Alcuni modi di mettere in pratica l’attività commerciale di un Paese possono creare più danni che benefici. Questo è il caso del dumping. Scopriamo che cos’è e perché può mettere in crisi una intera economia.
Non tutte le economie mondiali agiscono in modo virtuoso e nel pieno rispetto delle proprie aziende. In alcuni casi, infatti, alcuni Paesi scelgono la via di guadagno più facile, a scapito delle fabbriche locali e, alla lunga, dei consumatori. In questo articolo scopriamo il significato del termine “dumping” in economia.
Questa pratica commerciale può, a lungo andare, avere effetti del tutto deleteri per l’economia del Paese che decide di attuarla. Sei a conoscenza del significato del dumping? In questo articolo cercheremo di darti informazioni chiare su questa pratica altamente sconsigliata da più parti. Ecco tutti i dettagli a riguardo.
Il termine inglese dumping può essere tradotto in italiano facendo riferimento all’attività dello scaricare. In pratica, questo modo di gestire l’economia ha l’obiettivo di vendere ed esportare merci e prodotti verso un’altra nazione a un costo molto basso e di gran lunga inferiore a quello di mercato.
Che cosa può scatenare alla lunga il dumping? Ecco tutto quello che c’è da sapere su questa mossa economica scriteriata.
La pratica commerciale del dumping ha alla lunga effetti deleteri sulle varie economie locali. Le grandi aziende che introducono sul mercato globale prodotti a un prezzo stracciato danneggiano tutte le varie imprese locali, per mezzo di una attività commerciale – per così dire – predatoria.
L’obiettivo è quello di accaparrarsi, a scapito delle piccole aziende, diverse quote di mercato per ampliarsi sempre di più. Una vera e propria demolizione della concorrenza, che può andare a ripercuotersi anche direttamente sui consumatori.
Alcune agevolazioni statali e la mancanza di regole e di dazi in riferimento all’importazione di prodotti dall’estero a basso costo, permettono alle imprese che fanno dumping di non andare mai in perdita e di potersi allargare sempre di più sul mercato globale.
L’assenza di leggi, una manodopera interna all’azienda a basso costo e poca tassazione sono tutti aspetti che permettono alle grandi aziende di poter fare dumping a scapito dei “piccoli pesci”.
Danneggiando tutte le altre imprese locali del Paese importatore, non si può fare altro che generare un circolo vizioso e un conseguente aumento dei prezzi all’interno del proprio Paese. Tutto ciò a discapito sia delle piccole aziende che dei consumatori locali.
I prezzi maggiori dei prodotti sul mercato sono un danno per i consumatori, i quali non possono più permettersi alcuni acquisti. Di conseguenza, molte fabbriche o aziende corrono il rischio di dover licenziare molto personale e, nei casi più gravi, dover chiudere per sempre.
Il dumping rischia di generare una vera e propria dipendenza di un Paese da un altro estero. Attuare dei dazi doganali sostanziosi può limitare questa larga diffusione del dumping. Molte aziende, infatti, verrebbero scoraggiate nell’attuare questa pratica commerciale predatoria.
Accordi commerciali fra le varie nazioni sono altre misure altamente consigliate per porre un freno a tale azione commerciale limitante per le aziende piccole locali. Un commercio internazionale uguale per tutti è il sogno che ha l’OMC, vale a dire l’Organizzazione Mondiale del Commercio.
Ogni nazione al mondo ha l’obbligo morale ed etico di incentivare quanto più possibile la propria economia locale, in modo tal da riuscire a limitare al massimo la propria dipendenza verso gli Stati esteri. L’industria locale, dunque, deve garantire in modo efficace una formazione adeguata ai propri lavoratori, puntando sulla competenza nei vari settori.
Riuscire a limitare al massimo il monopolio che alcune aziende riescono ad attuare, è fondamentale per non creare dei veri buchi neri nell’economia di un singolo Paese. L’obiettivo di tutti, dunque, dovrebbe essere quello di combattere con tutte le proprie forze il fenomeno del dumping.