Le pensioni in Italia tengono sempre banco. Adesso, coloro che sono nati in due specifici anni avranno 240 in più sul cedolino dell’INPS.
Nonostante le attuali sfide in un periodo sempre più complesso e incerto, c’è ugualmente un lato positivo.
Diversi dati che giungono da fonti economiche indicano che alcuni pensionati hanno la possibilità di ricevere un aumento della pensione fino a 240 euro.
Tuttavia, questo aumento è subordinato al rispetto di determinati requisiti di età e alla risposta entro un periodo di tempo specifico.
Il pensionamento può comportare un notevole aumento del reddito per coloro che scelgono di farlo entro un determinato periodo di tempo.
Per calcolare l’incremento e determinare il momento ottimale per andare in pensione, occorre innanzitutto considerare i coefficienti di trasformazione e la loro influenza sulle pensioni future.
Comprendendo la matematica alla base di questo calcolo, le persone possono prendere decisioni informate su quando richiedere la pensione e ricevere il massimo beneficio.
A cosa serve il coefficiente montante contributivo?
Il coefficiente di contribuzione è un fattore essenziale per la determinazione del tasso pensionistico contributivo. Questo strumento riguarda in particolare gli anni 2012 e i soggetti che hanno versato almeno 18 anni di contributi, fino ad arrivare all’anno 1995.
Oltre ai suddetti, ci sono alcuni soggetti che hanno cominciato a versare i contributi o hanno iniziato la loro carriera lavorativa nel 1996.
Vi sono anche coloro che non hanno potuto contribuire per 18 anni prima del 1995, con quote a partire dall’anno successivo.
Questi valori sono di grande importanza e vengono aggiornati ogni due anni. L’unico criterio per questi aggiornamenti è l’aspettativa di vita media nel nostro paese e la sua crescita prevista su un periodo di due anni.
240 euro in più sulla pensione: a partire da quando?
Negli ultimi anni la speranza di vita degli italiani ha mostrato un andamento positivo. Tuttavia, il tasso di natalità è diminuito costantemente mentre il numero di anziani è aumentato.
Questi cittadini anziani hanno anche vissuto ben oltre l’età media di 80-90 anni. I coefficienti, pur essendo stati aggiornati in considerazione di tali dati, sono stati rettificati al ribasso per mantenere l’equilibrio nei vari conti previdenziali.
L’indennità mensile per un pensionato sarebbe inferiore se vivesse più a lungo di quanto stimato. Ma sia quest’anno che in quello successivo tutto cambierà, come già anticipato dall’ultimo decreto interministeriale del 1° dicembre.
Il nuovo decreto prevede, infatti, coefficienti significativamente più elevati rispetto al biennio precedente.
In una dichiarazione al Sole 24 Ore, il Ministero del Lavoro ha dettagliato la causa di questo aumento dei numeri, citando un cambiamento positivo nelle opportunità di vita complessive.
Tuttavia, a causa dell’impatto imprevisto della pandemia, gli esperti hanno dovuto adeguare di conseguenza le loro valutazioni.
Per illustrare l’entità dell’aumento in questione, Il Sole 24 Ore fa un esempio che spiega bene cosa dovrebbe accadere.
In pratica, chi è andato in pensione nel 2022 a 67 anni riceverà un contributo lordo di 643,27 euro per dodici mensilità più una mensilità aggiuntiva, ovvero la tredicesima.
Nell’anno 2023, le persone che sono andate in pensione in questi primi 4 mesi e mezzo avranno diritto ad una quota di 660,35 euro.
Tale importo è stato aumentato di 20 euro ogni mese, con un aumento annuo di 240 euro. Si precisa che in tale calcolo non è compresa la retribuzione aggiuntiva percepita nella tredicesima mensilità.