Al di là dell’aspetto etico, registrare una conversazione telefonica può essere considerato o meno un reato? Andiamo a vedere.
È probabile che a un certo punto della loro vita diverse persone abbiano preso in considerazione l’idea di registrare un’accesa discussione con la propria dolce metà o con il migliore amico usando il cellulare.
Ma vale davvero la pena intraprendere questa azione, anche se sembra un po’ meschina? Se si è certi della verità, può essere un modo efficace per affermare la propria posizione, anche se altri potrebbero negare l’evidenza.
Tuttavia, prima di decidere di registrare la conversazione, è importante considerare se i potenziali benefici superano i costi.
La legge fornisce ulteriori indicazioni su quando e perché è consentito registrare tali conversazioni.
È moralmente lecito registrare una telefonata?
Certe circostanze rientrano nel dominio della moralità. Ciò riguarda se sia o meno eticamente appropriato compiere una particolare azione senza la consapevolezza dell’individuo in questione.
Successivamente, prevale l’aspetto legale, che è disciplinato dalle leggi applicabili inerenti alla materia in questione.
Oltre alla questione della correttezza o meno, è necessario conoscere le azioni che possono essere compiute e quelle che invece devono essere considerate illegali.
Quali sono le procedure da seguire? È necessario richiedere l’autorizzazione o non è permesso nemmeno questo?
È importante fare chiarezza su una questione molto delicata che non riguarda la registrazione di un professore durante una lezione, ma qualcosa di molto più personale.
Ciò che sconcerta maggiormente è il fatto che non sia richiesta l’autorizzazione! Come è possibile? La Cassazione fornisce una risposta.
Cosa dice la legge in merito
Una credenza comune in questa questione è l’idea che chiedere il permesso sia una parte incrollabile del processo.
Tuttavia, questo non è necessariamente il caso. Mentre è consuetudine ed educato richiedere il permesso di registrare le lezioni di un professore per prendere appunti presso la Facoltà, la stessa pratica è tipicamente seguita anche a scuola per garantire che gli studenti non perdano una sola parola.
Gli studenti più diligenti prendono appunti su ogni punto e virgola. Tuttavia, quando si tratta di conversazioni personali, non è sempre necessario chiedere il permesso.
L’idea può sembrare del tutto priva di senso, ma in verità regge. La logica alla base del sostenere che a un insegnante si debba chiedere, pur non estendendo la stessa aspettativa a un partner, può sembrare simile in superficie, ma in realtà è fondamentalmente distinta.
Per cominciare, possiamo ipotizzare che, in base alla sentenza della Cassazione, sia lecito registrare una conversazione telefonica privata purché chi avvia la registrazione sia uno dei soggetti impegnati nella discussione.
Per rendere la situazione “legale” senza dover chiedere il permesso, il metodo consiste nel registrare i messaggi solo se uno dei partecipanti alla conversazione lo desidera.
Pertanto, i messaggi vanno riferiti soltanto a lui. Ciò è lecito poiché non viola la privacy, ma semplicemente registra su una memoria elettronica ciò che già appartiene al patrimonio sensoriale del conversatore.
Non è consentito registrare una conversazione tra due o più persone senza il loro consenso, poiché ciò costituirebbe un atto di intercettazione illegale.
Anche se la comunicazione avviene attraverso il vivavoce, è comunque necessario ottenere l’autorizzazione dei partecipanti.
Tuttavia, se una delle parti coinvolte è a conoscenza del fatto che la conversazione viene registrata e sa chi sta ascoltando, allora la registrazione è consentita.