica, poiché rende difficile anche la pianificazione del budget familiare, soprattutto quando c’è bisogno di cambiare compagnia senza incorrere in costose penali.
Quasi tutte le compagnie di telefonia hanno adottato tale metodo di fatturazione, ma l’AGCOM è intervenuta per sanzionare questo comportamento che è stato dichiarato illegittimo.
L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha stabilito, infatti, alcune regole sulle bollette a 28 giorni: l’importo totale non può essere superiore rispetto alla vecchia formula delle bollette mensili e i fornitori devono inviare ai clienti informazioni chiare sui nuovi termini, prima dell’applicazione della nuova tariffa.
Con la delibera n. 121 del 15 marzo 2017, l’AGCOM ha stabilito che gli operatori di telefonia dovessero tornare alla fatturazione mensile entro il 23 giugno 2017.
Nonostante ciò, alcune società non hanno rispettato tale disposizione e hanno continuato a emettere bollette ogni 28 giorni fino al 2018.
Di conseguenza, queste compagnie sono state sanzionate con multe che sono arrivate a cifre nell’ordine delle decine di milioni di euro, scatenando una lunga disputa legale con diversi ricorsi presentati al TAR del Lazio.
Inoltre, l’AGCOM ha ordinato il rimborso automatico per tutti i clienti che hanno subito la fatturazione ogni 28 giorni, nonché lo storno delle somme addebitate durante i giorni erosi.
Le decisioni dell’UE sulla fatturazione ogni 28 giorni
L’Unione Europea ha deciso di intervenire sulla questione delle bollette telefoniche a 28 giorni. A partire da giugno 2017, infatti, l’UE ha stabilito che le compagnie telefoniche non possono più emettere fatture con una durata inferiore ai 30 giorni.
Questa decisione è stata presa in seguito alle numerose lamentele dei consumatori riguardanti la frequenza e il costo delle bollette.
Secondo il regolamento dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), le aziende devono offrire un servizio trasparente e accessibile ai propri utenti. Ciò significa che i clienti devono essere informati chiaramente sui costi dei servizi offerti dalle compagnie telefoniche.
Le aziende telefoniche non possono applicare alcun tipo di sovrapprezzo sulle chiamate effettuate all’interno dell’Unione Europea. Questa misura serve ad evitare che i clienti siano costretti a pagare prezzi elevati quando si trovano in viaggio all’estero.
L’Unione Europea, in tal senso, ha deciso di riconoscere all’AGCOM il potere di imporre un periodo minimo per il rinnovo delle offerte di fatturazione dei servizi alle compagnie telefoniche.
La Corte ha sancito – in maniera inequivocabile- che gli Stati membri devono garantire che le autorità amministrative indipendenti, a livello nazionale, siano in grado di adottare qualsiasi misura ritenuta idonea per assicurare un alto livello di protezione dei consumatori.
In generale, dunque, l’intervento dell’UE ha permesso di aumentare la trasparenza nei confronti dei clienti; tuttavia, è importante ricordarsi che esistono ancora molte pratiche commerciali scorrette messe in atto dalle compagnie telefoniche.
Per questo motivo è necessario prestare attenzione alle clausole contrattuali prima di stipulare un abbonamento o un contratto con una determinata azienda telefonica.
Come effettuare richiesta di rimborso
Tutti coloro che hanno effettuato il pagamento di una fattura a scadenza di 28 giorni per i servizi di telefonia fissa, nel periodo compreso tra il 23 giugno 2017 e il 5 aprile 2018, con uno dei principali operatori, hanno diritto al rimborso.
La somma del rimborso può variare da circa 30 a 50 euro, a seconda del tipo di contratto sottoscritto.
Prima di tutto, bisogna contattare la propria compagnia telefonica e spiegare chiaramente la situazione. In genere, le compagnie sono disposte ad ascoltare i propri clienti e trovare una soluzione.
Le procedure per richiedere il rimborso delle bollette a 28 giorni possono variare da operatore a operatore.
Nella maggior parte dei casi, gli operatori offrono all’utente la possibilità di scegliere tra rimborso (anche sotto forma di storno in fattura) o proposte alternative.
Queste offerte alternative potrebbero includere l’accesso gratuito a servizi per un certo numero di mesi che – normalmente – sarebbero a pagamento, gigabyte gratuiti per la navigazione in rete da mobile – se si ha lo stesso operatore – oppure sconti per l’acquisto di telefoni.
Solitamente, la procedura di richiesta del rimborso, dopo aver selezionato le modalità preferite, è abbastanza semplice e comporta l’accesso all’area riservata dell’account sul sito dell’operatore interessato e la compilazione di un modulo da inviare online.
Oltre alle opzioni fornite dagli operatori del settore, puoi anche rivolgerti all’Adiconsum, l’Associazione per la Difesa dei Consumatori e dell’Ambiente, che mette a disposizione un modulo per richiedere il rimborso diretto alla tua compagnia telefonica.
Questo rimborso è dovuto dalla compagnia e Adiconsum si impegna a rappresentare ogni singolo cliente nel processo di richiesta, inviando le loro domande agli operatori due volte al mese (il 15 e il 30 di ogni mese) per accelerare il processo di rimborso.
Il servizio è completamente gratuito e accessibile solo per coloro che hanno attualmente un contratto di abbonamento per telefonia fissa e/o mobile con lo stesso operatore.
In ogni caso, chiedere il rimborso delle bollette telefoniche a 28 giorni può essere una procedura lunga e complessa. Tuttavia, vale sicuramente la pena tentarci per difendere i propri diritti da consumatori attenti ed informati.