Contratto di affitto cointestato, si può recedere? Cosa consente la legge italiana

È possibile recedere da un contratto di affitto cointestato? Andiamo a vedere cosa dice la legge in merito.

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Spesso, i contratti di locazione di alloggi coinvolgono più parti come comproprietari di una proprietà o coinquilini che condividono uno spazio abitativo.

Prendiamo ad esempio gli studenti fuori sede che risiedono nello stesso appartamento. Sebbene tutte le parti compaiano nel contratto, non è raro che qualcuno desideri interrompere il contratto di locazione e partire prima della scadenza concordata.

Questo scenario è più comune tra gli inquilini, mentre i comproprietari in genere rimangono costanti fino al loro passaggio o quando decidono di vendere la loro quota di proprietà.

Riassumendo, i proprietari di solito rimangono stabili, mentre gli inquilini vanno e vengono per numerose ragioni.

Quando le persone fisiche firmano un contratto di locazione congiunto, tale contratto dovrebbe rimanere valido per la durata concordata, salvo circostanze eccezionali.

Tuttavia, potrebbero esserci casi in cui una o più parti devono rescindere l’accordo. In questa guida, illustreremo come procedere per liberarsi dall’obbligo contrattuale e liberare i locali senza complicazioni o obiezioni da parte del proprietario.

Come funziona il contratto di affitto cointestato

Il concetto di contratto di locazione congiunta è abbastanza semplice. In sostanza, è un contratto tra due o più inquilini che si impegnano a condividere le responsabilità e gli obblighi di un immobile in affitto.

Ciò può includere cose come pagare l’affitto, mantenere la proprietà e aderire ai termini del contratto di locazione.

Ogni inquilino è ugualmente responsabile di questi doveri e, nel caso in cui un inquilino non sia in grado di adempiere ai propri obblighi, gli altri sono tenuti a intervenire e coprire la differenza.

Nel complesso, un contratto di locazione congiunta può essere una buona opzione per coloro che desiderano dividere i costi e le responsabilità dell’affitto di un immobile con altri.

Il contratto di affitto congiunto è un metodo comunemente usato per affittare una casa a più persone. Questo approccio è ampiamente implementato per studenti universitari, giovani professionisti, nonché per coppie sposate o conviventi.

Tutti gli occupanti dell’appartamento devono pagare la propria quota di affitto e contribuire alle spese accessorie, tra cui la manutenzione ordinaria, le utenze di luce, acqua e gas, nonché gli abbonamenti ai servizi internet e televisivi.

Contratto di affitto cointestato
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L’appartamento è affittato da più persone che dovrebbero adempiere ai loro obblighi finanziari condivisi.

È importante notare che se un singolo inquilino non riesce a pagare la propria quota di affitto, il proprietario può intentare un’azione legale contro tutti gli inquilini, poiché ogni inquilino è ritenuto responsabile per l’intero canone, salvo diversa indicazione nel contratto.

Inoltre, anche se un inquilino ha dato disdetta anticipata, è comunque obbligato a pagare l’affitto mensile durante il periodo di preavviso specificato nel contratto.

Come recedere da contratto di affitto cointestato

Il processo di recesso da un contratto di affitto congiunto può essere un po’ complicato. Implica diversi passaggi che devono essere presi per garantire che tutte le parti coinvolte siano protette.

È importante comunicare con il proprietario, così come con gli altri inquilini che fanno parte dell’accordo, per informarli della tua decisione.

Potrebbe essere necessario negoziare con loro per determinare la migliore linea d’azione. È inoltre fondamentale rivedere i termini dell’accordo per assicurarsi di comprendere i propri obblighi e diritti.

Con un’attenta considerazione e una chiara comprensione del processo, è possibile recedere con successo da un contratto di affitto congiunto.

Il processo di recesso da un contratto di affitto condiviso è paragonabile a quello di un singolo inquilino.

Tuttavia, la distinzione sta nel fatto che ogni coinquilino ha il diritto di recedere indipendentemente dagli altri, con conseguente ritiro parziale.

Ciò significa che il contratto sarà comunque vincolante per coloro che scelgono di rimanere nella proprietà in affitto.

