Il governo Meloni, fra le altre cose, dovrà prima o poi affrontare il tema della riforma delle pensioni. C’è chi paventa la speranza che venga portata a 60 anni.
Effettivamente, in confronto a solo alcune settimane fa, sembra che i progetti del nuovo Governo Meloni siano ora molto più precisi e tangibili rispetto alla vacuità che in molti hanno puntualizzato all’inizio del suo percorso.
Mentre tutti sembrano concentrarsi esclusivamente sulle modifiche che il nuovo Reddito di Cittadinanza a tre parti comporterà, è importante non trascurare la riforma del sistema pensionistico, che pur essendo ancora destinata a essere rimandata, rimane una delle priorità del momento.
Tuttavia, sarà necessario pazientare ancora un po’ poiché i finanziamenti attuali non sono sufficienti per sostenere tutte le modifiche riguardanti il sistema pensionistico.
Nonostante lo slittamento in avanti di circa cinque anni, la riforma delle pensioni non è stata abbandonata e rimane una priorità per il Governo.
In particolare, l’età pensionabile è uno dei problemi più urgenti e dibattuti. Attualmente, si sta discutendo se sia appropriato abrogare la legge Fornero, che potrebbe consentire ad alcune persone di andare in pensione solo dopo i sessantasette anni.
Un’analisi che dovrebbe focalizzarsi sulle specifiche attività e valutarle singolarmente, considerando anche la possibilità di incidenti sul lavoro o malattie professionali.
Questi due eventi, che ovviamente non devono essere assolutamente non considerati, diventano sempre più frequenti con l’avanzare dell’età.
Per questo motivo, molti ritengono che andare in pensione a sessantasette anni sia un grave errore e preferiscono la soglia dei sessanta. In questa direzione sembra esserci un interesse crescente, con tante cose che bollono in pentola.
In primo luogo, per agevolare un congedo anticipato a circa sessant’anni, è essenziale considerare l’utilità che possono offrire sia la Quota 100 che la Legge 41 per chi ha attualmente sessantadue anni.
Quest’ultima, in modo particolare, pare essere l’oggetto principale dell’attenzione da parte del governo, con un’età pensionabile di sessantaquattro anni inclusa la contribuzione.