Tutti hanno avuto o hanno tuttora un buono postale. Ma quanto valgono quelli vecchi? Le cifre per alcuni sono davvero pazzesche.
Gli italiani hanno da tempo privilegiato i buoni fruttiferi postali (BFP) come opzione di investimento per via dei loro rendimenti altamente redditizi.
Queste obbligazioni sono un tipo specifico di titolo che assicura all’investitore un ritorno del proprio capitale insieme a un interesse aggiuntivo.
In sostanza, cosa sono i buoni fruttiferi postali? Stiamo parlando di prodotti finanziari che godono della garanzia dello Stato, in quanto emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti Spa.
Non solo sono esenti dall’imposta di successione, ma non comportano nemmeno spese di collocamento, gestione o rimborso.
I buoni fruttiferi postali offrono un vantaggio unico in quanto non sono assoggettati alle oscillazioni del mercato.
Di conseguenza, i rimborsi possono essere richiesti in qualsiasi momento e sono tassati con un’aliquota agevolata del 12,5%.
Il meccanismo dei Buoni fruttiferi postali è semplice: si effettua un versamento in un’unica soluzione e gli interessi maturano periodicamente, solitamente dopo un periodo di attesa da 6 a 12 mesi dalla data di sottoscrizione.
I buoni fruttiferi postali scaduti, che non producono più interessi, possono comunque essere riscossi dal possessore dell’obbligazione fino a 10 anni prima della decorrenza dei termini di prescrizione.
Ma quanto può valere un vecchio buono postale? Andiamo ad approfondire la questione.
Se si possiede un vecchio buono postale è possibile riscattarlo, a meno che non sia scaduto dopo dieci anni.
Il valore del buono è determinato dal suo valore nominale, che deve essere rettificato in base alla rivalutazione monetaria e agli interessi. Non è possibile effettuare un calcolo accurato senza conoscere il prezzo di partenza.
Un passatempo che ha preso piede tra gli individui di tutto il mondo è l’accumulo di oggetti rari e ambiti.
Tra i tanti oggetti affascinanti che si possono collezionare, i buoni postali vecchi occupano un posto speciale per la loro rilevanza storica e per il loro eccezionale valore. In particolare, i buoni postali italiani del passato sono diventati famosi per il loro notevole valore.
Durante il periodo della loro acquisizione, questi articoli sono stati acquistati in grandi quantità, ma la morte dell’investitore spesso ha comportato il loro successivo abbandono.
Gli attuali proprietari rimangono incerti sul fatto che questi oggetti siano validi oppure siano scaduti, portandoli a considerarli potenzialmente persi per sempre.
Il valore di un buono postale italiano datato è soggetto a diverse variabili, tra cui l’età, lo stato di conservazione e la rarità.
I collezionisti desiderano molto alcuni dei primi buoni dell’inizio del 1900. Inoltre, alcuni buoni sono stati prodotti in numero esiguo, rendendoli estremamente rari e preziosi per i collezionisti.
Nel mondo del collezionismo di coupon, è risaputo che i coupon in perfette condizioni, privi di qualsiasi danno come macchie o strappi, hanno più valore delle loro controparti danneggiate.
Un buono postale italiano che detiene un valore significativo tra i collezionisti è il buono “Poste Italiane 60 centesimi“, che è stato rilasciato nel 1917.
Questo particolare buono è tenuto in grande considerazione per la sua natura rara e il design unico poiché ha impressa sopra l’immagine del re Vittorio Emanuele III.
Uno dei buoni postali più di valore mai venduto è stato battuto all’asta da una casa d’aste italiana nel 2019, per l’eccezionale cifra di 750.000 euro.
Un altro buono postale del nostro Paese di enorme valore è il buono “Poste Italiane 5 lire“, che è stato emesso nel 1924.
Tale buono è particolarmente raro per il suo periodo di stampa limitato prima di essere preferito da un diverso disegno.
In primo luogo, questo buono vanta una rappresentazione del Colosseo di Roma, che lo rende particolarmente accattivante per gli appassionati.
Di recente, è stato venduto per l’incredibile cifra di 80.000 euro durante un’asta nel 2016. In sintesi, i buoni postali italiani antichi hanno un grande significato storico e finanziario, che li rende un oggetto interessante da acquistare e collezionare.
Anche se alcuni possano ritenere illogico spendere importi così esorbitanti per i buoni postali, per i collezionisti sono reliquie inestimabili che giustificano l’investimento.