Il tema case green in Italia scotta parecchio. Ciò che il governo chiede alle famiglie italiane potrebbe costare loro 50.000 euro in ristrutturazione.
Con “case green” ci si riferisce a strutture che hanno raggiunto livelli di efficienza energetica e di riduzione delle emissioni pari o quasi equivalenti a questo valore specificato.
Attualmente, le case sono classificate in base alla loro efficienza energetica. Il sistema di rating va da A4, che rappresenta il più efficiente, a G che è il meno efficiente.
Le case che rientrano nelle Classi Energetiche A e B si distinguono come immobili ecosostenibili o “green”.
La classificazione dell’efficienza energetica è determinata attraverso il calcolo della domanda di energia primaria necessaria per il mantenimento della temperatura ambiente e la produzione di acqua calda negli ambienti residenziali.
Per stabilire la classe energetica sono stati fissati parametri specifici per il consumo di energia per metro quadro all’anno.
I coefficienti energetici che riguardano una casa sono classificati come segue: A+ denota un consumo inferiore a 15 kWh per metro quadro all’anno, A varia da 15 a 30 kWh per m2/anno, B varia da 31-50 kWh per m2/anno, C varia da 51 -70 kWh per m2/anno, D varia da 71-90 kWh per m2/anno, E varia da 91-120 kWh per m2/anno, F varia da 121-160 kWh per m2/anno e G supera 160 kWh per m2/anno m2/anno.
Ma quali sono gli ultimi sviluppi della riforma europea in materia di case green? Esaminiamo le notizie più recenti.
Il recente mandato dell’UE sulle “Case green”, che impone ai proprietari di case di ristrutturare le proprie proprietà al fine di migliorare l’efficienza energetica e ridurre l’inquinamento, ha destato preoccupazione tra le famiglie italiane che possiedono immobili.
L’obiettivo di questa iniziativa è salvaguardare l’ambiente e minimizzare i consumi energetici.
La Direttiva Verde dell’Unione Europea ha sollevato interrogativi su come influenzerà i proprietari di case.
Come mostrano le ultime notizie, c’è molta polemica sul piano dell’UE, che dovrebbe suscitare un acceso dibattito.
I nuovi regolamenti richiedono costosi lavori di ristrutturazione al patrimonio edilizio di tutti i paesi membri. La domanda rimane: a che punto siamo?
L’Italia non è messa bene, ma altre nazioni stanno affrontando sfide simili. Quando si tratta di ristrutturare le case per migliorare l’efficienza energetica, le spese finali ricadranno inevitabilmente sulle famiglie o sullo Stato e, per estensione, indirettamente sulle famiglie.
Al fine di evitare che i proprietari di case subiscano indebite difficoltà, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Pichetto Fratin ha voluto promuovere un approccio graduale che consenta di effettuare gli investimenti necessari senza causare tensioni finanziarie.
È indiscutibile che l’obiettivo della neutralità energetica debba essere raggiunto entro il 2050.
Tuttavia, la situazione in Italia è unica e la richiesta rivolta ai nuclei familiari italiani proprietari di immobili potrebbe essere potenzialmente un sacrificio colossale e gravoso.
La questione rimane irrisolta e sono ancora in corso le deliberazioni sulla direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia, che impone la ristrutturazione delle abitazioni con metodi ecologici.
È un dato di fatto che l’Italia non è l’unico paese coinvolto nella vicenda, e raggiungere un accordo reciprocamente vantaggioso si sta rivelando piuttosto impegnativo.
La direttiva verde UE, inizialmente proposta, è già stata modificata, ma non è ancora stata fissata una scadenza concreta per gli interventi di riqualificazione energetica del parco edilizio esistente. Il primo di questi interventi è previsto entro il 2033.
Il processo è relativamente semplice quando si tratta di edifici di nuova costruzione, ma diventa più impegnativo quando si tratta di ristrutturazioni.
In Italia, Pichetto Fratin ha affermato che ci sono circa 31 milioni di edifici, di cui 21 milioni classificati in classe D.
L’obiettivo è di elevare 11,1 milioni di edifici alla classe D entro il 2033. Tuttavia, la prima priorità è affrontare il 15% degli edifici residenziali più energivori, che ammontano a circa 1,8 milioni di edifici. Si tratta di un numero significativo di edifici che devono essere affrontati.
Attualmente, la responsabilità di implementare le ristrutturazioni verdi sembra essere in declino.
La presidenza svedese ha rinviato ogni decisione in merito all’estate e la Spagna assumerà il Consiglio dell’Unione europea dal 1° luglio. Di conseguenza, bisognerà attendere l’autunno per intravedere eventuali sviluppi.