Per una categoria di pensionati che percepisce il medesimo importo sono in arrivo 104 euro di arretrati: vediamo quando esattamente.
Sulla scia della riforma fiscale, ci sono stati diversi sviluppi per quanto riguarda le pensioni. Gli aumenti dovrebbero entrare in vigore nel 2024, con alcuni già obbligatori per legge e altri che richiedono norme speciali.
Ciononostante, l’amministrazione Meloni si è impegnata a compiere ogni possibile sforzo per garantire ai pensionati gli aumenti dovuti.
L’inflazione è destinata a causare un aumento significativo del valore di tutti gli assegni.
Parallelamente, il governo punta ad alzare l’asticella sul cedolino della pensione minima, estendendola ora anche alle pensioni di invalidità.
Inoltre, il piano di riforma fiscale prevede una revisione dell’Irpef, che comporterà incrementi differenziati per la maggior parte dei pensionati.
La raccomandazione è che le pensioni ricevano un nuovo aumento a partire dai primi mesi del 2024, con la possibilità di ulteriori adeguamenti per tenere conto delle variazioni del costo della vita.
Esaminiamo i fattori che potrebbero comportare un aumento dei pagamenti delle pensioni nei prossimi mesi ed esaminiamo le cifre potenziali per ottenere una migliore comprensione.
Una delle prime cause dell’impennata delle pensioni, che comprendono le pensioni di invalidità e le prestazioni assistenziali, tipo l’assegno sociale, è da ascriversi alla rivalutazione degli assegni che avviene all’inizio di ogni anno.
Questa procedura garantisce che le somme siano allineate al costo della vita.
104 euro di arretrati in arrivo per le pensioni da 1000 euro
Il Def ha previsto per il 2023 un tasso medio di inflazione del 5,4%, che comporterà un corrispondente aumento delle pensioni.
Ad esempio, una pensione di 1.000 euro avrà un aumento di 54 euro, mentre una pensione di 1.500 euro avrà un aumento di 81 euro.
Tuttavia, è importante notare che la rivalutazione “parziale” sarà attuata anche nel 2024 per le pensioni che superano di 4 volte la soglia minima, ovvero circa 2.100 euro.
In questi casi l’aliquota di rivalutazione non sarà applicata integralmente, ma in una percentuale compresa tra l’85% e il 32%, in base all’importo della pensione.
Ci sarà anche il pagamento degli arretrati sulle pensioni da 1000 euro, che ammontano in totale a 104 euro.
C’è un aumento imminente che deve ancora essere determinato con precisione a causa della fluttuazione del tasso medio di inflazione.
A tale incremento si aggiunge un ulteriore incremento programmato che riguarda il conguaglio di rivalutazione che è stato attuato a inizio 2023.
Tale adeguamento recepisce la discrepanza tra l’aliquota provvisoria (applicata dall’INPS per l’adeguamento al costo della vita delle pensioni) e quella finale.
La differenza è stimata pari allo 0,8%, ma tale scostamento si riduce per i controlli che superano di quattro volte il trattamento minimo. Inoltre, sono da liquidare gli arretrati per tutti i tredici mesi del 2023.
Pensioni d’invalidità e pensioni minime in aumento
Si prevede di intervenire ulteriormente sulle pensioni minime, nello specifico quelle di importo pari o inferiore a 563,74 euro.
Ciò è in linea con la direzione indicata dalla più recente Legge di Bilancio, che ha riconosciuto un aumento eccezionale dell’1,5% per il 2023 (e del 6,4% per gli over 75), con l’intenzione di portarlo al 2,7% nel 2024.
C’è la possibilità che un aumento del 2,7%, con un massimo di 6,76 euro e una differenza dell’1,2%, possa essere introdotto prima, possibilmente in autunno.
Inoltre, nel 2024, la rivalutazione straordinaria estenderà i propri benefici alle pensioni di invalidità, precedentemente escluse dall’aumento.