Attenzione ai prelievi in banca o posta! Se l’importo supera un certo limite, possono scattare i controlli da parte della Guardia di Finanza.
Possedere un conto corrente è ormai una consuetudine in quanto consente un accesso comodo e costante alla gestione del proprio denaro.
Tenere i propri soldi in un conto corrente bancario o in posta è senza dubbio l’opzione più sicura. Il correntista può scegliere di farsi accreditare lo stipendio sul conto e può anche richiedere alla banca di effettuare pagamenti regolari, come quelli per le utenze.
Inoltre, le banche offrono una varietà di servizi su misura per le nostre esigenze specifiche oltre a salvaguardare il nostro denaro.
Un esempio di servizio comodo fornito dalle banche è l’home banking, che ci consente di gestire le nostre finanze online senza dover recarci in banca.
Con questo servizio possiamo effettuare bonifici bancari in qualsiasi giorno della settimana, anche la domenica.
Gli sforzi del governo per eliminare le transazioni in contanti hanno contribuito alla crescente popolarità di questo servizio, in particolare per i pagamenti tracciabili.
Per i privati con un conto corrente, versamenti e prelievi sono un evento frequente, soprattutto per imprenditori e liberi professionisti.
Prelievi in banca o posta: occhio alle segnalazioni!
La battaglia contro la moneta fisica ha provocato un aumento dell’uso di metodi di pagamento elettronici, ma ha anche provocato un diffuso sconcerto tra i cittadini che desiderano utilizzare il contante.
In più, le regole in continua evoluzione relative a questo argomento non fanno che aumentare la confusione, rendendole ancora più complesse per i consumatori.
Ci sono anche alcune persone che sono preoccupate per la possibilità di essere controllate dal Fisco quando effettuano trasferimenti di contanti o bonifici.
Tuttavia, sembra esserci una scarsa preoccupazione per i prelievi, che in realtà vengono utilizzati anche più frequentemente.
Prelevare denaro da un bancomat o da uno sportello cassa è un’operazione del tutto legittima. Ogni individuo ha la possibilità di prelevare tutti i soldi di cui ha bisogno dal proprio conto.
Inoltre, questa transazione non è soggetta a controlli fiscali di sorta. Tuttavia, l’uso del contante come metodo di pagamento non è tracciabile, il che potrebbe potenzialmente collegarlo a comportamenti illeciti.
Di conseguenza, il nostro legislatore ha recepito la normativa antiriciclaggio per i prelievi di contante che obbliga gli istituti di credito a seguire specifici protocolli.
La banca, infatti, è tenuta a segnalare all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) le operazioni ritenute sospette.
Questa segnalazione funge da misura precauzionale nella lotta al riciclaggio di denaro, al finanziamento del terrorismo e all’uso di denaro che proviene da attività illecite.
Quando partono le segnalazioni dalla banca?
Per ottemperare alla normativa, gli operatori bancari sono obbligati a segnalare eventuali operazioni ritenute sospette.
Le circostanze che possono destare sospetti includono la capacità finanziaria dell’individuo o la natura della sua attività. I privati sono tenuti a essere segnalati all’UIF se superano un limite mensile di 10.000 euro.
Se si sceglie di prelevare importi inferiori nel corso di un mese, questa regola si applica comunque. È importante notare che questo rapporto non attiverà alcuna indagine da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Sarà comunque inviato alla FIU, che ha facoltà di inoltrarla alle Fiamme Gialle. Vale anche la pena notare che prima che un cliente richieda un prelievo di una somma consistente, l’operatore bancario può chiedere chiarimenti e compilare un apposito questionario che dichiara la destinazione dei fondi.
Pertanto, è fondamentale prestare attenzione ai prelievi bancari e alle operazioni postali, oltre che ai bonifici e ai versamenti.