La riqualificazione energetica di un edificio deve essere fatto nel modo giusto. Ma come? La risposta vi verrà data in questa guida che stiamo per proporvi.
A che cosa si fa riferimento nel momento in cui si parla di riqualificazione energetica? In che modo viene utilizzata sugli edifici e come si può sfruttare tale detrazione?
Da quando ha fatto il suo ingresso l’Ecobonus 110% attraverso il DL rilancio, in molti sono stati attratti dalla possibilità di applicare degli interventi di riqualificazione energetica sugli edifici necessari per diminuire i consumi, degli interventi che vengono applicati ad ogni tipo di edificio sia che si tratti di commerciale, abitativa o strumentali.
Numerosi soggetti, a partire da coloro che operano nel settore edile fino ad utenti privati, hanno voluto utilizzare diverse detrazioni fiscali per ottimizzare i consumi della propria casa.
Ed è per questo motivo che hanno iniziato ad interrogarsi sui vari requisiti e sulle norme necessarie per avervi libero accesso.
Vediamo quindi che cos’è la riqualificazione energetica, quali tipi di interventi si possono fare e a chi è indirizzata la detrazione.
Quando si parla di riqualificazione energetica si fa riferimento a degli interventi che hanno lo scopo di rendere migliore l’efficienza energetica di un edificio.
Tutto ciò vuol dire che si tratta di uno strumento che può essere utilizzato per diminuire i consumi insieme a tutte le emissioni di diversi fattori inquinanti andando a diminuire anche ogni prestazione.
Infatti si fa riferimento ad un’operazione abbastanza precisa e pianificata nei minimi dettagli e che dà la possibilità di razionalizzare le risorse energetiche tra l’ambiente esterno e l’edificio in questione.
Tra i vari interventi troviamo quelli strutturali, edilizi o impiantistici. Prima di iniziare questo percorso, è importante fare un’analisi energetica necessaria per capire le condizioni di un edificio così da individuare i vari interventi da fare.
In questo modo, il retrofit può portare numerosi vantaggi andando a migliorare tutte le prestazioni e dando la possibilità di passare ad una classe energetica superiore.
Nella maggior parte dei casi si utilizzano dei materiali insieme a tecniche di costruzione che risultano essere sostenibili e si sfruttano degli impianti che si muovono solo con le energie rinnovabili.
Coloro che hanno intenzione di iniziare degli interventi di riqualificazione, possono ottenere una sorta di rimborso che per le persone fisiche si tratta di una detrazione IRPEF, mentre per le società di capitali, si fa riferimento a detrazioni IRES.
Ogni intervento è diverso e dà la possibilità di utilizzare delle diverse detrazioni. In particolare, abbiamo:
Numerosi sono i vantaggi nel momento in cui si sceglie di seguire un intervento retrofit energetico.
Infatti la rete di qualificazione dà la possibilità di migliorare il comfort di ogni ambiente, di tenere sotto controllo i consumi e di diminuire le emissioni di inquinamento.
Inoltre si verifica anche una riduzione dell’impatto ambientale dello stesso edificio che riesce ad ottimizzare sia l’efficienza energetica che la gestione.
Ciò che ne consegue è che l’intera struttura verrà rivalutata attraverso un passaggio ad una superiore classe energetica e, nello stesso momento, abbattere i consumi nella bolletta.
Per riuscire a mettere le mani sui numerosi benefici nel momento in cui si decide di applicare degli interventi per la riqualificazione energetica, è necessario avere tutti i permessi tecnici insieme alle richieste in regola per eseguire i lavori.
Inoltre è importante anche seguire due regole ben precise, ossia pagare ogni fornitore utilizzando come metodo di pagamento il bonifico, fornendo la causale di versamento con l’espressione “detrazione ai sensi della Legge 296/2006, art. 1, co. 344-349”.
E’ molto importante aggiungere anche il codice fiscale oppure la partita IVA di colui che ha portato a termine il lavoro.
Il secondo elemento è quello di procedere all’invio presso l’Enea, una copia della nuova certificazione a livello energetico insieme a tutti i documenti in cui sono stati inseriti tutti gli interventi riportati a termine.
Si tratta di una pratica che deve essere completata entro 90 giorni da quando sono finiti i lavori.
La norma attualmente in vigore afferma che la detrazione può essere applicata per ogni fabbricato esistente senza tener conto di nessuna limitazione sulle categorie catastali.
Tutto ciò vuol dire che può interessare edifici residenziali insieme a tutte le pertinenze annesse tra cui tettoie e box oppure edifici ad uso commerciale o industriale.
Per semplificare la questione, l’agevolazione può essere utilizzata da tutti quegli edifici che hanno effettuato l’iscrizione al catasto e per le quali si pagano le imposte tradizionali.
Il bonus non può essere usato per i fabbricati appena costruiti visto che, in base a ciò che afferma la legge, devono già avere come requisito la presenza di un risparmio energetico.
La detrazione spetta a coloro che iniziano gli interventi per la riqualificazione energetica di un edificio.
Si tratta di agevolazioni che non devono essere utilizzate soltanto dal proprietario dell’immobile ma anche da coloro che si sono impegnati nel sostenere le spese di tutti i lavori.
Quindi, la diminuzione dell’imposta risulta essere un diritto sull’immobile oggetto della ristrutturazione e quindi interessa anche gli inquilini insieme ai comodatari, ai familiari conviventi oppure ai titolari della società o delle imprese.
Inoltre è molto importante tenere a mente che il bonus spetta sia persone fisiche che a soggetti che risultano essere titolari di redditi di imprese.
Vengono escluse le aziende di costruzione di immobili merce, ossia quelle case che vengono costruite per essere poi vendute.
Coloro che danno inizio a delle operazioni di riqualificazione energetica possono utilizzare una detrazione di 65% delle spese sostenute.
La domanda deve essere presentata entro il 31 dicembre del 2021 e gli importi vengono stabiliti in base al tipo di intervento eseguito. Si tratta di:
Fino al 2018 la detrazione era pari al 65%, ma da quell’anno in poi, è diminuita al 50% per tutti gli interventi di acquisto e di messa in opera di finestre, tra cui anche infissi, insieme a quelli di schermature solari.
A quest’ultima categoria si aggiungono anche sostituzione di impianti di climatizzazione i quali sono provvisti di generatori di calore o caldaia a condensazione e quindi alimentate da biomasse con una impatto ambientale basso.
Resta in vigore la detrazione del 65%, per quegli interventi inerenti alla sostituzione di impianti di climatizzazione invernale i quali sono studiati per mettere a disposizione delle caldaie a condensazioni che hanno un’efficienza che equivale almeno alla classe A.
Ogni detrazione spetta a colui che ha sostenuto tutte le spese per la ristrutturazione, una cifra che viene distribuita nel corso dei 10 anni successivi. Tutto ciò si trasforma in una quota erogate costantemente.
Si utilizza il criterio della cassa per i soggetti privati per i quali la detrazione si calcola basandosi sul costo sostenuto, una spesa che deve essere giustificata attraverso tutti i documenti.
Invece le imprese sfruttano il rispettivo principio di competenza anche se seguono le medesime percentuali.