Tra non molto potrebbe essere in arrivo un bonus dal valore di 500 euro per la categoria lavorativa degli insegnanti oltre che per i precari.
Prima della decisione definitiva, si deve aspettare la sentenza da parte della Corte di Cassazione anche se pare che il tutto stia andando verso la giusta direzione.
La Carta del docente, ossia un bonus del valore di 500 euro, molto probabilmente potrà essere indirizzato anche ai precari i quali non smettono di lottare per raggiungere tale obiettivo.
Da quando fu introdotto fino ai giorni d’oggi, potevano utilizzare la Carta del docente soltanto professori e maestre che avessero sottoscritto un contratto a tempo indeterminato. Quindi, da questa agevolazione sono esclusi gli insegnanti precari.
Attraverso il rinvio pregiudiziale che è stato fatto alla Corte di Cassazione, sono stati sottoposti quattro punti molto importanti della Carta del docente da parte dei giudici appartenenti al tribunale di Taranto.
Intanto non mancano dei tribunali ordinari che hanno già accettato tale situazione andando così a riconoscere il rimborso anche per gli insegnanti ricorrenti. In ogni caso si sta ancora aspettando la decisione della Cassazione la quale dovrebbe essere in arrivo entro e non oltre il mese di giugno e che dovrebbe sciogliere ogni dubbio riguardo alla Carta del docente e al diritto di averla anche per gli insegnanti precari.
In Italia sono più di 20.000 i soggetti che non hanno un contratto a tempo indeterminato e che lavorano come insegnanti il quali hanno provveduto al ricorso, spinti anche dall’appoggio della Corte di Giustizia di Lussemburgo che un anno fa ha affermato essere illegittima l’assenza di riconoscimento di bonus anche per docenti che non sono di ruolo.
Sono stati quindi presi in analisi alcuni quesiti molto importanti al fine di ottenere il diritto alla Carta del docente da parte del tribunale di Taranto in modo tale da permettere ai giudici di avere tutte le informazioni e dare il proprio responso.
Il primo punto è inerente alla durata dei contratti. Attraverso questo quesito si vuole procedere alla decisione che per accedere al bonus è necessario anche lavorare in supplenze brevi che siano di un minimo di 150 giorni.
Il secondo punto riguarda l’inquadramento del diritto nella ricezione della Carta del docente oltre che alla sua prescrizione. E’ molto probabile infatti che l’erogazione del bonus venga definito come un’obbligazione di fare che come un’obbligazione pecuniaria.
È importante poi fare luce sullo scopo della Carta del docente in quanto i giudici si domandano se tale bonus possa avere una natura di reintegrazione o retributiva. È necessario chiarire questo punto in particolare così da decidere se il bonus può essere dato anche agli insegnanti che hanno bloccato tale servizio definitivamente.
In caso contrario, nel momento in cui la Carta del docente non rientra nella categoria di un beneficio pecuniario, questo dovrà essere data solo agli insegnanti in servizio che sia a tempo determinato o che in ogni caso possano essere riassunti.
La maggior parte dei ricorsi vede il patrocinio degli avvocati difensori dell’associazione nazionale per insegnanti e formatori, ossia l’Anief. Molti sono i nomi che compaiono in questa lista tra cui quello di Fabio Ganci, Walter Miceli, Nicola Zampieri e Giovanna Rinaldi, dei legali che affermano di essere speranzosi nella buona riuscita del ricorso.
La squadra di avvocati infatti afferma di aver notato dei segnali positivi e che quindi il bonus 500 euro molto presto potrebbe essere riconosciuto anche ai lavoratori precari scolastici.
Infatti è stato lanciato un segnale decisamente incontrovertibile da parte della Corte di Giustizia Europea creando così una sentenza storica appoggiata dal Tribunale di Vercelli riguardo al ricorso degli avvocati in questione. Infatti la Corte sembra essere d’accordo con la proposta di legali andando ad affermare che gli uomini e le donne che lavorano come insegnanti e che svolgono gli stessi compiti, hanno gli stessi diritti e quindi non è necessario fare differenza tra un ruolo precario ed uno definitivo.