Sai quali sono le cifre che un cittadino può arrivare a spendere in relazione a un atto di donazione dal notaio. Di seguito, tutto quello che c’è da sapere.
In alcune circostanze, la presenza del notaio è indispensabile per garantire la validità di un atto di donazione, ma anche in situazioni in cui non è obbligatoria l’assistenza notarile, tale figura può risultare particolarmente utile.
Tuttavia, la spesa per il servizio del notaio ricade sul donatario, ovvero colui che riceve l’oggetto donato dal quale trae dei benefici. Poiché la donazione è un atto gratuito, risulta essenziale conoscere con precisione i costi relativi alla stipula dell’atto di donazione presso il notaio, al fine di comprendere il costo effettivo dovuto per ricevere l’oggetto della donazione.
In linea generale, la stipula di una donazione che prevede l’intervento del notaio comporta una spesa composta dall’onorario del professionista e dalle imposte relative ai beni oggetto della donazione, le quali sono solitamente prevedibili, poiché regolate da rigidi criteri stabiliti dalla legge.
Tuttavia, non è possibile conoscere in anticipo il preciso importo del compenso richiesto dal notaio prescelto, il quale, in quanto libero professionista, gode di notevole autonomia nella determinazione delle parcelle da applicare, considerando la complessità degli atti e il valore dei beni coinvolti nella donazione.
Ad ogni modo, i costi saranno chiaramente specificati nel preventivo notarile fornito dallo studio solo dopo l’acquisizione di tutti i dettagli relativi all’atto stesso.
In linea generale, stando a quanto riportato dai professionisti del settore, per le donazioni immobiliari si può considerare un onorario minimo di circa 2.000 euro.
Tale cifra – va detto – è puramente indicativa e non consente di conoscere completamente tutti i costi relativi all’atto notarile. La maggior parte della spesa, come già anticipato, deriva dalle imposte che riguardano gli immobili e che possono far aumentare notevolmente le spese sostenute.
L’imposta di donazione sui beni mobili e immobili equivale all‘8% del valore della proprietà donata.
Tuttavia, se vi è un rapporto di parentela tra donante e donatario, si applicano diverse aliquote e franchigie.
Ad esempio, il coniuge o i parenti in linea retta (genitori o figli) usufruiscono di una tassa del 4% con una franchigia di 1.000.000 di euro, mentre i fratelli o le sorelle pagano il 6% con una franchigia di 100.000 euro.
Se il destinatario della donazione è un parente fino al quarto grado di parentela, affine in linea retta – ad esempio suoceri, generi e nuore – o affine in linea collaterale, fino al terzo grado – ad esempio cognati, nipoti e zii del coniuge – viene applicata una tassa del 6% senza alcuna franchigia.
In tutti gli altri casi, la tassa sarà pari all’8%. Tuttavia, se il donatario è riconosciuto dalla legge come gravemente disabile, si applicherà una franchigia di 1.500.000 euro.
Pertanto, l’imposta di donazione può essere zero o molto alta, a seconda del valore della proprietà e del rapporto tra il donante e il donatario.
Per calcolare le imposte relative alla donazione di immobili, è necessario considerare i seguenti elementi:
Va, inoltre, tenuto presente che, se l’immobile costituisce la prima casa del donatario, l’imposta ipotecaria e quella catastale saranno pari a un importo fisso di 200 euro.
Per quanto riguarda le donazioni di beni mobili, sono applicati gli stessi criteri previsti per gli immobili.
Tuttavia, è probabile che il valore di tali beni sia inferiore e – di conseguenza – scaturiscano spese minori.
Inoltre, è importante notare che per i beni mobili è prevista solamente l‘imposta di donazione, la quale viene calcolata nello stesso modo delle donazioni immobiliari.
Vi sono alcuni casi, però, in cui tale imposta non è applicata, ossia per i veicoli iscritti al Pra, per il denaro destinato a spese matrimoniali, spese di istruzione, educazione, abbigliamento o mantenimento, nonché aziende (o rami delle stesse), quote sociali e azioni quando i donatari sono coniuge, figli o genitori.