Capita spesso nei condomini che il vicino di casa fuma e la puzza della sigaretta penetra nell’appartamento del vicino. Come può tutelarsi quest’ultimo?
Nel contesto dei condomini, dove gli appartamenti sono spesso situati uno vicino all’altro, è frequente che odori e fumi sgradevoli permeino il proprio spazio abitativo da un’unità vicina.
Prendiamo in considerazione, a titolo esemplificativo, il caso di un vicino che potrebbe aver sviluppato l’abitudine di fumare sigarette o cucinare regolarmente piatti piccanti, o forse indulgere in frequenti grigliate sul balcone con gli amici.
È evidente che le emissioni di fumo sono consentite entro un certo limite poiché rientrano nell’ambito della libertà personale, che non può essere completamente limitata per nessun individuo.
Proteggere la pace e la libertà dei vicini è altrettanto importante. Pertanto, è imperativo comprendere i limiti consentiti di emissioni di fumo prima di intraprendere un ricorso legale e chiedere il risarcimento dei danni tramite un rappresentante legale.
Solo dopo questo può essere intentata una causa contro il vicino in un tribunale.
Vicino di casa che fuma o emana fumo: come comportarsi?
Determinare se è consentito fumare dai vicini non può basarsi su soglie fisse o parametri numerici, ma dipende piuttosto da una varietà di fattori tra cui le circostanze specifiche, la frequenza del fastidio e il tipo di odore presente nella nostra casa.
I rapporti di vicinato affrontano spesso il problema ricorrente dei fumi che arrecano disagio alle persone, e la Cassazione si è più volte pronunciata in merito, affermando chiaramente il proprio divieto.
Quando i fumi di un vicino costringono un’altra persona a modificare il proprio comportamento, come astenersi dall’aprire le finestre o stendere i panni sul balcone, a causa della possibilità di essere esposto a odori sgradevoli dal basso, il disturbo che ne deriva ha un peso legale sufficiente per l’individuo interessato a intentare un’azione legale contro il vicino.
Con l’aiuto della rappresentanza legale, si può citare in giudizio il proprio vicino e chiedere a un giudice di emettere un’ordinanza per cessare l’emissione di fumi.
Anche dopo che si è smesso di fumare, la protezione per il vicino disturbato continua e, se sono soddisfatte determinate condizioni, può essere possibile chiedere un risarcimento monetario per i danni, che viene determinato da un giudice in base alla gravità del problema.
Può essere considerato un reato penale?
La presenza di fumo può indicare che si sta commettendo in due casi. Se i fumi arrecano disturbo a un numero indefinito di persone, è considerato una violazione della quiete pubblica e può comportare una pena detentiva di 3 mesi o una multa di circa 300 euro.
Per sottolineare l’intolleranza della comunità nei confronti degli odori sgradevoli, è imperativo che tutte le persone colpite avviino la causa presentando una denuncia alla polizia.
La seconda ipotesi, invece, sorge quando i fumi costituiscono un rischio per la salute dei vicini, che può essere causato dal rilascio di sostanze tossiche nelle tubazioni da parte del condominio.
Nello scenario indicato, è possibile presentare un reclamo alle autorità. È evidente che il legale rappresentante che si occupa di diritto penale è esperto nel proprio campo, considerato che le due ipotesi discusse in precedenza rientrano nei limiti della colpevolezza penale.
Dimostrare la natura fastidiosa del fumo
Supponendo che la canna fumaria usurata del vicino produca una notevole quantità di fumo, che oggettivamente provoca disturbo, potrebbe non essere una prova sufficiente per vincere la causa.
Il procuratore prescelto deve non solo accertare che il livello dei fumi supera il limite consentito ma anche dimostrare un nesso di causalità tra i fumi provenienti dall’appartamento chiuso e il disagio del vicino.
Le verifiche possono comportare l’esibizione di un cambiamento nel comportamento, come l’incapacità di lavorare da casa a causa della sensibilità agli odori altrui o la necessità di tenere chiuse finestre e balconi.
Nei casi più gravi, possono rivelare che un disturbo deriva dall’esposizione al fumo, spesso comprovato da un certificato medico.
Per vincere una causa che coinvolge cattivi odori e il loro impatto su un vicino, è fondamentale che le prove dimostrino chiaramente la connessione tra gli odori e il danno causato.
Senza tali prove, sarà difficile convincere il giudice e ottenere un risultato favorevole. Pertanto, si raccomanda di essere meticolosi nella selezione della loro rappresentanza legale, scegliendo preferibilmente un avvocato specializzato in questo settore del diritto.
Consultare un avvocato esperto
Proprio come qualsiasi altra relazione di vicinato, possono verificarsi conflitti, problemi di comunicazione e comportamenti inappropriati, ma si consiglia di cercare di risolvere la controversia al di fuori del tribunale prima di ricorrere ad azioni legali e coinvolgere un giudice.
Nel tentativo di difendersi, l’individuo in genere cercherà l’assistenza di un avvocato esperto che inizierà con l’emissione di una lettera formale in conformità con le procedure legali, costringendo il vicino a interrompere o ridurre i fumi a un livello tollerabile entro un periodo di tempo specificato.
Optare per questa particolare via offre vantaggi economici, in quanto annulla la necessità di intentare causa, limitando le spese alla sola consulenza legale e all’onorario dell’avvocato per la lettera di costituzione in mora, che viene notificata al vicino sgradevole.
Nel caso in cui il tentativo in corso non andasse a buon fine, si procederebbe con l’apertura di un processo civile mediante notifica di citazione al condominio attiguo, che comporterebbe spese varie quali spese legali, spese di deposito, notifiche e versamento del contributo unico.
Per ricevere il risarcimento dei danni causati dal fumo del proprio vicino, è fondamentale dimostrare di aver subito lesioni gravi.
Vale la pena notare che l’aroma derivante dalla sigaretta, ma anche dalla frittura, dal barbecue e da altre attività garantisce un risarcimento, sebbene l’importo specifico da pagare sarà determinato in ultima analisi dal giudice.
Se i danni saranno più significativi, l’indennizzo richiesto sarà maggiore. Pertanto, se si dimostra attraverso un certificato medico o altre prove legali fornite dall’avvocato, che la salute è stata danneggiata, il vicino responsabile del disturbo sarà obbligato a pagare una somma considerevole.