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Economia e Finanza

INPS: rischierebbero di perdere fino a 3 anni di pensione i nati in questi anni

Sono molte le preoccupazioni delle persone che potrebbero andare in pensione molto più tardi con la fine di Quota 100. Chi è nato dopo il primo gennaio del 1960, infatti, rischierebbe di ritardare enormemente la sua uscita dal mondo lavorativo. Ma è davvero così? Andiamo alla scoperta di tutti i dettagli per capire bene quali sono gli effettivi rischi e cosa sta per cambiare all’interno del mondo pensionistico.

Rischierebbero di perdere fino a 3 anni di pensione-oipamagazine.it

Dopo tanti anni di duro lavoro, la maggior parte delle persone durante gli ultimi periodi di attività conta i giorni che mancano alla meritata pensione. Godersi una vecchiaia spensierata è il sogno di tantissimi lavoratori, sempre più alla ricerca di modi per andare in pensione il prima possibile.

Ogni persona ha iniziato a lavorare in età diversa rispetto alle altre. Quindi, ogni caso personale varia in base agli anni di contributi e all’effettiva età della singola persona. Capire le dinamiche all’interno del settore pensionistico non è proprio alla portata di tutti. Sono in molti, quindi, a voler sapere con certezza la data esatta in cui poter andare in pensione.

Ma anche qui, non sempre il dato è univoco. Inoltre, cambiano spesso anche le leggi e le riforme del settore pensionistico. Negli ultimi anni Quota 100 ha permesso a molti lavoratori di poter avere accesso alla pensione prima del solito. La somma di età e di anni con i contributi, infatti, doveva arrivare a essere 100 per poter andare in pensione. Per esempio, 60 anni più 40 di contributi.

Fine Quota 100: cosa accade ora?

La Legge di Bilancio del 2022, però, ha chiuso Quota 100 e, quindi, la possibilità delle persone di andare in pensione attraverso il sistema del raggiungimento dei 100 anni fra età e contributi. Tale sistema, infatti, è stata sostituito da ciò che è stato denominato Quota 102. Cosa sta succedendo? Che rischio corrono molti italiani desiderosi di andare quanto prima in pensione?

I toni allarmistici, però, cerchiamo di smorzarli noi. Infatti, il ritorno della legge Fornero potrebbe gravare molto meno rispetto a quanto si possa pensare di primo acchito. Anche con 67 anni d’età e soli 20 anni di contributi, gli italiani avranno ancora il diritto di poter andare in pensione a prescindere da tutto. Come ovvio che sia, arrivare a 67 anni lavorando non è, però, certamente l’opzione maggiormente desiderata dalle persone.

Resterà anche in vigore la possibilità di andare in pensione al raggiungimento di 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva. Questo limite scende di un anno per quanto riguarda le donne.

Cosa cambia allora?

Anche Opzione Donna – con 35 anni di anzianità contributiva per le lavoratrici dipendenti e autonome – resterà valido in alcuni casi. La preoccupazione del passaggio da Quota 100 a Quota 102, quindi, è meno grave del previsto. Il motivo? Anche chi ha beneficiato di questa opzione negli scorsi anni, in realtà è andato in pensione con una quota superiore effettivamente a 100.

Riforma delle pensioni: ecco che cosa cambia con la fine di Quota 100. I dettagli – Oipa Magazine

A quel sistema sperimentale, inoltre, hanno aderito un numero non proprio elevatissimo di persone. Per accedere ora al trattamento pensionistico sarà indispensabile – al netto dei casi particolari descritti prima – maturare 64 anni di età anagrafica e 38 anni di anzianità contributiva nell’anno 2022. Le cose cambiano, quindi, per un numero non troppo elevato di persone.

Questa è la regola generale della riforma con sistema Quota 102. Già a 64 anni, quindi, sarà possibile andare in pensione al raggiungimento degli anni di anzianità contributiva necessari. Sul web molte volte vengono scritte diverse fake news che spaventano le persone. Sarebbe, invece, sempre opportuno informarsi da chi ne sa di più. Questo è il nostro consiglio.