Cosa prevede la legge italiana in merito agli scherzi telefonici perpetrati verso altri? In altre parole, sono illegali o meno?
Esiste una “misura ragionevole” che separa gli scherzi innocui dalle attività criminali che possono sfociare in una causa legale.
Il codice penale italiano ha un articolo che sanziona le cosiddette molestie telefoniche. Si precisa che tale reato richiede la reiterazione di determinate condizioni e, pertanto, non sempre è garantita la condanna.
Tuttavia, è essenziale riconoscere che se l’autore di tale reato viene citato in giudizio, sarà sottoposto a un processo penale, indipendentemente dall’esito.
Dovranno pagare per la rappresentanza legale, rischiare una condanna e, infine, sopportare una serie di procedure legali che supereranno il piacere di alcuni fugaci momenti di intrattenimento.
La seconda considerazione da tenere presente è che il reato in questione è “perseguibile d’ufficio”, indicando che anche nel caso in cui la vittima scelga di ritirare la propria causa (sia per pentimento che per risarcimento economico), la Procura della Repubblica è tenuta a perseguire il colpevole.
Ciò fino a quando un giudice non stabilisca se l’atto costituisce reato di molestie telefoniche. In altre parole, non c’è possibilità di fare ammenda, poiché il tribunale deve agire nei casi penali.
Nonostante ciò, il procedimento penale non conduce alla reclusione, purché siano adottate le opportune cautele, anche se la parte lesa esprime rammarico per la querela.
È importante notare, tuttavia, che la pena per questo reato è un massimo di sei mesi di reclusione o una multa non superiore a 516 euro.
A meno che il giudice non stabilisca che il reato è “minore” e archivia il caso, la fedina penale rimane macchiata.
È illegale fare gli scherzi telefonici agli altri?
Secondo la legge, si commette reato quando un individuo viola indebitamente la libertà altrui. Ciò significa che la persona deve assumere comportamenti molesti e dirompenti per gli altri, accompagnati da motivi petulanti o comunque inaccettabili.
Senza causare alcun disturbo, non è stato commesso alcun reato. Questo è il motivo per cui uno scherzo innocuo e divertente che si traduce in risate reciproche difficilmente può essere considerato un crimine.
Tuttavia, se il molestatore modifica lo stato mentale della vittima in modo fastidioso o in un momento inopportuno, inducendo la vittima ad alterare il proprio stile di vita, come spegnere il telefono o cambiare il proprio numero di telefono, allora la situazione è diversa e può essere considerata un crimine.
Indipendentemente da come l’autore del reato scelga di esprimere il proprio comportamento, è imperativo che le sue azioni causino alla vittima un “grave disagio mentale” o una “paura giustificata” per la propria incolumità o per quella di qualcuno vicino a lui.
Inoltre, il comportamento deve anche avere un impatto negativo sullo stile di vita della vittima. Affinché le azioni del molestatore possano essere considerate criminali, devono avere un effetto destabilizzante sul benessere psicologico della vittima.
In sostanza, le telefonate ingiustificate non possono essere ignorate dalla vittima e devono comportare un cambiamento nel suo comportamento e stile di vita, portando a un’alterazione del suo benessere generale.
Molestie telefoniche: le prove
La discussione ruota attorno al fatto che una singola telefonata possa costituire un danno o se siano necessarie più istanze di comportamento dannoso.
La formulazione della legge è ampia e comprende la punizione per “chiunque, attraverso il telefono, molesti o disturbi intenzionalmente qualcuno per dispetto o altri motivi moralmente discutibili.
Alcune sentenze della Suprema Corte hanno ritenuto giustificabile la pena anche per una breve telefonata della durata di pochi secondi, o anche nei casi in cui la telefonata è “silente”, nel senso che il molestatore semplicemente riattacca senza parlare.
Tuttavia, l’opinione della maggioranza sostiene che il comportamento ripetuto deve essere dimostrato. Il giudice deve determinare se le azioni dell’imputato sono state petulanti, invadenti, indiscrete e sfacciate, violando in ultima analisi la pace e la libertà personale della vittima.
Anche le telefonate ripetitive che consistono in soli squilli sono risultate costituire il reato di molestie telefoniche.
Le soluzioni alternative
Dimostrare di essere stato vittima di scherzi telefonici può sembrare una sfida, ma ci sono alcuni modi per farlo.
Un’opzione è toccare il telefono o richiedere tabulati telefonici per raccogliere prove. Inoltre, esistono vari sistemi online che possono aiutare a identificare i chiamanti anonimi ed esporre i responsabili degli scherzi.
La caratteristica distintiva di un processo penale, che lo distingue da un processo civile, è che la testimonianza della vittima può servire come prova se non è contraddetta da altri fattori ed è ritenuta attendibile dal giudice che presiede.
Ciò pone l’autore del reato in una posizione svantaggiosa, in quanto non può ricorrere al principio del buon senso che impone che nessuna certezza possa essere attribuita a un reclamo se si basa esclusivamente su testimonianze contrastanti.
Inoltre, il racconto della vittima potrebbe essere corroborato da altri testimoni come coinquilini che erano presenti durante il fatto.
Inoltre, ulteriori testimoni che sono stati informati della comunicazione possono attestare di aver origliato le conversazioni telefoniche o di aver letto messaggi di testo. Tali prove rafforzerebbero indubbiamente la causa contro l’imputato.
Nel caso in cui il giudice ritenga che il comportamento dedotto sia di minore rilevanza e che i fatti siano “irrilevanti“, può disporre l’archiviazione della causa, lasciando comunque alla vittima la possibilità di chiedere il risarcimento del danno eventualmente subito.
Per essere scagionati dalle accuse è necessario dimostrare che la telefonata è stata fatta in modo spensierato e giocoso.