Il mondo del lavoro ha subito un enorme cambiamento a seguito dell’emergenza sanitaria. Sempre più spesso infatti, si sente parlare di lavoro flessibile. Ma di cosa si tratta?
Con il passare del tempo, le imprese sono tenute a realizzare ogni richiesta da parte dei collaboratori riguardo ad un lavoro più flessibile, un qualcosa che si verifica maggiormente nei dipendenti giovani.
I dati sul lavoro flessibile
Il settore lavorativo moderno ha aperto le porte al lavoro flessibile. Si tratta di un tipo di impiego all’interno del quale sono previsti orari flessibili, una soluzione che il 37% degli europei apprezza al punto da accettare un lavoro solo se è presente questo requisito.
Inoltre, il 28% dei dipendenti intervistati, ha affermato di essere intenzionato a rifiutare un’offerta di lavoro nel caso in cui questa prevedesse un orario a tempo pieno in ufficio.
Il 69% dei dipendenti presi sotto esame, hanno affermato di essere addirittura disposti a scambiare un orario flessibile con una diminuzione di stipendio.
Secondo uno studio della Owl Labs, nel nostro Stato, per l’83% degli italiani, l’orario flessibile è diventato un elemento fondamentale. Infatti oggi come oggi, l’assenza della flessibilità risulta essere una motivazione valida per dire “No” ad un’offerta di lavoro.
Inoltre, il 23% degli intervistati ha affermato che è stato proprio questo il motivo per il quale hanno abbandonato il precedente lavoro.
Un andamento che è stato confermato dal nuovo Osservatorio HR Innovation Practice appartenente alla School of Management del Politecnico di Milano, secondo il quale più di un decimo dei lavoratori in Italia ha scelto volontariamente di cambiare lavoro nell’ultimo anno.
Una delle motivazioni principali è quella di andare alla ricerca di condizioni economiche migliori anche se il secondo motivo riguarda la necessità di avere un orario di lavoro flessibile.
Da tutto ciò possiamo capire che una delle motivazioni più importanti per i dipendenti risulta essere proprio la flessibilità.
Una cosa è certa, la pandemia ha spinto molto i lavoratori verso questa direzione in quanto hanno molto apprezzato ogni vantaggio dello Smart Working.
Sempre in base al Randstad Workmonitor 2023, più della metà dei dipendenti non accetterebbero mai un lavoro che va ad influire in modo negativo sul work- life balance, mentre un terzo è d’accordo con l’aver abbandonato il lavoro precedente poiché non riusciva ad adattarsi con la propria vita.
Uno dei fattori più importanti per i nostri connazionali risulta essere l’equilibrio tra lavoro-vita privata a seguito di altri tipi di equilibri con la retribuzione, la sicurezza sul lavoro e con la flessibilità oraria.
Che cos’è il lavoro flessibile
Il lavoro flessibile, in base alla definizione data da Randstad, ha un significato ben preciso. Infatti, si afferma che:
con il termine flessibilità, in ambito professionale, si fa riferimento a rapporti di lavoro alternativi alle forme tradizionali che prevedono orari standard e sedi fisse. Cambiano il quando e il dove si può lavorare.
Molto spesso capita che il lavoro flessibile risulti essere semplificato dall’innovazione digitale in quanto dà la possibilità di ottenere numerosi benefici proprio come è successo con lo Smart working.
All’interno del sondaggio proposto da Owl Labs, nella classifica dei benefit presi in considerazione per accettare un’offerta di lavoro troviamo:
- per il 37% la presenza di un orario flessibile;
- sempre per il 37% una settimana lavorativa formata da quattro giorni;
- per il 27% la presenza di giorni di ferie senza limite;
- per il 25% la presenza di una sede flessibile.
Tutte le forme che rientrano nel lavoro flessibile
Quando si parla di lavoro flessibile, si fa riferimento ad una forma alternativa di lavoro in cui non si tiene conto delle classiche 40 ore di lavoro settimanale.