In varie situazioni, uno studente può trovare una sistemazione abitativa altrove o decidere di sospendere gli studi, un partner può interrompere il rapporto e andarsene, oppure un lavoratore che si era stabilito nella città in cui ha sede la sua azienda viene trasferito in un’altra sede.

Sono tutti possibili scenari di “giusta causa” che legittimano una partenza anticipata. Nessuna di queste circostanze, o simili, richiede che l’individuo che desidera partire ottenga il consenso dei propri coinquilini. Ognuno è libero di fare le proprie scelte e di agire in autonomia.

Cosa accade al contratto se un coinquilino se ne va?

In alcuni contratti di locazione esiste una clausola nota come “clausola capestro”, la quale prevede che se uno degli inquilini recede dal contratto di locazione, il contratto si risolverà automaticamente anche per tutti gli altri inquilini.

Questa clausola è comunemente indicata come condizione di “risoluzione espressa” ed è considerata oppressiva.

Contratto di affitto
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Come tale, per essere considerato valido, deve essere esplicitamente approvato con una seconda firma, oltre a quella del contratto principale.

Come e quando comunicare il recesso

Il processo e la tempistica per la comunicazione di un recesso è un aspetto cruciale da considerare. La questione delle modalità e dei tempi entro i quali viene comunicato il recesso deve essere attentamente valutata.

Per recedere correttamente da un contratto di locazione è necessario darne formale comunicazione al locatore tramite raccomandata o posta elettronica certificata, come specificato nel contratto.

Qualsiasi altro mezzo di comunicazione, come una telefonata, un messaggio WhatsApp o una semplice e-mail, non è considerato valido. Si precisa che è vietata anche la disdetta verbale del contratto di locazione.

È importante notare che la cancellazione e il ritiro hanno implicazioni diverse. La cancellazione, ad esempio, ha lo scopo di interrompere un processo di rinnovo automatico.

Ciò è particolarmente rilevante nei casi in cui i contratti sono formulati, ad esempio, 4 anni più 4 o 3 anni più 2.

Il recesso, invece, ha lo scopo di porre fine a un contratto di locazione prima della data di scadenza prestabilita. Un esempio di tale situazione è quando il contratto termina dopo soli sei mesi.

Il contratto delinea una terminologia specifica per l’attuazione del processo di recesso. In mancanza di tali termini, la disposizione generale impone il preavviso di almeno sei mesi.

Per illustrare, se un recesso viene comunicato il 1° gennaio, non può entrare in vigore prima del 2 giugno.

Cosa dovrebbe fare il proprietario

Se un inquilino fornisce comunicazione scritta di recesso parziale da un immobile in locazione in conformità con i termini stabiliti nel contratto o, se non sono specificati, in conformità con la legge, il proprietario non può contestare il diritto dell’inquilino di esercitare tale opzione.

Al fine di riflettere il recesso parziale di uno degli originari inquilini, il locatore è obbligato ad apportare modifiche alla registrazione del contratto presso l’Agenzia delle Entrate.

Ciò si può ottenere compilando il modello RLI, che può essere presentato in via telematica dal 2023 in poi, senza necessità di presenze fisiche allo sportello. La quota di iscrizione è fissa di 67 euro.

In caso di non registrazione del contratto di affitto?

Secondo la legge, qualsiasi contratto di locazione non registrato è considerato nullo. Tuttavia, il locatore ha la possibilità di rettificare e rendere valido il contratto di locazione registrando l’atto presso l’Agenzia delle Entrate.

Tale processo avrà effetto retroattivo e correttivo, ma solo se il locatore pagherà l’imposta di registro e le eventuali sanzioni sostenute per la trascrizione dell’atto dopo il periodo iniziale di 30 giorni.

Quando i proprietari incontrano inquilini che non pagano l’affitto o causano altri problemi, possono ricorrere a una tattica intelligente.

Registrando il contratto di locazione dopo il fatto, i proprietari possono esercitare legalmente i propri diritti e intraprendere un’azione legale rapida, che è più veloce rispetto alle tradizionali cause civili.

Una volta che il contratto è stato registrato, anche se in ritardo, il proprietario può immediatamente far valere le sue disposizioni, come richiedere il pagamento dell’affitto scaduto o avviare una procedura di sfratto quando necessario.

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