A cosa facciamo riferimento nel momento in cui parliamo di economia circolare? Quali sono i vantaggi che questo tipo di economia porta nel settore della ristorazione?
L’Unione Europea si sta impegnando nell’aggiornare la transizione ecologica così da spingere verso l’introduzione di un’economia circolare.
L’economia circolare non è altro che un modello di produzione e di consumo al cui interno sono presenti anche altri elementi tra cui prestito, condivisione, riparazione, riutilizzo, riciclo di materiali, ricondizionamento e riciclo di prodotti già esistenti.
Così facendo sì riuscirà ad estendere il ciclo di vita di ogni prodotto oltre che a diminuire la presenza di rifiuti. Ogni qualvolta un prodotto non viene utilizzato più per il suo scopo principale, i materiali di cui è formato, subiscono una reintroduzione attraverso il riciclo.
In questo modo si può utilizzare in un ciclo produttivo, andando così a dar vita ad un valore aggiunto.
In questo modo, il tradizionale modello economico lineare viene contrastato dai principi dell’economia circolare.
Attualmente ci troviamo in un periodo in cui sono sempre di più i soggetti che si responsabilizzano nell’ambito del sociale.
Oggi come oggi molti sono i consumatori che si dicono preoccupati e che quindi scelgono di utilizzare dei prodotti con un livello di tossicità più bassa e confezionati con materiali riciclati.
Molti sono gli studi che si sono concentrati su questo argomento e che indirizzano la loro attenzione su prodotti di uso quotidiano tra cui cosmetici, cibo oppure beni di largo consumo.
All’interno del settore alimentare, l’economia circolare risulta essere una pratica sostenibile necessaria per rimediare a quelle che sono le sfide più grandi che ci troviamo ad affrontare, tra cui l’uso indisciplinato delle risorse, la crescita demografica e l’impatto sull’ambiente, ossia su oceani, clima e suolo, oltre che al cercare di limitare il più possibile ogni spreco alimentare.
Se si vanno ad analizzare i numerosi casi in ambito aziendale, ciò che si scopre è che il paradigma economico corre il rischio di trasformarsi in un modello che appoggia quello che è un rapporto manipolativo verso ogni rifiuto, una situazione che potrebbe peggiorare con il passare del tempo.
In molti casi, le aziende scelgono di utilizzare l’economia circolare all’interno del food system andando però a nascondere una leva marketing il cui scopo è quello di conquistare i consumatori.
Questo è un approccio decisamente errato verso le problematiche del food system in quanto di vanno a creare delle conseguenze pericolose sia per l’economia che per la società nonché per la biosfera.
Molti sono i Paesi che stanno cercando di superare una sfida, ossia quella di dare un nuovo volto al modello produttivo, prendendo come punto di partenza una gestione corretta del capitale naturale a cui è unito quello economico e culturale, andando però a rispettare sempre ogni limite planetario e mettendo a disposizione lo spazio necessario alla civiltà.
Visto che il sistema alimentare è molto complesso, è necessario utilizzare una prospettiva trasversale partendo dal cercare di proteggere il tessuto economico che è la base dell’esistenza sul pianeta terra, un qualcosa che l’uomo sta consumando molto velocemente.
Realizzare un quadro concettuale nuovo capace di bilanciare le esigenze della società attuale, è questo lo scopo che si vuole raggiungere.
Per tutte queste ragioni di cui vi abbiamo parlato fino ad ora che nasce il Circular Economy for Food, la quale è divisa in capitale, ciclicità e coevoluzione. Andiamo ad analizzare uno ad uno questi punti.
Il capitale si suddivide in diversi punti:
Si tratta di un concetto molto importante che ci porta a ragionare dal punto di vista rigenerativo.
Anche in questo caso sono presenti due concetti molto importanti:
La coevoluzione si sviluppa attraverso un paradigma di collaborazione e che dà vita a molti vantaggi per ognuno di noi, anche per l’ambiente.