Quanto denaro si può tenere dentro il portafoglio? Chi non conosce la legge in merito rischia almeno 1000 euro di multa, ma anche di più.
La legge non impone alcuna restrizione sulla quantità di denaro contante che un individuo può portare con sé, sia all’esterno che all’interno della propria abitazione.
Di conseguenza, qualcuno che viene scoperto con una somma di denaro significativa non può essere penalizzato o perseguito esclusivamente su tale base. Inoltre, non hanno commesso alcun illecito o attività illegale.
Quando il contante viene scambiato tra due individui, l’unico vincolo non è dove va, ma come viene utilizzato (ad eccezione degli sportelli bancari).
La normativa sulla tracciabilità dei pagamenti impone il divieto di cambio contante sopra i 5.000 euro, soglia che è salita dai 1.000 euro nel 2023.
Ciò significa che eventuali cambi sopra i 5.000 euro dovranno essere effettuati con modalità tracciabili quali come assegni non trasferibili, bonifici bancari, carte di credito o di debito o vaglia postali.
Tale divieto si applica a prescindere dalla natura dello scambio, sia esso vendita, donazione, prestito o qualsiasi altra finalità, anche nei rapporti con la pubblica amministrazione come il pagamento delle imposte.
Tale divieto, tuttavia, non si estende ai versamenti e ai prelievi da conti correnti bancari o postali.
Il trasporto di una quantità di denaro contante che supera i limiti designati, sia nel portafoglio che nascosto altrove sulla propria persona, non è considerato un reato penale o amministrativo. Ciò è dovuto al fatto che non è ancora avvenuta alcuna transazione.
Controlli sui contanti nel portafoglio
Possedere semplicemente una grossa somma di denaro e portarsela dietro non implica necessariamente alcuna violazione della legge.
Tuttavia, ciò non esclude automaticamente la possibilità che, nel caso di una perquisizione casuale per strada, le forze dell’ordine possano porre domande in merito all’origine dei fondi.
I funzionari delle forze dell’ordine sono legalmente autorizzati a condurre indagini se hanno ragionevoli sospetti di attività criminale.
È chiaro che le persone che non hanno nulla da nascondere non dovrebbero avere difficoltà a rispondere a tali domande.
Ad esempio, possono spiegare che il denaro è stato ottenuto da un prelievo bancomat, che può essere verificato tramite estratti conto bancari.
Il sospetto può sorgere se l’importo in contanti non può essere ragionevolmente contabilizzato in base al reddito dell’individuo.
Si consideri lo scenario di un anziano signore che percepisce ufficialmente una pensione di 600 euro al mese, ma si scopre che ha 50.000 euro nascosti sotto il tappetino dell’auto.
È importante notare che il mero atto di denunciare una somma di denaro come risparmio detenuto in casa non dà luogo ad alcuna accusa di illecito.
È imperativo comprendere che qualsiasi sospetto di scorrettezza non implica automaticamente colpevolezza.
In caso di avvio di un procedimento penale, le autorità devono dimostrare l’esistenza di un reato, come il commercio illecito, l’elusione fiscale o il riciclaggio di denaro.
Attenzione alla legge antiriciclaggio
È evidente che, per evitare qualsiasi ripercussione giudiziaria, è opportuno astenersi dal destare sospetti e portare con sé solo una somma di denaro congrua e in linea con la propria capacità finanziaria, che solitamente viene dichiarata nella propria dichiarazione dei redditi.
Ad esempio, un commerciante abituato a maneggiare ingenti somme di denaro che sono il risultato di molteplici piccole transazioni potrebbe ragionevolmente giustificare la presenza di tale importo come guadagno giornaliero.
Non varrebbe però per un individuo che percepisce un reddito fisso, soprattutto tramite bonifici bancari, facilmente rintracciabili.
In tali casi, l’individuo dovrebbe fornire una spiegazione legittima per l’origine del denaro in questione.
È importante prestare attenzione quando si utilizza denaro contante per saldare i debiti, poiché ciò potrebbe implicare la violazione delle leggi antiriciclaggio.
Come accennato in precedenza, queste leggi impongono rigide restrizioni al trasferimento di denaro contante da una parte all’altra.
Il mancato rispetto di tali norme può comportare l’irrogazione di una sanzione pecuniaria da 1.000 a 50.000 euro, proporzionata all’importo in questione.