Molti lavoratori che hanno lavorato in determinati anni possono avere accesso ad un’indennità molto importante.
Sono molti i lavoratori che conoscono bene la NASPI, ovvero la Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego che è andata a sostituire l’ASpI e la mini-ASpI nei casi di disoccupazione involontaria che si sono verificati a partire dal 1 maggio 2015. Questa nuova indennità, che rientra nella Gestione INPS prestazioni temporanee ai lavoratori dipendenti, consente ai lavoratori che hanno perso il posto di ottenere una somma pari al 75% della retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali che il lavoratore ha percepito negli ultimi 4 anni, a patto che la stessa sia inferiore all’importo minimo: tale importo per il 2023 è calcolato a 1.352,19 euro.
Per quanto riguarda invece gli eventi di disoccupazione che riguardano soggetti licenziati prima del 1 maggio 2015, l’indennità di riferimento è la ASpI, che si rivolge ai lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che hanno perso l’occupazione in maniera involontaria. Ma come fare per ottenerla?
Tutto sulla ASpI: come funziona e a chi spetta l’indennità?
Prima di tutto è bene capire ogni dettaglio della ASpI, un’indennità istituita per gli eventi di disoccupazione che partono dal 1 gennaio 2013 e che va di fatto a prendere il posto dell’indennità di disoccupazione ordinaria non agricola. I lavoratori dipendenti che hanno perso involontariamente l’occupazione possono quindi presentare la domanda per richiedere la ASpI per gli eventi di disoccupazione fino al 30 aprile 2015.
Come accennato, la ASpI è indirizzata ai lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che si sono ritrovati senza occupazione in maniera involontaria. Tra questi sono compresi gli apprendisti, i soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato, il personale artistico con rapporto di lavoro subordinato e i dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni. Non c’è possibilità di avere accesso a questa indennità per i dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni, né per gli operai agricoli, sia a tempo determinato che indeterminato; niente ASpI nemmeno per i lavoratori extracomunitari che pure godono di permesso di soggiorno per lavoro stagionale, dato che per questi soggetti esiste una specifica normativa di riferimento.
La ASpI può spettare dall’ottavo giorno successivo alla cessazione del rapporto di lavoro, se il richiedente ha presentato la domanda entro l’ottavo giorno; se invece la domanda è stata presentata dopo, la ASpI scatta dal giorno successivo alla presentazione della domanda. Tuttavia, se la domanda non è stata presentata all’INPS ma al Centro per l’Impiego l’indennità spetta dalla data di rilascio della dichiarazione di immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa.
ASpI, come si calcola l’importo dell’indennità
Infine, come riporta anche il sito dell’INPS, la ASpI spetta anche dalla data di riacquisto della capacità lavorativa per malattia comune o infortunio avvenuti entro otto giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro, dall’ottavo giorno dalla fine del periodo di maternità in corso alla cessazione del rapporto di lavoro o dalla fine del periodo di indennità di mancato preavviso ragguagliato a giornate, oppure dopo 38 giorni dalla cessazione per licenziamento per giusta causa.
Venendo infine all’importo di questa indennità di disoccupazione, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale spiega che la cifra della ASpI è pari al 75% della retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali relativa agli ultimi due anni, a patto che non superi l’importo stabilito dalla legge e rivalutato ogni anno dalla variazione dell’indice ISTAT: per il 2014 la somma è di 1.192,98 euro, mentre per il 2015 di 1.195,37 euro. Sempre l’INPS chiarisce che l’importo della prestazione non può mai essere superiore ad un determinato limite massimo, che viene stabilito ogni anno per legge.