Chi ha un cane o un gatto spesso si trova a fare i conti con le spese del veterinario. Con l’inflazione anche queste hanno subito un notevole aumento. Quanto incidono nel budget familiare?
La risposta è stata data da Altroconsumo che, attraverso una ricerca, ha scoperto che ci sono alcune città in Italia in cui il costo per una visita da un veterinario ha dei prezzi veramente eccessivi.
In Italia, circa il 40% delle famiglie possiede un animale domestico, un cane, un gatto, un pesce rosso oppure un uccellino. Molti di noi non riescono a fare a meno dell’amore e dell’affetto che i nostri pelosetti riescono a darci anche se è bene sapere che scegliere di adottare un cane o un gatto comporta numerose spese.
Ed è proprio su questi due animali in particolare che è stata realizzata una ricerca da parte di Altroconsumo il cui scopo è stato quello di scoprire i prezzi dei veterinari su ben sei città differenti tra cui Bologna, Bari, Napoli, Milano, Torino e Roma. Ma che cosa si è scoperto?
In base alle indagine di Altroconsumo sono state fatte delle scoperte molto interessanti riguardo alle spese per il veterinario.
Come prima cosa si è preso sotto esame il costo per la prima visita di un cagnolino nato da 6 settimane. Per riuscire a ottenere tutti i dati sono stati contattati, tramite chiamata, ben 149 ambulatori veterinari.
Per molti professionisti la prima visita comprende un controllo su orecchie, denti, occhi, temperatura, pelo, battito cardiaco, tono muscolare e respirazione. Altri invece includono anche l’esame delle feci insieme alla sverminazione o vaccinazione.
Nel momento in cui queste ultime visite non sono comprese nel primo controllo, il padrone sarà costretto a pagare una cifra a parte. Ciò che si è scoperto è che su 149, soltanto 20 ambulatori hanno proposto gratuitamente la prima visita così che si potesse iniziare a conoscere il cucciolo che gli era stato affidato.
Inoltre, non mancano delle grandi differenze sul costo delle visite tra le varie città fermo restando che le città del sud risultano essere quelle più economiche. Infatti, a Napoli una visita costa intorno ai €39 mentre a Milano la cifra sale a €50.
A Bari e a Torino ci sono addirittura delle strutture che per la prima visita hanno chiesto €80. In linea di massima è possibile affermare che gli ambulatori risultano essere molto meno costosi delle cliniche.
La clinica, a differenza di ciò che accade in uno studio veterinario, offre orari prolungati insieme a servizi per la degenza dell’animale oltre che a servizi di pronto soccorso.
Altroconsumo è stato in grado di rilevare anche dei dati riguardo alle situazioni di emergenza. Il 19% di 149 strutture analizzate possiedono un servizio di pronto soccorso che opera 24 ore su 24 anche se molto spesso accade che sia necessaria una telefonata per avvertire la struttura dell’arrivo.
Il 54% degli ambulatori restano aperti anche durante i giorni feriali mentre il 27% ha affermato che spesso ricevono delle comunicazioni via telefono per le emergenze.
Sappiamo bene che in Italia, per i cani, risulta essere obbligatorio l’utilizzo delle microchip proprio in base a ciò che afferma la legge. Applicare questo dispositivo ha un costo che spesso non viene incluso nella prima visita.
All’interno della stessa città il prezzo per questo servizio varia da un minimo di €25 fino ad un massimo di €65. A Bari per installare un microchip si spendono 34€ mentre nella città di Milano se ne consumano 49.
Inoltre, dopo l’applicazione del dispositivo, il veterinario ha il compito di iscrivere all’anagrafe l’animale, un’azione che, nella città di Roma, viene fatta solo dietro un compenso economico.
Il microchip può essere installato anche utilizzando i servizi dell’ASL, luoghi in cui la pratica costa molto di meno. Infatti, in Lombardia si andrà a pagare €22 mentre in Lazio €28.
Attraverso l’indagine di Altroconsumo si è scoperto che, per un cane o per un gatto, ogni famiglia consuma circa €1.562 nell’arco di un anno tra cui 341€, per spese mediche.
Si tratta di costi che aumentano molto di più nel caso in cui l’animale risulta essere più anziano. In base ai dati che sono emersi tramite questa ricerca, si è scoperto che più di 400 consumatori nel corso dell’ultimo anno hanno portato l’animale domestico a visita dal veterinario almeno due o tre volte, un dato che aumenta molto di più nei proprietari di cani piuttosto che in quelli di gatti.
Inoltre, non è soltanto il costo del veterinario da prendere in considerazione bensì anche quello dei farmaci che per gli animali hanno prezzi molto alti.
E’ importante però tenere a mente anche le spese che si portano avanti per l’acquisto di cibo dedicato ai nostri amici a quattro zampe. Attualmente le spese mediche risultano essere del tutto a carico dei cittadini e quindi, colui che ha intenzione di iniziare l’avventura ed adottare un pelosetto, deve essere consapevole di cosa andrà incontro.
In ogni caso però è possibile recuperare una parte della cifra spesa. In che modo?
Si tratta di un qualcosa che può essere fatto attraverso la detrazione fiscale, tramite la quale si può ottenere il 19% delle spese conseguite per il proprio animale domestico per un importo che non va oltre 550 euro e con una franchigia varia 129,11 euro. Insomma, sarà possibile ottenere una detrazione IRPEF pari a 80 euro.