Coloro che sono sposati in alcune circostanze hanno diritto a un’agevolazione IMU. Vediamo i casi specifici.
Nel 2011 il governo Monti ha attuato il pacchetto legislativo Salva-Italia, che prevedeva l’istituzione dell’Imposta Propria Municipale (IMU). Questa tassa è valutata a livello comunale e riguarda il possesso di beni immobili.
Tale servizio è attivo dall’inizio dell’anno 2012, ed è rimasto valido per la prima abitazione fino all’anno 2013.
Dal 2011 la disciplina dell’IMU ha subito numerose revisioni, tra cui l’ultima novità intervenuta con la Legge di Bilancio 2020.
Tale adeguamento ha abolito la TASI, integrandola di fatto con l’IMU. Questi cambiamenti sono stati in vigore fino ai giorni nostri.
Il pagamento dell’IMU è a carico di coloro che possiedono i seguenti immobili:
- fabbricati che non sono l’abitazione principale;
- abitazioni principali signorili;
- aree che possono essere fabbricate;
- terreni agricoli.
L’IMU, per la precisione, dovrà essere pagata da chi possiede fabbricati, terreni o aree fabbricabili, da chi è titolare di diritto di usufrutto, abitazione, uso, superficie e enfiteusi, da chi è coniuge assegnatario di una casa coniugale dopo divorzio o separazione, da chi ha in concessione aree demaniali e da chi è locatario di immobili.
In determinate situazioni il pagamento dell’IMU non è obbligatorio. Approfondiremo uno di questi scenari nel paragrafo seguente.
Quando non si è tenuti a pagare l’IMU?
Nei tempi moderni, sposarsi comporta un notevole onere finanziario, in particolare quando si acquista una prima casa tra molteplici spese.
Tuttavia, c’è un lato positivo: una delle spese più ardue e persistenti può essere compensata da un sussidio molto vantaggioso.
Quando si tratta di tasse che gravano su diverse tipologie di immobili, l’IMU è considerata una delle più gravose.
È importante notare che nessun trattamento speciale è concesso a coloro che vivono da soli, in quanto ci sono diversi casi in cui non sono esenti dal pagamento di questa imposta.
Tuttavia, se la proprietà in questione è una residenza principale e non una seconda casa, allora può beneficiare dell’esenzione.
È fondamentale notare che non si può eludere l’IMU sull’abitazione secondaria, in quanto non è esentabile.
Quando si tratta di una coppia sposata, le circostanze cambiano, per fortuna in meglio. Se entrambe le parti possiedono una proprietà, solo una casa si qualificherà per l’esenzione.
Tale vantaggio esclusivo è applicabile solo nell’ambito di un vincolo matrimoniale, e non nel caso di convivenza informale.
Inoltre, questa libertà di scelta consente alla coppia di selezionare la proprietà con il carico fiscale più elevato, il che alla fine alleggerisce un onere finanziario significativo.
A seguito della recente decisione della Corte Costituzionale, le coppie che vivono separate per qualsiasi motivo possono ora richiedere una doppia esenzione.
Tale modifica è specificatamente delineata nella sentenza n. 209 del 2022. Ma cosa succede nei casi di sovra pagamento? Sembra che ci sia una soluzione a disposizione.
Chi sta chiedendo un rimborso all’IMU, ci sono passaggi specifici che devono essere seguiti. Innanzitutto, raccogliere tutta la documentazione necessaria relativa all’acquisto o pagamento, come ricevute o fatture.
Quindi, contattare il servizio clienti IMU per avviare la procedura di rimborso. Assicurarsi di fornire tutte le informazioni pertinenti, incluso il motivo della richiesta di rimborso.
Il rappresentante del servizio clienti guiderà attraverso i passaggi successivi, che possono includere la compilazione di un modulo di richiesta di rimborso o la restituzione del prodotto in questione.
Come si ottiene il rimborso IMU
Molte persone non sanno che è possibile richiedere il rimborso dell’IMU che hanno pagato per qualsiasi importo eccessivo.
Tuttavia, per cogliere la corretta linea d’azione, un esempio pratico su questo argomento può essere utile.
Se due ex coniugi che vivono separatamente hanno già pagato l’IMU (Imposta Municipale Unica) per le singole abitazioni, possono chiedere il rimborso in base alla normativa aggiornata.
La natura retroattiva della formula fa sì che questa si applichi a casi anche prima che la legge fosse stabilita.