In questo senso, la flessibilità del lavoro determina delle forme di lavoro che si basano su contratti di lavoro determinati e indeterminati, nonché prestazioni lavorative, che consentono al dipendente di svolgere il tutto in totale autonomia.
Le modalità in questione vedono al loro interno:
- un contratto di somministrazione che può essere sia a tempo indeterminato che determinato;
- un lavoro part time;
- un lavoro intermittente o a chiamata;
- un lavoro job sharing o ripartito, ossia quando due lavoratori portano a termine una singola obbligazione verso il medesimo datore di lavoro;
- freelance o lavoro autonomo nel momento in cui il lavoratore porta avanti autonomamente ogni compito senza nessun tipo di vincolo;
- Smart working, ossia un tipo di lavoro dove il dipendente cerca di raggiungere degli obiettivi senza essere legato ad un luogo o ad un preciso orario;
- lavoro da remoto o telelavoro, una tipologia di impiego dove il dipendente viene spinto a raggiungere degli obiettivi scegliendo autonomamente il luogo da cui lavorare anche se è vincolato ai tipici orari di ufficio.
I vantaggi che si ottengono con il lavoro flessibile
Quasi sicuramente, un lavoro flessibile può portare molti vantaggi sia per i dipendenti che per le aziende.
Attraverso questo approccio, si vanno ad esaurire tutti i desideri insieme alle necessità dei vari lavoratori con una conseguente soddisfazione professionale nonché un maggiore livello di attrattività dell’azienda e un livello più grande di engagement.
Se si analizza il punto di vista dei dipendenti, alcuni dei vantaggi più importanti si trova nel fatto che è possibile lavorare scegliendo delle soluzioni che più si adattano alle proprie esigenze personali così da avere un equilibrio migliore tra lavoro e vita privata.
Un esempio dato dal tempo che si risparmia per raggiungere il luogo di lavoro o dal fatto che è possibile dedicare più attenzione ai propri figli.
Dei benefici che, indirettamente, si rispecchiano anche sull’azienda in quanto un dipendente meno stressato è un dipendente che lavora meglio.
Tra i numerosi vantaggi che presenta il lavoro flessibile, troviamo la possibilità di utilizzare un team di lavoro al cui interno sono presenti dipendenti con età diverse nonché abilità e contesti familiari differenti l’uno dall’altro.
In questo modo ne consegue un’eterogeneità maggiore insieme ad un’unione di creatività e pensieri.
Infine, un beneficio che non si nota subito ma che risulta essere ugualmente importante, è inerente alla Customer Satisfaction e alla Customer Experience.
In poche parole, attraverso il lavoro flessibile, un’azienda riesce a produrre molto di più e a vedere soddisfatti i propri dipendenti. Una situazione che permette alla stessa azienda di poter utilizzare un personale motivato capace di fare bene il proprio lavoro
Il lavoro flessibile in Italia
In base ai dati Istat che hanno preso come riferimento l’anno del 2020, pare che il 16,6% dei dipendenti italiani era in possesso di un contratto di lavoro flessibile, includendo sia coloro che avevano un contatto a termine che a tempo parziale.
In Unione Europea, in base ad una ricerca di Remote e che ha preso come punto di riferimento i dati di Statistica ed Eurostat, un terzo dei dipendenti ha lavorato da casa con regolarità sfruttando il modello ibrido o quello full remote.
Il Paese in cui la percentuale è più alta è l’Olanda, luogo in cui di parla del 65%. Una media che ha subito un notevole aumento in quanto nel 2020 questa era pari alle 12,3%.
Anche se, con il passare del tempo, l’argomento della flessibilità sul lavoro sta diventando sempre più importante, in base a ciò che afferma il Randstad Workmonitor, molte sono le aziende che ancora non hanno capito i numerosi benefici che questo può portare.
Secondo il report 2023, diverse attività italiane non sono in grado di rispettare le aspettative dei lavoratori. Il 44% delle attività permettono di ottenere una flessibilità del luogo con 6 punti a differenza della media globale.