Ci sono situazioni in cui è possibile mostrare il proprio desiderio in modo implicito o tacito? Se sì, in quali casi? Quando si parla di dichiarazione tacita?
Ma che cos’è la dichiarazione tacita? Un argomento che verrà sviluppato nelle righe che seguono e che ti permetterà di comprendere perfettamente di cosa stiamo parlando.
Che cos’è la dichiarazione tacita
Spesso affermiamo che il silenzio vale più di mille parole. Un’affermazione che risulta essere abbastanza valida anche all’interno del mondo del diritto.
Esistono infatti situazioni in cui si possono ottenere molti più effetti giuridici senza pronunciare nessuna parola ma facendo soltanto capire, molto chiaramente, quale possa essere la propria volontà?
Attraverso questo testo andremo ad analizzare proprio tutto ciò che è inerente alla dichiarazione tacita. È molto importante però affermare che la legge non ha dato nessuna definizione precisa di “dichiarazione tacita” anche se non mancano situazioni in cui si possono generare dei precisi effetti senza pronunciare parola.
Tutto ciò è abbastanza chiaro nel momento in cui ci si trova di fronte a successioni o ad eredità. In questo caso infatti, il familiare accetta l’eredità anche senza aver lasciato nessun tipo di dichiarazione. Quindi, che cos’è la dichiarazione tacita?
Si tratta di un tipo di dichiarazione in cui si capisce una volontà anche se non viene manifestata chiaramente. Per capire meglio vi proponiamo un esempio rappresentato dalla revocata tacita di un mandato.
In base a ciò che afferma il Codice civile, si parla anche di dichiarazione tacita nel momento in cui viene nominato un nuovo mandatario il cui compito è quello di portare avanti i medesimi incarichi che aveva colui che ricopriva il ruolo in precedenza.
Secondo la legge quindi la revoca tacita si presenta nel momento in cui il mandante consegue delle azioni che non sono compatibili con la voglia di andare avanti assegnando così il ruolo ad un nuovo mandatario.
Anche se non si esprime la volontà della revoca del mandatario precedente, la nuova nomina vede al suo interno la dichiarazione tacita secondo la quale si dichiara l’incompatibilità di due soggetti che occupano lo stesso ruolo.
In quali casi la dichiarazione tacita è ammessa
La dichiarazione tacita può essere utilizzata solo nel momento in cui la legge non descrive forme precise riguardo alla manifestazione della volontà.
Per esempio, non si può, in nessun caso, acquistare o vendere un immobile attraverso una dichiarazione tacita in quanto tutto ciò necessita di diversi atti scritti. Nello stesso modo, nessuno può rinunciare ad un’eredità attraverso una dichiarazione tacita ma deve sfruttare una dichiarazione formale di fronte ad un notaio oppure ad un cancelliere.
In quale caso si parla di comportamenti concludenti
È molto importante non confondere la dichiarazione tacita con i comportamenti concludenti i quali altro non sono che la volontà univoca di una persona.
In poche parole, nel caso in cui un soggetto va in edicola, prende un giornale e lascia il denaro sul banco, ciò vuol dire che ha espresso la sua volontà di acquistare quell’oggetto.
La stessa volontà è espressa da qualcuno che strappa un testamento con l’intenzione di annullarlo. In poche parole, sia il primo che il secondo esempio rientrano nella categoria di fatti concludenti in quanto è molto chiara la loro volontà senza che si è espressa nessuna parola.
Ma qual è la differenza tra dichiarazione tacita e comportamenti concludenti? La dichiarazione tacita si presenta nel momento in cui queste si manifestano sia oralmente che per iscritto in quanto non si tratta di un mero comportamento.
In poche parole, la dichiarazione tacita proviene da un atto dichiarativo in cui questa è contenuta implicitamente mentre i comportamenti concludenti non sono altro che una manifestazione concreta dei fatti di un qualcosa che si desidera fare.
L’eredità attraverso l’accettazione tacita
Molto spesso capita che la dichiarazione tacita venga utilizzata per concludere l’accettazione dell’eredità.
Secondo la legge, tale accettazione può dividersi in diverse modalità, ossia:
- espressa, ossia quando è presente un atto scritto in cui si descrive, a chiare lettere, qual è la volontà del defunto. In questo caso l’erede deve dare la sua accettazione attraverso la firma di una scrittura privata;
- tacita, nel momento in cui è presente una dichiarazione o un comportamento inequivocabile in cui si mostra l’intenzione di accettare l’eredità.
Molto più precisamente, l’accettazione tacita si manifesta sia tramite comportamenti concludenti che attraverso una dichiarazione tacita, a patto che si dimostri quella che è la volontà di accettare l’eredità.
Un esempio è dato dal fatto che la giurisprudenza ha trovato un’accettazione tacita all’interno dell’eredità che consiste nel conferire una procura per la vendita di beni ereditari oppure nella discussione di un assegno dell’eredità.